Ciclismo, svolta storica in Italia: la camera ipobarica non è più vietata

Decade il divieto che differenziava la normativa italiana da quella voluta dalla Wada relativa a una pratica non più considerata dopante

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
7 febbraio 2024
Stefano Oldani al Giro d'Italia 2022

Stefano Oldani al Giro d'Italia 2022

Roma, 7 febbraio 2024 - La questione relativa alla difformità di regolamentazione tra l'Italia e gli altri Paesi sulla tanto chiacchierata camera ipobarica negli anni è stata sollevata a più riprese da diversi atleti e in particolari dai ciclisti, costretti a ricorrere agli allenamenti in altura per evitare di incappare in sanzioni al contrario dei loro colleghi stranieri. L'ultimo in ordine cronologico a esporre a chiare lettere e senza troppi fronzoli il suo dissenso era stato Stefano Oldani, che nel 2022 vinse una tappa del Giro d'Italia: l'occasione buona e il palcoscenico perfetto per togliersi un bel sassolino dalla scarpa.  

I dettagli

  L'allora corridore dell'Alpecin-Deceuninck, da questa stagione in forza alla Cofidis, si espresse così per evidenziare le difficoltà che l'avevano condotto al tanto agognato successo alla Corsa Rosa: "I miei compagni di squadra per prepararsi al Giro d'Italia hanno utilizzato la camera ipobarica e lo hanno fatto in Spagna, mentre io, che sono italiano e vivo qui, sono dovuto andare ad allenarmi in quota alle Canarie". La scelta non è casuale: in quella zona, notoriamente molto gettonata dai corridori per prepararsi, molte strutture ricettive dispongono di camere ipobariche che rispondono perfettamente alle esigenze delle squadre professionistiche. Ma cos'è una camera ipobarica? Oggigiorno queste attrezzature sono anche portatili e sono perfette per simulare le condizioni che ci sono ad alta quota, con tanto di riduzione progressiva dell'ossigeno a disposizione: in questo modo il corpo dell'atleta si abitua a produrre naturalmente una quantità maggiore di globuli rossi, potendo contare su una maggiore ossigenazione durante lo sforzo sportivo. Naturalmente, non basta una seduta per usufruire degli effetti positivi: di norma, i tecnici ricorrono a un periodo mai inferiore alle 2 settimane di allenamenti in quota o appunto nella camera ipobarica. Ebbene, tutto ciò da oggi sarà possibile anche in Italia grazie alla disposizione presente alla pagina 793 della Gazzetta Ufficiale del 27 novembre 2023 che va a cancellare la Legge Penale Antidoping 376/2000, quella che in pratica andava a cozzare con la normativa internazionale prevista dal Codice Mondiale della Wada (l'agenzia mondiale antidoping). Decade quindi l'inclusione della camera ipobarica (o della cosiddetta tenda, un dispositivo analogo collegato a un compressore) nelle pratiche dopanti per gli atleti italiani, sul territorio italiano o estero, titolari di una licenza o una tessera sportiva italiana. E decade automaticamente anche la squalifica che sarebbe scattata di default insieme all'apertura di un fascicolo penale da parte del magistrato nei confronti dell'atleta in questione: un dettaglio non da poco che proibitiva la pratica, associata subito al doping, anche agli stranieri residenti in Italia. Naturalmente, non si è fatta attendere la comunicazione del Ministero della Salute alla Federazione Medico Sportiva e tutte le federazioni sportive nella quale si evidenzia la necessità di tenere sempre sotto stretto controllo medico, quindi sia prima sia dopo la fruizione, l'atleta che ricorre all'uso della camera ipobarica, da questo momento non proibita per allinearsi alle disposizioni internazionali.

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