Il commento. Com’è triste lo Spezia solo un anno dopo

Lo Spezia, un anno dopo la vittoria di Verona, è in difficoltà: non riesce a impostare la manovra e a segnare, finché un gol di Bertola e uno di Moro nel finale non evitano la sconfitta. I tifosi perdono la pazienza e chiedono ai giocatori di tirare fuori gli attributi.

di MASSIMO -
13 novembre 2023

Benedetti

Ispirati da Charles Aznavour, com’è triste lo Spezia soltanto un anno dopo... Dalla vittoria di Verona del 13 novembre 2022 (proprio un anno fa, prima della sosta per il mondiale) che aveva illuso in una tranquilla salvezza in serie A, sono successe solo sciagure. Anche ieri al ’Picco’ non è stato diverso. Lo Spezia ha evitato di perdere contro una squadra al suo livello, se non peggio, ma che era riuscita a segnare due gol fotocopia su calcio d’angolo, sfiorando anche il terzo tra l’immobilismo della difesa bianca. Nonostante i proclami della vigilia, i problemi non si risolvono con la bacchetta magica e infatti lo Spezia è stato quello di sempre, con enormi difficoltà ad impostare la manovra anche contro l’ultima in classifica. Gioco basato troppo sulle individualità (chissà quali, poi), assenza di schemi e solo di rado qualcuno che ’attacca’ la profondità. In una partita da vincere a tutti i costi, la pericolosità delle Aquile è rimasta negli spogliatoi e non è un caso che il primo gol dopo tre partite a secco lo abbia segnato Bertola, un difensore. In quel momento la ’derelitta’ Ternana stava già vincendo 1-0 perché su calcio d’angolo Casasola aveva saltato di testa in area indisturbato. Stessa musica nel secondo tempo, qualche timido tentativo di Kouda e Salvatore Esposito che ha passato il pallone al portiere, poi su un’altra azione di calcio d’angolo tutti si dimenticano di Diakite, inseguito in estate proprio dallo Spezia, che di testa riportava avanti gli umbri. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. I tifosi a questo punto perdono la pazienza, iniziano a lanciare dalla curva Ferrovia fumogeni in campo e chiedono ai giocatori di tirare fuori gli attributi. Alvini manda in campo tutte le punte che ha, la mossa della disperazione, che a modo suo dà anche risultato. Non si può pretendere che Verde in 10’ cambi la partita, però se non altro il fantasista innesca l’azione del pareggio al 91’ firmato da Moro con la deviazione di un difensore. Ma non si può andare avanti così...

Continua a leggere tutte le notizie di sport su