Il cambio del mister non può fare miracoli. E ci sono giocatori pericolosamente involuti

La mancanza di reattività di Dragowski su quella palla respinta dal palo che ha portato al 2-1; Zurkowski è l’ombra di se stesso

di MIRCO GIORGI -
26 novembre 2023
Il cambio del mister non può fare miracoli. E ci sono giocatori pericolosamente involuti

Il cambio del mister non può fare miracoli. E ci sono giocatori pericolosamente involuti

Il cambio dell’allenatore, da solo, non poteva certo fare miracoli. Lo Spezia perde tutto sommato giustamente, viste le tante occasioni sampdoriane, anche se il match era ormai incanalato sul pari. Lo Spezia perde perché è scarso: stare in fondo dopo quattordici partite non è una casualità, ma la semplice evidenza del campo. Ricordiamo ancora con quanta sicumera Macia giurava sulla forza dell’attacco composto da soli giovanissimi, salvo poi vedere Coda passeggiare sulle macerie. Quattordici partite dopo, il campo racconta ben altre verità, anche di giocatori paurosamente involuti, a partire da Dragowski, artefice della sconfitta con la sua totale mancanza di reattività su quella palla respinta dal palo, ma che già prima aveva mostrato di essere totalmente fuori fase. Bisognerebbe chiederci cosa c’è dietro questa involuzione, che nasce dalla gestione del suo gravissimo infortunio che, è bene ricordarlo, gli pregiudicò il Mondiale. Speriamo che il nuovo preparatore dei portieri, nonché fratello dell’amministratore delegato, sappia rimetterlo in piedi, intanto già da ora sarebbe bene che Zoet, professionista esemplare, assuma la titolarità almeno fino alla pausa. Di Esposito abbiamo già detto ieri, purtroppo non si può neanche metterlo in panchina perché questa squadra di centrocampisti non ne ha e contro il Parma mancherà anche Cassata, uno dei più positivi della serata genovese, pur nei suoi affanni a contenere avversari tonici e veloci. Parlare di Zurkowski, poi, è come sparare sulla Croce Rossa, così come dell’impalpabile apporto che possono dare giocatori come Cipot o Krollis, distintosi per uno scenografico abbattimento di un difensore blucerchiato che, ai vecchiacci come chi scrive, ha ricordato Bud Spencer (lui sì un grandissimo atleta, oltre che attore) in "Lo chiamavano Bulldozer".

Come non poteva fare miracoli, tuttavia D’Angelo una bella sterzata alla squadra l’ha data: soprattutto nel primo tempo si è visto uno Spezia finalmente aggressivo, attaccato alla partita. Il problema, come al solito, è nei cambi: al momento non c’è il minimo sindacale di 16 giocatori degni della categoria, perché bastano gli infortuni di Bandinelli e Reca ad aprire buchi mostruosi. Al tecnico ora tocca il compito di pedalare alla meno peggio sino alla sosta, poi andrà fatto un mercato dove sia lui e solo lui ad indicare prime, seconde e terze scelte da cui pescare e chi cedere dei troppi non adatti alla causa. Solo da una cura da cavallo possono arrivare le risorse per giungere a una soffertissima salvezza.

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