Spezia in caduta libera verso la C. Una ’rivoluzione’ l’unica salvezza

La squadra paga un mercato deficitario. Necessario intervenire sulla rosa prima che sia troppo tardi .

7 novembre 2023
Spezia in caduta libera verso la C. Una ’rivoluzione’ l’unica salvezza

Spezia in caduta libera verso la C. Una ’rivoluzione’ l’unica salvezza

Dopo averlo rattoppato con un po’ di pareggi e una misera vittoria, il vaso di coccio dello Spezia si è di nuovo frantumato in mille pezzi. Niente di casuale, lo ribadiamo: lo tsunami sportivo che nel giro di dieci mesi ha portato la squadra da una tranquilla posizione in A (dopo la vittoria di Torino) alla discesa libera verso la Serie C, è il frutto di scelte scriteriate sotto ogni punto di vista. Le responsabilità principali sono della proprietà, che non ha fatto l’unica cosa che andava fatta dopo una retrocessione così devastante: tabula rasa, a partire da Macia e Melissano, primi artefici della caduta in B avendo dissipato il tesoretto di Kiwior in un mercato di gennaio quantomeno discutibile, fatto di giocatori di poca o nessuna prospettiva, che non a caso stentano anche in B (e pagati a peso d’oro). Ci sarebbe voluto un nuovo direttore, possibilmente con referenze e risultati in una cadetteria che per certi aspetti è ancora più difficile della serie A. Invece si è scelto di non decidere, la proprietà ha incassato il più possibile senza investire, il mercato che ne è venuto fuori è stato pieno di contraddizioni e ha lasciato la squadra con lacune evidenti che il campo denuncia ogni volta. Vedere la squadra sbriciolarsi così a Cremona fa davvero male, è ben diverso da una semplice sconfitta, ha il sapore della disfatta, del ’si salvi chi può’, ’dell’ognun per sé e Dio per tutti’. Che Alvini e la squadra sembrino due mondi ormai incomunicabili, è parso evidente a tutti domenica sera nel disastroso match allo ’Zini’ di Cremona. E in questi casi, quali che siano le responsabilità (e anche i giocatori ne hanno, si intende) è il tecnico che salta. Ma la società tace, aspetta due scontri diretti da giocare all’ultimo sangue da una squadra esangue, perdendo tempo prezioso.

E’ il nuovo direttore generale, in virtù delle sue deleghe, che deve prendere decisioni, adesso. Basta discorsi di prammatica che si possono riassumere in quattro parole: "Dobbiamo salvare la pelle". La pelle si può salvare solo rivoluzionando tutto: gennaio è vicino ed è impensabile che il mercato possa essere messo in mano a chi ha fatto cadere a piombo la squadra. Lavorare sin d’ora sulle cessioni: spiace davvero vedere giocatori ampiamente demotivati offrire prestazioni sconcertanti come quella di Cremona (e non solo). Questa squadra va rivoltata, le deve essere ridata un’anima con dei ’guerrieri’ di categoria, non è ammissibile vedere gente che pascola per il campo, surclassata da una Cremonese che ha giocato come si deve, non lasciando nulla di facile in difesa e dominando in attacco, con marpioni che hanno fatto quello che hanno voluto e giovani velocissimi che hanno banchettato sulle rovine.

Mirco Giorgi

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