L’ex Mimmo Di Carlo fa il tifo per le Aquile: "Conosco Puscas, è un attaccante da Picco"

"Un po’ sporco tecnicamente ma non molla mai, un giocatore importante in Serie B. Ma è chiaro che serve anche la squadra"

di FABIO BERNARDINI -
7 gennaio 2024
L’ex Mimmo Di Carlo fa il tifo per le Aquile: "Conosco Puscas, è un attaccante da Picco"

L’ex Mimmo Di Carlo fa il tifo per le Aquile: "Conosco Puscas, è un attaccante da Picco"

"Rimboccarsi le maniche e ritrovare lo spirito battagliero che è tipico della Curva Ferrovia". L’invito a mostrare i muscoli arriva da un allenatore prestigioso, nonché tifoso doc delle Aquile, qual è Domenico Di Carlo che aggiunge: "Puscas è un attaccante da ‘Picco’".

Mister Di Carlo, lo Spezia ha chiuso il girone di andata penultimo in classifica. Quale spiegazione dà della situazione drammatica che sta vivendo la formazione bianca?

"Ogni squadra che retrocede dalla Serie A alla B paga sempre dazio, c’è da ricostruire l’ambiente e i valori del gruppo. Le prime cose da fare riguardano il recupero dello spirito di squadra e dell’ambiente che sono le cose più difficili. La società deve essere brava a ricompattare tutto, l’allenatore altrettanto a ricostruire il gruppo e ridare entusiasmo. Ma ci vuole tempo. Quando si retrocede l’ottanta per cento delle squadre non riesce a risalire. Sia la società che i giocatori sanno di avere potenzialità maggiori, lo Spezia ha una qualità superiore a quella dell’attuale classifica. Bisogna, però, prendere atto della situazione in essere, mister D’Angelo, che è uno pragmatico e concreto, spero possa trovare la strada giusta, magari aiutato dal mercato. La realtà è questa, bisogna rimboccarsi le maniche, cercare di diventare più squadra, ritrovare lo spirito battagliero che è tipico della Curva Ferrovia".

Lo Spezia ha il peggior attacco del torneo, troppo azzardato puntare su due giovani come Moro e Pio Esposito nel ruolo di centravanti. Che ne pensa?

"Non credo che il dato negativo sia legato a questo aspetto quanto piuttosto alla squadra. Se non si fa gol non ritengo sia solo colpa degli attaccanti, ma sono gli undici giocatori in campo che devono avere un’idea di gioco. D’Angelo deve essere bravo a capire le caratteristiche dei giocatori e trasmettere loro la serenità. Chi va in campo dovrà dare il cento per cento, l’ottanta non basterà".

Dal mercato è arrivato Vignali, c’è il pressing per Puscas che lei ha avuto al Novara.

"Vignali è un colpo azzeccato, ha lo spirito spezzino, è quello che serve in una squadra retrocessa come lo Spezia. Puscas è un giocatore forte, ha bisogno però della squadra. Trattasi di un attaccante un po’ sporco tecnicamente, ma che non molla mai, un battagliero, un uomo da ‘Picco’, capace di infiammare la folla. È un trascinatore, un giocatore importante in Serie B. Poi è chiaro che un giocatore non fa la differenza, quella la fa la squadra".

D’Angelo, l’uomo giusto per conquistare la salvezza?

"Me lo auguro e ci credo tantissimo. Ha già fatto vedere ottime cose al Pisa, bisogna dargli tempo. È un tecnico concreto, con valori umani alti, adatto alla piazza di Spezia. È chiaro che poi bisogna fare risultati".

Su quali giocatori puntare per la ‘resurrezione’?

"Il capitano Nikolaou, Bandinelli, Cassata, Verde devono dare l’esempio ai più giovani, insieme alla squadra devono fare gruppo ricercando motivazioni e fiducia. Oggi l’obiettivo principale è la salvezza, chi scende in campo deve avere questa mentalità. A livello di singoli lo Spezia ha ottimi giocatori. Gli stessi devono andare in campo senza pensare alla classifica, tutto può essere risolto nel calcio, basta una vittoria per aprire un ciclo. Io presi lo Spezia al quartultimo posto in classifica, arrivammo settimi al termine della regular season con 40 punti totalizzati nel girone di ritorno. Cercai di far capire che la maglia è più importante del singolo calciatore".

Il pubblico è in costante contestazione.

"Mi dispiace perché lo Spezia negli ultimi anni è sempre cresciuto sia nei risultati che nel pubblico. Capisco la delusione, ma ora bisogna tifare e salvaguardare la categoria. Gli spezzini ci sono sempre stati e ci saranno sempre, anche nei momenti negativi, ne sono certo".

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