Mister D’Angelo e il pubblico. Sono le certezze per lo Spezia

Il nuovo allenatore ha portato serenità, fiducia, coraggio e i tifosi sono stati grandi anche a Genova

di FABIO BERNARDINI -
28 novembre 2023
Mister D’Angelo e il pubblico. Sono le certezze per lo Spezia

Mister D’Angelo e il pubblico. Sono le certezze per lo Spezia

Nella situazione drammatica in cui versa lo Spezia, al 18° posto in classifica con una sola vittoria all’attivo, sette pareggi e sei sconfitte, sono due le certezze alle quali aggrapparsi: il neo mister Luca D’Angelo, che ha portato serenità, fiducia, coraggio e lo straordinario pubblico spezzino che, anche a Genova, ha dimostrato in toto la sua grandezza. I numeri della squadra sono impietosi, i limiti in fase difensiva e offensiva inquietanti, le performance negative di taluni giocatori ormai la regola, ma al netto di ciò le parole del tecnico nel post Samp-Spezia, pronunciate con l’autorevolezza di chi, in carriera, raramente ha fallito, devono infondere coraggio. "Credo fermamente nelle potenzialità della squadra – ha affermato D’Angelo -, altrimenti non avrei fatto questa scelta. I giocatori credono in maniera viscerale nelle possibilità di risalire, sono convinto che le qualità verranno fuori. Innegabile ci sia da migliorare molte cose, ma la prestazione dello Spezia mi ha soddisfatto perché ha giocato con grande determinazione, ciò che serve per toglierci da questa situazione". L’altro aspetto dal quale trarre forza in questa situazione così complicata risiede proprio nella capacità innata degli spezzini di dare il meglio nei momenti di difficoltà. La storia delle Aquile è fatta di discese verticali e risalite ardite, nel mezzo un popolo che non ha mai mollato, abituato a lottare contro tutto e tutti, orgogliosamente, "forgiati dal salmastro". A 24 giornate dal termine del campionato è, dunque, del tutto deleterio recitare il de profundis, non è da spezzini veri. Comprensibile l’amarezza, la delusione, la rabbia per una situazione complicatissima frutto di errori commessi in quantità industriale, ma doveroso rialzare la testa e riprendere insieme a lottare per salvare una categoria importantissima come la Serie B.

I risultati delle dirette concorrenti hanno reso meno dolorosa la sconfitta di Genova, le possibilità di riprendere la corsa per la salvezza restano intatte, D’Angelo e il pubblico devono trasmettere a società e giocatori la voglia di crederci. Beninteso le criticità sono molteplici, gli errori in questi anni non si contano, a partire da quando i Platek, nel 2021, dopo una storica salvezza ottenuta con una giornata di anticipo, non confermarono il ds Mauro Meluso – ora, guarda caso, ds del Napoli -, ovvero colui che in 19 giorni acquisì altrettanti giocatori (tra essi Agudelo, Verde, Estevez, Provedel, Saponara, Pobega, Piccoli, Ismajli) con un budget ridicolo di circa tre milioni di euro. Un trattamento riservato, l’anno dopo, anche a Thiago Motta, l’autore di una miracolosa salvezza, il quale, email alla mano, aveva dato ampia disponibilità a restare.

A ciò si aggiungano i tanti, troppo giocatori acquistati in questi ultimi anni che non hanno portato valore aggiunto, ma un’involuzione conclamata nei numeri: 39 punti in A nel 2021, 36 punti in A nel 2022, 31 punti in A e retrocessione nel 2023, 18° posto in B attualmente. Per non parlare degli assurdi prezzi dei biglietti praticati in Serie A che, invece, di avvicinare i tifosi li hanno allontanati e del logo attuale che è un pugno allo stomaco di chi ama la storia e la tradizione aquilotta. Ma al netto di queste negatività, allo stato attuale c’è l’esigenza di salvare il salvabile, con i Platek che dovranno prevedere, al netto delle sollecitate cessioni per alleggerire il monte ingaggi, innesti di valore nel prossimo mercato di gennaio: un difensore, un centrocampista e un attaccante. E, nel mezzo, sarebbe più che auspicabile risentire dalla voce di Robert e Philip Platek le loro intenzioni sul futuro.

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