Spezia, non è soltanto sfortuna. Questa rosa non ha sedici titolari

La sconfitta col Parma è arrivata sì al minuto 94, ma per un autogol che raramente si vede tra i dilettanti

4 dicembre 2023
Spezia, non è soltanto sfortuna. Questa  rosa non ha sedici titolari

Spezia, non è soltanto sfortuna. Questa rosa non ha sedici titolari

Uno dei postulati più sicuri del calcio, sport razionalissimo nella sua irrazionalità, è che la sfortuna si accanisce sempre contro gli scarsi. Si spiega anche così l’ennesima sconfitta dello Spezia, arrivata sì al minuto 94, ma per un autogol che raramente si vede tra i dilettanti. E dunque è giusto che una squadra come il Parma, che investe in giovani davvero forti, vada sparata in A e che questo Spezia, costruito come peggio non si potrebbe dal duo Macia-Melissano, scenda per la seconda volta consecutiva. Purtroppo tocca tornare sempre sugli stessi tasti, ma sabato è apparso solare che le partite non le vinci e nemmeno pareggi se non hai almeno sedici giocatori in grado di tenere il campo. Analizziamo i cambi del Parma: Bernabé, catalano classe 2001, è un under 21 spagnolo (non kazako, né afgano) cresciuto tra Barcellona e Manchester City: appena entrato, ha fatto capire di essere un giocatore di un altro pianeta rispetto agli avversari. Charpentier, franco-congolese del 1999, sarebbe titolare in molte squadre di questo campionato, l’anno scorso 10 reti nel Frosinone. Con lui in campo Muhl, un centrale troppo statico per il nostro calcio, non sapeva più che pesci pigliare, lui che può difendere solo contro bisonti di area di rigore. Anthony Partipilo (classe 1994) è il classico attaccante di categoria che nelle ultime quattro stagioni con la Ternana ha realizzato 39 gol, quasi 10 a campionato, quest’anno già 3, non pochi per un rincalzo: non dimentichiamo che al Picco era assente per infortunio il centravanti titolare, Adrian Benedyczak, classe 2000 pagato 2 milioni (quanto Antonucci, per fare un esempio), che è già a quota 7. Bonny è un francese (2003) dalla fisicità impressionante, tale da spaventare con la sua sola presenza il povero (si fa per dire, visto i 30mila mensili che incassa) Moutinho, causandone l’autorete decisiva. Infine, tanto per gradire, nel finale è entrato il 37enne Ansaldi, veterano della A. D’Angelo, dopo aver giocato in dieci il primo tempo con Zurkowski, ha proseguito nella ripresa con Cipot, che ha passato quasi tutto il tempo a nascondersi dietro l’avversario, poi è passato a nove con l’ingresso di Moro, con Ekdal inserito al posto di Kouda per cercare di salvare la barca che affondava. Gelashvili e Moutinho per il tragicomico finale. Per cui è sfortuna solo fino a un certo punto.

Mirco Giorgi

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