Lo Spezia in cerca di un’impresa. L’ex Vignali come unico rinforzo

D’Angelo a Como ha un undici di partenza accettabile, ma nei 90’ i cambi possono mutare le situazioni .

di MIRCO GIORGI -
13 gennaio 2024

Stati d’animo diametralmente opposti: da un lato il Como vicecapolista, reduce da un ritiro a Marbella, con una proprietà ambiziosa che punta senza mezzi termini alla promozione; dall’altro lo Spezia alla canna del gas, con una proprietà latitante che, "forte" del penultimo posto, ha visto bene di non mettere mano tempestivamente al portafogli. Per un Luca Vignali in più ci sono un Ekdal e uno Zurkowski in meno, con altri e non pochi sul piede di partenza, nell’assoluta opacità di prospettive di una società che naviga a vista, con un tecnico che ha fatto capire che se non sarà accontentato tirerà le sue conclusioni a fine mercato. Con queste premesse, il rischio di vedere una squadra nel ruolo di sparring partner è molto alto. Una rosa striminzita, che oltre a Kouda squalificato e ai lungodegenti deve fare i conti con la febbre di Muhl e l’affaticamento di Hristov, contro una al gran completo, che nel girone d’andata ha fatto più del doppio dei punti della sgangherata combriccola messa in piedi da Macia e i Platek: un team di Re Mida al contrario, capaci di far sprofondare virtualmente la squadra di due categorie in un anno solare.

D’Angelo, che cerca di tenere unito a tutti i costi un gruppo ai minimi termini, venerdì ha dato la carica in conferenza stampa, ma al di là delle dichiarazioni la precarietà è talmente evidente che servirà una prestazione di grande orgoglio almeno per salvare la faccia, anche se qualche punto farebbe comodo visti classifica e calendario, che presenta per le prime quattro giornate di ritorno avversari molto difficili che avrebbero dovuto spingere la società a iniziare subito la rifondazione in vista di una difficile salvezza.

Un undici di partenza accettabile lo Spezia lo avrebbe anche: Zoet in porta, il partente Amian terzino destro, coppia centrale Gelashvili-Nikolaou, Vignali adattato a sinistra; centrocampo con Elia a destra, Bandinelli e Salvatore Esposito in mezzo e Cassata a sinistra; Verde e Pio Esposito davanti. Il problema è che le partite durano 90 minuti e che i cinque cambi possono radicalmente mutare le situazioni. La panchina offre poco: Bertola unico cambio dietro, ragazzi senza minutaggio a centrocampo e i fin qui deludentissimi Moro e Antonucci davanti, con i rinforzi assortiti come Cipot (paragonato con sprezzo del ridicolo a Gudmunson) e Krollis che finora non è riuscito mai ad incidere neppure in serie B.

Il rischio di crollare con il passare dei minuti è concreto. Dall’altra parte, il Como non dovrebbe discostarsi molto da quello vincitore nel non facile catino di Cosenza prima della sosta, ad eccezione di Luca Vignali che aveva giocato titolare tutta la partita. I lariani hanno un attacco che, curiosamente, ha messo a segno tutti i suoi venticinque gol da dentro l’area. Un campanello d’allarme non da poco per una squadra abituata a lasciare praterie davanti al portiere e a subìre gol da calcio piazzato.

Arbitra Baroni di Firenze.

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