Chi era Gino Mader, dalla tappa vinta al Giro d’Italia all'exploit alla Vuelta. E quel grande amore per la natura

Ritratto del ciclista 26enne morto dopo l’incidente al Giro di Svizzera. Esploso nel 2021, in Spagna lanciò una singolare iniziativa: donare per l'ambiente un franco per ogni corridore battuto

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
16 giugno 2023
Gino Mader con addosso la maglia azzurra al Giro 2021 (Ansa)

Gino Mader con addosso la maglia azzurra al Giro 2021 (Ansa)

Roma, 16 giugno 2023 - Wouter Weylandt, Antoine Demoitié e Bjorg Lambrecht: al triste elenco di corridori deceduti in corsa negli ultimi anni, quelli in cui è ormai da tempo in vigore l'obbligo di indossare il casco, si aggiunge Gino Mader, che ha perso la vita cadendo in un burrone durante la tappa 5 del Giro di Svizzera 2023.

La carriera

Nato il 4 gennaio 1997 a Flawil, nel Canton San Gallo, Mader ha conosciuto il mondo del professionismo nel 2019 dopo un breve ma intenso passato su pista, con tanto di partecipazioni agli Europei 2016. Con la casacca della Dimension Data nel 2020 per lui si aprono le porte dei Grandi Giri, con la partecipazione alla Vuelta, la corsa che nella sua breve carriera gli avrebbe riservato le maggiori soddisfazioni, come ben testimoniato dal quinto posto in classifica generale raccolto nel 2021 insieme alla leadership nella graduatoria riservata ai giovani. Proprio in questa stagione per Mader arriva la prima vittoria da professionista: il contesto è quello del Giro d'Italia e lo svizzero, passato nel frattempo alla Bahrain Victorios dopo una breve parentesi alla NTT, il nuovo progetto sudafricano, vince la tappa 6, la Grotte di Frasassi-Ascoli Piceno davanti a corridori del calibro di Egan Bernal e Daniel Martin. Quel giorno, con tanto di maglia azzurra sulle spalle a fine giornata, il mondo del ciclismo conosce il talento di Mader, un corridore dall'indole da attaccante che ne denota una generosità fuori dal comune che lo avrebbe reso presto uno dei gregari più preziosi. Forse queste vesti cominciavano giustamente a stare un po' strette a Mader, che la prossima stagione avrebbe avuto un ruolo più centrale alla Tudor Pro Cycling Team per provare a ritornare in auge dopo un periodo di leggera flessione: missione che gli stava già riuscendo quest'anno.

L'amore per la natura

A testimoniarlo c'è il quinto posto nella classifica generale della Parigi-Nizza 2023, vinta da Tadej Pogacar: memorabile la foto che ritrae insieme i due corridori e amici, intenti a scherzare sulle rispettive pettinature. Al ciuffo dello sloveno rispondevano infatti i riccioli d'oro di Mader, un ragazzo ben lontano dallo stereotipo del classico svizzero tutto impegno e sport. All'amore per la bicicletta infatti si univa quello per l'ambiente. Memorabile in tal senso l'iniziativa intrapresa nella Vuelta 2021 e ripetuta nell'edizione successiva, con l'estensione addirittura per ogni gara disputata in stagione: donare alle associazioni a tutela della natura un franco svizzero per ogni corridore battuto durante la corsa spagnola, più 10 franchi svizzeri per ogni corridore superato in classifica generale. A chi gli chiedesse il perché di un'azione concreta e simbolica al tempo stesso, che gli aveva già fruttato quasi 10000 franchi svizzeri, Mader rispondeva così: "Da ragazzo ho avuto la fortuna di poter vedere i ghiacciai e il volto delle Alpi e vorrei che le generazioni future possano avere la mia stessa possibilità di godersi le bellezze della natura: i ghiacciai stanno sparendo e purtroppo non c'è niente di eterno". Una frase che, mai come oggi, riecheggia come una tristissima profezia. Eppure, forse proprio nei luoghi a lui più cari, oggi Gino da qualche parte si starà godendo quegli scorci di eternità dopo aver perso la vita proprio tra le sue amate Alpi: con il rammarico, alla luce di una generosità fuori dal comune, di aver dovuto interrompere forzatamente la sua raccolta di franchi svizzeri per la natura.

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