Il nuovo allenatore. D’Angelo sempre in prima linea quando i momenti sono difficili

A dispetto di un carattere un po’ chiuso, è il ritratto della forza e disponibilità. E ha il salmastro sulla pelle.

22 novembre 2023
D’Angelo sempre in prima linea quando i momenti sono difficili

D’Angelo sempre in prima linea quando i momenti sono difficili

"Uomini forti, destini forti". Il motto di Spallettiana memoria calza a pennello per il neo tecnico aquilotto Luca D’Angelo, una persona che ha costruito la sua ottima carriera da calciatore prima e allenatore poi, su valori professionali e umani di primissimo livello. Un uomo innamorato del calcio, seguito a tutti i livelli dalla Serie A agli allievi con lo stesso, immancabile entusiasmo. Passione trasformata in lavoro, con approfondimenti costanti che si traducono nella visione di decine di partite, ivi compreso il calcio femminile. Il calcio è una parte determinante della sua vita, gli ha concesso le emozioni uniche delle vittorie sudate e conquistate con i sacrifici e un benessere economico che non ha mai nascosto essere un privilegio. A suo dire non è un fine oratore - anche se dalle prime battute non si direbbe - è uomo di cultura, quella che per sua stessa ammissione ritiene fondamentale per poter arrivare in alto. Distante anni luce dal mondo dei social, per D’Angelo un libro vale di più che i post su Facebook, ritenendo la scuola un elemento indispensabile per affrontare la vita. Altro suo punto fermo è la famiglia: sposato, con due figlie, per il neo tecnico aquilotto gli affetti delle persone a lui care sono punti di forza imprescindibili. Al pari delle amicizie, mai però sviluppate con i giocatori da lui allenati, per sua stessa definizione troppo lontani dal suo modo di pensare per una questione generazionale. "L’omone", come erano solito chiamarlo a Pisa, a dispetto di un carattere un po’ chiuso, è il ritratto della forza e della disponibilità, sempre in prima linea quando si tratta di caricarsi delle responsabilità del gruppo nei momenti difficili. "L’uomo giusto nel posto giusto - ha spiegato Mastinu a La Nazione -, da ‘Picco’, capace di tirare fuori il meglio dai propri calciatori". Trattasi di uno sportivo di razza, che trae ispirazione anche dalle passioni per lo sci, il tennis, l’atletica, leggera, il ciclismo. Non gli altri sport di squadra, a dispetto di una moglie che è stata, in passato, una giocatrice di pallavolo a buon livello. C’è poi un punto in comune che accomuna D’Angelo agli spezzini: il salmastro sulla pelle, il legame viscerale con la propria terra d’origine, come solo gli uomini di mare hanno: "Sono nato pescarese, morirò pescarese". In via Aterno, dove è nato, dieci minuti dallo stadio Adriatico, restano legami e ricordi forti: il tifo per il Pescara (ma anche per l’Inter), il campetto sotto casa, le scuole elementari Revasco, la scuola di calcio Silvestro dalla quale ha spiccato il volo, gli amici di una vita, lo stabilimento balneare Lido Acapulco dove puntualmente lo si può trovare in estate. "Forgiati dal salmastro" è uno striscione in curva Ferrovia, in quella pezza c’è orgoglio, passione, cuore. Gli Aquilotti dovrebbero coltivare sogni ambiziosi con la stessa forza che spinse D’Angelo a realizzarne uno: segnare un gol storico, a Marassi, col suo Castel di Sangro, contro il Genoa, il 27 aprile 1997, determinante per la vittoria finale (1-3). La strada dei sogni passa ancora da Marassi.

Fabio Bernardini

Continua a leggere tutte le notizie di sport su