Lo Spezia fermato dal Pisa. Traversa di Pio Esposito dopo un minuto di gioco ma poi l’ardore si spegne

Anche i nerazzurri colpiscono un palo nel primo tempo comunque accettabile. Nella ripresa la partita scade di tono, i cambi di Alvini non portano alcun beneficio. Troppo nervosismo nel lungo recupero con poco gioco, eccessivo ’rosso’ a Ekdal.

9 ottobre 2023

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SPEZIA (3-4-1-2): Zoet; Amian, Muhl, Nikolaou; Elia (66’ Cassata), S.Esposito, Bandinelli (75’ Zurkowski), Reca; Kouda (95’ Ekdal); F. Esposito (66’ Moro), Antonucci (75’ Verde). A disposizione: Zovko; Moutinho, Serpe, Cipot, Krollis, Corradini, Gelashvili. All. Alvini.

PISA (3-5-2): Nicolas; Canestrelli, Caracciolo, Leverbe (93’ Calabresi); Esteves (72’ Valoti), Piccinini, Barberis (93’ Veloso), Marin, Beruatto; Piccinini, Moreo (81’ Tramoni), Torregrossa (72’ Mlakar). A disposizione: Loria; Hermannsson, Campani, Jureskin, Nagy, Vignato, Masucci. All. Aquilani.

Arbitro: Daniele Doveri di Roma. Assistenti: Miniutti e Votta. Var: Marini. Avar: Muto.

Note: spettatori 1254, di cui 91 ospiti. Espulso Ekdal al 101’per fallo di reazione. Ammoniti: Verde, Nicolas, S. Esposito, Tramoni, Moro. Corner: 6-3. Recupero: 2’+12’

CESENA – Un derby davvero brutto, un nulla di fatto sacrosanto per quel che si è visto. Un pari che fa comodo soltanto al Pisa, che aveva l’urgenza di interrompere una crisi incipiente, mentre lo Spezia rimane impelagato con la prospettiva di dover soffrire ancora a lungo, anche perché dopo la sosta c’è la proibitiva trasferta a Palermo e poi il Cosenza rivelazione in casa, chissà se al Picco, la cui mancanza sta costando carissima. Eppure gli Aquilotti erano partiti bene, sfiorando il gol dopo appena un minuto: Francesco Esposito arriva bene all’appuntamento su cross di Nikolaou, ma il tiro del giovanissimo centravanti si spegne sulla traversa.

Alvini aveva cambiato lo stretto necessario rispetto a Piacenza, con Muhl al posto dell’infortunato Bertola in mezzo alla difesa e Zoet in porta invece di Dragowski, volato in Polonia per problemi familiari. Aquilani invece aveva rivoluzionato assetto e uomini, abbandonando il troppo velleitario 4-2-3-1 per un più concreto 3-5-2, a blindare difesa e centrocampo con tanti centimetri e chili davanti. Dopo l’occasione iniziale lo Spezia riesce a giocare una ventina di minuti molto offensiva, ma non trova altre conclusioni, confermando di essere una squadra troppo spuntata.

Il Pisa si rintana nella sua trequarti, si difende in tutti i modi e supera l’assalto senza danni. Appena prova a farsi vedere, per poco passa: un diagonale rasoterra di Esteves centra il palo (27’) a Zoet battuto. Un minuto dopo Barberis ha una buona opportunità, ma il tiro è centrale. Al 30’ lo Spezia reclama un rigore: il tiro di Francesco Esposito è ribattuto da Caracciolo, girato di schiena con il braccio appoggiato al terreno, circostanza ritenuta involontaria da Doveri. Un passaggio sbagliato di Amian innesca Piccinini, ma il suo tiro è ribattuto in corner (32’). Nicolas sugli scudi al 35’, quando para un tiro di Bandinelli deviato da un difensore, e soprattutto al 42’, quando sventa in uscita su Kouda lanciato a rete da Francesco Esposito.

Ad inizio ripresa il Pisa si fa vedere dalle parti di Zoet tre volte in pochi minuti, poi è lo Spezia che ha una breve fiammata: all’8’ Salvatore Esposito spreca una buona giocata di Kouda, al 10’ Nicolas è bravo a deviare su Antonucci in corner, sugli sviluppi del quale Francesco Esposito conclude debolmente. Da questo momento lo Spezia non combina più nulla anche perché i cambi, necessari per il gran caldo, non portano alcun valore aggiunto: Moro si marca da solo, Cassata non combina un granché, Verde prende tante botte, si innervosisce e non si accende, il solo Zurkowski manda qualche segnale di vita. Il Pisa dal canto suo ha avuto un altro paio di situazioni pericolose: una al 65’, su corner di Barberis che insidia Zoet e successivo tiro di Leverbe, l’altra al 67’con una conclusione di Torregrossa, entrambe fuori.

Troppo poco per accampare alcunché, l’ultima mezz’ora è di uno squallore davvero difficile da descrivere con parole adeguate. A un certo punto Alvini capisce che un punto è meglio di niente e inserisce Ekdal per evitare beffe finali, ma lo svedese in quei pochi minuti trova un cartellino rosso per un fallo di reazione opinabile: in realtà la sceneggiata di Calabresi (che gli inglesi, non a caso, sanzionerebbero con una lunga squalifica) è degna di un movimento sceso a livelli talmente pietosi da meritare un drastico ridimensionamento, per tentare di ripartire.

Mirco Giorgi

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