Tre anni da leoni. L’impronta lasciata dal tecnico: i risultati con un gioco scintillante

Tanti i meriti dell’allenatore, forse nell’ultimo periodo ha sottovalutato alcuni campanelli d’allarme.

di Redazione Sport
15 febbraio 2024

L’impronta lasciata dal tecnico: i risultati con un gioco scintillante

Volenti o nolenti l’impronta di Giovanni Pagliari resterà assolutamente indelebile nella centenaria storia della Recanatese. Arrivato nel febbraio di tre anni fa è riuscito, grazie ad un sodalizio di "ferro" con Josè Cianni, a costruire una squadra a sua immagine e somiglianza, ritrovando quel genuino entusiasmo che alcune esperienze precedenti gli avevano, forse, ridimensionato. Il gioco, scintillante ed al contempo redditizio che consentì alla squadra giallorossa di stravincere la "D", laurearsi campione d’Italia di categoria, di raggiungere la salvezza ed addirittura i playoff nel primo anno tra i professionisti, era una delizia per gli occhi di chi lo sapeva apprezzare. E, se proprio dobbiamo scegliere due immagini, ricordiamo la standing ovation dei tifosi del Fano al Tubaldi, umiliati ed annichiliti ma che seppero, sportivamente, rendere omaggio ad un collettivo irresistibile e la grinta feroce di "Peppino" Guadagni a Siena che al 93’, con la sua squadra in difficoltà, esultò per un fallo laterale conquistato quasi come se avesse realizzato una rete. Parliamo di meno di anno fa ed invece sembra essere passato…un secolo. Quel gruppo granitico, incredibilmente, si è sfaldato e nelle ultime settimane ogni volta che si ipotizzava che il fondo fosse stato raggiunto, nella partita successiva si è fatto anche peggio. Nel linguaggio militaresco si parlerebbe di "resa senza condizioni" e quando, nel finale di partita con il Rimini, Pagliari, totalmente immalinconito, si è seduto in panchina, era chiaro che la sua esperienza con il club giallorosso era giunta al capolinea. Sappiamo per certo che lui, alla "causa", ha dato tutto, certamente commettendo anche degli errori ma cercando ogni soluzione per invertire la rotta, tra mille pensieri e notti insonni. Se una pecca la dobbiamo trovare forse quando questa deriva, almeno all’inizio, è stata un po’ sottovalutata, mentre i campanelli di allarme dovevano suonare fortissimi sin da alcuni match giocati non all’altezza e comunque sottotono. "Non dobbiamo essere tristi perché il viaggio è finito – ha scritto Pagliari sul suo profilo social – ma essere felici perché il percorso è stato bellissimo, pieno di soddisfazioni e gioie…I sogni realizzati sono sogni che rimarranno per sempre sigillati nel cassetto del nostro cuore". Anche nei momenti di un divorzio, inipotizzabile sino a pochi giorni fa, la dimostrazione, come disse l’immortale Totò, che "Signori si nasce".

a. v.

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