Lo Spezia nella mani di D’Angelo. Sa usare sia il bastone che la carota

"Parlerò ad ogni atleta, giovane o esperto, tutti hanno responsabilità uguali per le qualità da portare al gruppo" .

di FABIO BERNARDINI -
17 novembre 2023
Lo Spezia nella mani di D’Angelo. Sa usare sia il bastone che la carota

Lo Spezia nella mani di D’Angelo. Sa usare sia il bastone che la carota

Nelle mani di Luca D’Angelo. Con l’avvento del pescarese sulla panchina aquilotta migliaia di tifosi bianchi hanno rialzato la testa e ripreso ad alimentare fiducia e entusiasmo. Le sole quattro vittorie totalizzate nel 2023, la retrocessione in Serie B, il 18° posto nel campionato cadetto e la miseria di dieci gol realizzati hanno ingenerato nel popolo spezzino delusione, rabbia, sconcerto e dure critiche. Le quali, se incanalate nei canoni della civiltà sono legittime, meno se degenerano negli ultimi episodi di ben diverso tenore dai quali, fortunatamente, la stragrande maggioranza dei supporter ha preso le distanze. Ora, con l’arrivo del mister abruzzese, si torna a intravedere la luce, barlumi di ottimismo e positività ingenerati dalla comprovata bravura e riprovata esperienza del nuovo tecnico. Il quale ha accolto con entusiasmo l’accoglienza benevola che gli spezzini gli hanno riservato a dispetto del suo passato di mister del Pisa (è il secondo nella storia nerazzurra per numero di presenze): "Mi fa molto piacere, farò di tutto per non deluderli, darò tutto per lo Spezia affinché la squadra possa tornare ai livelli che tutti si attendono".

Un uomo forte D’Angelo, anche nel linguaggio del corpo per la sua mole fisica, un aspetto non propriamente banale, anzi ideale, nella gestione del gruppo. Il tutto condito da un’esperienza ventennale come giocatore, con un pedegree di leader maturato in particolare con le maglie del Castel di Sangro e della Fermana. Bastone o carota con i giocatori? Si dice che D’Angelo utilizzi entrambi, anche se nella fattispecie ha chiarito: "Parlerò ad ogni singolo atleta, sia esso giovane o esperto, perché ciascuno ha responsabilità uguali per ciò che riguarda le qualità da apportare al gruppo. Di sicuro non redigo la formazione in funzione dell’età o dell’esperienza dei giocatori".

La parolina magica "salvezza", solo quattro mesi fa considerata offensiva, è a questo punto del campionato l’obiettivo prioritario per il club, assolutamente conseguibile per D’Angelo: "Sfido chiunque a dire che lo Spezia non abbia giocatori forti, sebbene magari non stiano rendendo. Il tempo per uscire da questa situazione c’è tutto, la squadra è buonissima".

Una valutazione quest’ultima che ha rinvigorito Eduardo Macia che ha costruito questo Spezia: "Siamo vivi, dobbiamo migliorare perché è ciò che pretende la proprietà. Ma non si può giudicare una squadra dopo due mesi e una retrocessione. D’Angelo ha grande esperienza, anche in piazze calde, passionali e difficili come quella spezzina. Si tratta di un tecnico di grandi valori che saprà traslare sul campo".

Concetti sposati dall’ad Andrea Gazzoli: "Ringrazio la proprietà per averci consentito di operare una scelta forte, di grande responsabilità verso il club, la città, i tifosi. Dagli errori dobbiamo crescere". Sulla bontà della formazione aquilotta, rimarcata a più riprese da D’Angelo ("È una squadra potenzialmente ben costruita, dalle qualità tecniche indubbie"), la controprova si avrà alla ripresa del campionato con un calendario da brividi: Sampdoria a Marassi, Parma al ‘Picco’, Ascoli al Del Duca. Partite nelle quali si potrà già capire se il nuovo corso tecnico avrà già apportato un cambiamento di mentalità sulla scorta della scuola di pensiero D’Angeloniana: "Lottare insieme per vincere".

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