Dal Brasile a Spezia, Soleri bomber giramondo
Gli inizi da bambino in Sud America, poi il ritorno in Italia e tre ottimi campionati a Palermo. "Ora voglio esprimere tutte le mie potenzialità"
Un giocatore cosmopolita che sta mettendo radici in riva al Golfo. Lui è Edoardo Soleri, punto di forza dell’attacco aquilotto, già in gol in due occasioni in questo primo scorcio di stagione. Soleri, è nato a Roma il 19 ottobre 1997, a soli tre mesi è emigrato con i genitori a Buenos Aires e all’età di 4 anni a San Paolo del Brasile, per poi tornare in Italia a 8 anni.
Ha vissuto in tre Paesi. Quali anime vivono dentro di lei: italiana, argentina o brasiliana?
"Ho vissuto in Sud America da piccolo, ma la maggior parte della mia vita è stata in Italia. Del periodo in Argentina e Brasile mi porto dietro la conoscenza delle lingue spagnolo e portoghese. La mia allegria e la mia positività credo facciano parte della mia natura, non per il mio vissuto in quei paesi".
Studiare o fare il calciatore, lei ha scelto la seconda opzione nonostante l’esempio in famiglia di suo padre manager...
"Mio padre mi ha sempre supportato nelle mie scelte, anche perché il calcio non esclude un percorso alternativo di studio. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che mi hanno dato la possibilità di scegliere".
Se non avesse fatto il calciatore?
"Forse avrei studiato economia o fatto il medico".
Oltre al calcio quali passioni?
"Il tennis, con le imprese di Sinner che stanno facendo appassionare tutti gli italiani. E poi il padel e la televisione".
Molto forte fisicamente, cresciuto tantissimo in esperienza e tecnica dalla sua prima esperienza spezzina: cosa completa il cerchio delle sue potenzialità?
"Non si smette mai di migliorare, ma credo che l’aspetto importante per un giocatore sia quello mentale. Come tutti ho avuto momenti di alti e bassi, però l’importante è non perdere la fiducia in se stessi, nello sport come nella vita ci sta di cadere ma è poi importante rialzarsi".
Lei è un bomber giramondo avendo giocato in Olanda, Spagna e Portogallo, ma Roma, Palermo e Spezia sono le tre città importanti della sua vita. È così?
"È vero. Aggiungo anche San Paolo dove ho iniziato a giocare alla scuola calcio. A Roma sono molto legato perché è la mia città, a Palermo ho passato tre anni importanti vincendo un campionato, mentre a Spezia ho avuto l’opportunità di fare la mia prima esperienza in prima squadra nel 2017 e ora di chiudere il cerchio per dimostrare le mie potenzialità".
Tra l’altro si avvicina a grandi passi il match contro il Palermo...
"Sarà una partita molto particolare per me, anche se in questo momento sono molto concentrato sulla sfida contro il Sud Tirol. Al ‘Barbera’ sarà bello ritrovare amici ed ex compagni. Se dovessi fare gol? Non esulterei".
Lo Spezia ha investito su di lei con un contratto fino al 2027.
"Fin dal primo giorno ho sentito la fiducia del club nei miei riguardi. Ho trovato un gruppo di lavoro basato su sani principi, credo sia questo il segreto di questo ottimo avvio di campionato".
Ha già fatto un gol al Sud Tirol quando militava nel Palermo...
"Vero, sono già in gol con gli altoatesini: cercheremo di fare di tutto per vincere".
Pio ha espresso il sogno di riportare lo Spezia in Serie A, e lei?
"Ora abbiamo l’obiettivo della salvezza, una volta raggiunto questo step sognare non costa nulla. Sarebbe bellissimo conquistare la massima serie, credo sia il mio sogno e quello di tutta la città".
Infine, quanto è bello giocare in un ‘Picco’ così bello?
"È uno stadio migliorato molto dal 2017, sta diventando davvero molto affascinante e moderno. Speriamo che i lavori si concludano al più presto perché giocare senza la curva Ferrovia non è il massimo. Certo è che quando giochiamo in casa, con una tifoseria così calda, abbiamo sempre una carica in più".
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