Un gol alla politica Riquelme ’batte’ Milei

L’ex giocatore eletto presidente del Boca Juniors: trionfa sugli uomini del nuovo leader argentino e l’idea di un calcio ’privatizzato’ .

di GABRIELE TASSI -
20 dicembre 2023
Un gol alla politica Riquelme ’batte’ Milei

Un gol alla politica Riquelme ’batte’ Milei

L’ultimo gol di ’el Mudo’. Juan Roman Riquelme l’introverso riunisce il popolo del Boca Juniors che lo elegge presidente. La stella dei colori gialloblù batte pure l’agguerrita concorrenza di Andres Ibarra, appoggiato dall’ex presidente argentino Macri e anche dal nuovo Milei, in corsa per il ruolo da timoniere del club. Gli Xeneizes hanno scelto di non far finire la squadra nelle orbite di privatizzazione dell’ultraliberale Javier Milei, così che il calcio resti di tutti. Sì, perché il Boca, proprio come gli altri club argentini, è un’associazione senza scopo di lucro: non ci sono proprietari di maggioranza, e la sua proprietà è divisa fra oltre trecentmila soci. Insomma lì dove il pallone è una fede, è impossibile tramutare i gli stadi in palcoscenici e ’vendere’ le partite agli spettatori.

Riquelme incassa una vittoria non solo sportiva, ma quasi politica. Considerato come il candidato ’peronista’, diventato presidente ha fatto segnare la prima battuta d’arresto dell’ultradestra di Javier Milei, fortemente contestato dai tifosi quando si è recato alla ’Bombonera’ per votare le cariche sociali del club che fu anche di Maradona. Ma chi è Mauricio Macri? L’ex presidente di destra che nel 2015 ha battuto il ’petronista’ Daniel Scioli.

Ma le urne della Bombonera hanno risposto praticamente con un plebiscito: Riquelme è stato eletto alla guida del Boca con il 65% dei voti, poco più di trentamila preferenze. Una proposta controversa quella di Milei, che in campagna elettorale aveva puntato anche sulla conversione delle società calcistiche da società pubbliche con azionario diffuso a società per azioni aperte agli investimenti dei privati anche stranieri. E da allora Riquelme – una vera istituzione per il club, il fenotipo del calciatore partito dal basso che ha trovato la gloria – si era sempre opposto, sostenendo l’attuale modello ’popolare’.

Ora però c’è una squadra da rimotivare. Brucia ancora la sconfitta nella finale di Copa Libertadores con la Fluminense: e il neo-presidente si è dato come obiettivo proprio quello di riportare "a casa", il massimo trofeo continentale. Gli Xeneize non si sono qualificati e nel 2024: disputeranno quindi la Coppa Sudamericana. La classifica del gruppo B della Primera Division del campionato argentino inoltre dice solo settimo posto, ben lontano dalle aspettative di un club così storico.

Da lì dovrà ripartire l’ex calciatore, che ha giocato nel Boca dal 1996 al 2002 e dal 2007 al 2014, conquistando cinque titoli nazionali, tre Libertadores e una Intercontinentale. Aveva poi fatto ritorno alla Bombonera nel 2019, come vicepresidente nella gestione Ameal. Un amore destinato a continuare ancora a lungo.

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