Spezia, tre punti pesanti contro il Palermo. Ora la classifica inizia a fare meno paura

Di Serio uno ’striker’ finalmente cinico e decisivo; Mateju, Hristov e Nikolaou non hanno concesso nulla; Falcinelli e Nagy preziosi

di MIRCO GIORGI -
3 maggio 2024

Aiùtati, che il campionato ti aiuta. Nemmeno il più ottimista a oltranza tra i tifosi dello Spezia poteva pensare a una giornata praticamente perfetta, con gli Aquilotti meritatamente vincenti e, soprattutto, tutte le dirette concorrenti che in un modo o nell’altro hanno steccato. Come giustamente dice D’Angelo, focalizziamoci sulla netta affermazione spezzina, molto più larga di quanto dica uno striminzito 1-0, contro un Palermo che ha confermato di essere lontanissimo da quello che all’inizio aveva gravitato a lungo tra le prime. Meno spettacolari rispetto alla partita con la Sampdoria, ma terribilmente concreti, gli uomini schierati dal tecnico abruzzese hanno avuto in Di Serio uno striker finalmente cinico e decisivo, stavolta senza cervellotiche decisioni arbitrali a negargli il gol o errori pesanti sotto porta come quello di Brescia. Vedendo Lund, un giocatore in chiara difficoltà per tutta la partita, ci chiediamo per l’ennesima volta quali siano le logiche che muovono le società di calcio nelle loro scelte. Mateju era stato liquidato su due piedi per far posto al biondo lungagnone: buon per lo Spezia, che ha acquisito un valido difensore, capace di giostrare con autorità sia da centrale che da terzino. La difesa è una delle chiavi di questa preziosissima vittoria: il terzetto composto dal ceco e dai soliti Hristov e Nikolaou non ha concesso nulla ai rosanero, non pervenuti nel primo tempo, poco di più nella ripresa, ma senza essere mai pericolosi. Il 3-4-3 ha fatto trovare un nuovo equilibrio, con prestazioni importanti anche se poco appariscenti come quelle di Falcinelli e Nagy, che non hanno mai concesso una palla facile da manovrare agli avversari. L’attaccante ha giostrato in una posizione non proprio a lui congeniale, ma come al solito ha lavorato per la squadra con grande intensità: la prova del nove, come a Brescia, si è avuta quando è uscito, con i siciliani che in qualche modo sono riusciti a riportare il baricentro un po’ più avanti. L’ungherese è stato instancabile nel suo lavoro di ricucitura, interrompendo decine di trame e soprattutto rilanciando sempre in verticale per dare respiro alla manovra. Tutti sono stati all’altezza, con Zoet spettatore non pagante che non si è fatto sorprendere sull’unica fiondata, centrale, arrivata dalle sue parti e un Elia in crescita esponenziale, che si sta riprendendo con gli interessi quel che la sorte gli ha tolto con un gravissimo infortunio proprio in rosanero.

Tutto perfetto? Non proprio: il peggior attacco della categoria ha tenuto il match formalmente aperto fino alla fine. Si sa come vanno le cose nel calcio, basta un tiro sporco per ribaltare risultato e prospettive, che in tal caso sarebbero diventate assai più fosche del cielo tipicamente britannico che in queste occasioni fa del Picco un catino terribilmente simile a quello di squadre tipo Preston North End o Wolverhampton. Qui si respira ancora un tifo alla vecchia maniera, dialogante con i protagonisti come fosse il coro di una tragedia greca, influenzando gli eventi con gli echi di un Novecento che in questa città ancora non tramonta, quanto meno negli stili di vita e nei valori tramandati, tra cui il tifo per una squadra arrivata ormai alla soglia dei 120 anni di età, che meriterebbe di essere gestita in modo più appassionato. Ripartiamo intanto dall’Omone, per questi 180’ delicatissimi, dove però saranno gli Aquilotti ad essere artefici della loro sorte.

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