Un derby del Diavolo. Pulisic-Gabbia ed è delirio. Fonseca stende l’Inter

Dopo sei vittorie nerazzurre, il successo del Milan che aggancia Inzaghi. Pagano le soluzioni di Paulo, che in una notte salva il posto e rilancia i rossoneri.

di MATTIA TODISCO
23 settembre 2024
Matteo Gabbia, 24 anni, con un colpo di testa ha deciso il derby nella ripresa. Azzeccata la scelta di Fonseca di schierarlo titolare

Matteo Gabbia, 24 anni, con un colpo di testa ha deciso il derby nella ripresa. Azzeccata la scelta di Fonseca di schierarlo titolare

Un annunciato (forse troppo) settebello interista dopo sei vittorie consecutive, diventa l’asso di Fonseca, la prima vittoria al primo derby, che spezza la catena. È meritato, il tripudio del Diavolo per il 2-1 finale. I gol di Pulisic e Gabbia, in mezzo Dimarco per il pari, premiano le scelte del portoghese in quella che ha le fattezze dell’ultima spiaggia, dopo il complicatissimo avvio.

Il Milan annunciato alla vigilia, confermato dalle ufficiali, è sinonimo di corsa all’ovvensiva. Spalle al muro, il lusitano ("Lui in bilico? Il focus è solo sulla partita, nessuno ha parlato di altro", rassicura Ibrahimovic nel pre-partita) mescola la forza del duo Morata-Abraham con la rapidità di Pulisic e Leao, supportati alle spalle da Emerson Royal e Theo. Inzaghi si affida invece all’Inter vecchio stampo, senza innesti estivi, ma paga dazio immediato: Mkhitaryan si addormenta, Pulisic brucia lui, Pavard e Acerbi. Un Lautaro ancora a secco in stagione propone una risposta in linea con le difficoltà recenti: palla in Curva Sud. I più interisti nell’animo, il capitano e Dimarco, non sprintano alla partenza, ma restano collegati e appena il Diavolo si concede una svista puniscono in coppia: l’esterno per l’attaccante, di nuovo per l’esterno e diagonale che scuote la rete e uno stadio in cui il confronto dei decibel cominciava a pendere dal lato opposto. Il Milan accusa, comincia a rintanarsi. Avanza allora l’Inter, due volte con Thuram, sulla prima ci vuole un miracolo di Maignan per evitare il sorpasso.

Sommer, per non sfigurare, ne estrae uno dal cilindro quando il cronometro è appena ripartito, senza cambi all’intervallo. Rischia, però, quando si libera del pallone in extremis e colpisce Abraham in area interista. E ancora: smanacciata mancina su Reijnders al primo affondo vero di Leao lancia in resta. L’alternarsi di luci e ombre inquadra la serata interista, a cui Inzaghi prova a porre rimedio con tre cambi in uno, togliendo gli ammoniti Calhanoglu e Mkhitaryan. Ma il risultato è peggiorativo, coi subentrati in campo. Superato lo spavento di un rigore dato e poi tolto col Var (di spalla l’intervento di Lautaro) i nerazzurri ci riprovano ancora col proprio capitano, confermando qualche problema di incisività sottolineato dai recenti numeri in attacco. Al momento del quarto cambio di Inzaghi (Zielinski per Barella), Fonseca non ha ancora attinto alla sua panchina, lo fa poco più tardi con Loftus-Cheek e Okafor. Avanzando il baricentro, l’Inter rischia e ringrazia Leao e Abraham che si divorano due volte il nuovo vantaggio rossonero. Gabbia, invece, suggella un derby perfetto mettendola di testa dove è impossibile arrivare per Sommer.

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