Ciclismo, il dramma di Wiggins: dai trionfi al Tour e alle Olimpiadi alla bancarotta

In dissesto finanziario dal 2020, il britannico ha perso tutti i suoi beni, come affermato dal suo avvocato: "Ogni notte dorme su un divano diverso"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
17 giugno 2024
Bradley Wiggins (Ansa)

Bradley Wiggins (Ansa)

Roma, 17 giugno 2024 - Da professionista del ciclismo, dal 2001 al 2016, con a referto l'oro a cronometro alle Olimpiadi di Londra 2012 e ai Mondiali 2014 e la vittoria al Tour de France 2012, oltre a svariati altri allori su pista, a cittadino finito in bancarotta e ora anche quasi sparito dai radar: è la triste parabola di Bradley Wiggins, che sta vivendo il momento più complicato della sua vita.  

I dettagli

  Basti pensare che il britannico al momento risiede (si fa per dire) sul divano degli amici disposti a ospitarlo, come fatto trapelare sulle colonne del Daily Mail da Alan Sellers, il suo avvocato. In realtà, uno scenario del genere era nell'aria fin da quando, la scorsa settimana, il nativo di Gand era stato ufficialmente dichiarato in bancarotta e quindi costretto a vendere tutti i suoi beni: tra essi le abitazioni e perfino i trofei, tra i quali le 8 medaglie olimpiche. "Brad al momento passa da un divano all'altro delle casi di amici o familiari. Non so neanche dove fosse la scorsa notte e dove sarà la prossima, non avendo un indirizzo fisso": queste le allarmanti parole di Sellers, che poi fa l'elenco dei beni persi da Wiggins. "Ha dovuto vendere la sua casa di famiglia, quella di Maiorca, i risparmi e gli investimenti. Non ha più un penny e la sua situazione è davvero triste". Tra le righe delle parole espresse dal suo legale, che ha affermato di non essere al corrente degli attuali sposamenti del suo assistito, si intuisce la preoccupazione per le sorti dell'ex icona del Team Sky, il cui calvario era cominciato nel 2020, quando la sua azienda, la Wiggins Rights Limited, era entrata in liquidazione volontaria per una cifra stimata dai creditori di circa 300mila sterline. Lo scorso novembre la situazione era peggiorata allorché per la prima volta intorno a Wiggins cominciava ad aleggiare lo spauracchio della bancarotta a causa di circa 1 milione di sterline di debiti. Lo spauracchio è diventato realtà dalla scorsa settimana e da allora la preoccupazione intorno alla figura di Wiggins, figlio d'arte (papà Gary era stato un ottimo ciclista australiano) e oggi a sua volta attento all'inizio della carriera di suo figlio Ben, sta crescendo a dismisura ora dopo ora.

Lefevere contro l'Uci

Da un protagonista del passato a chi nel ciclismo c'è ancora come Patrick Lefevere, il direttore sportivo della Soudal Quick-Step che tramite il suo consueto editoriale settimanale su Het Nieuwsblad attacca le novità in cantiere dall'Uci per provare a limitare le cadute. "Tra multe, deduzione dei punti, declassamenti e squalifiche penso che oggi ci siano già troppe sanzioni. Si parla dell'introduzione del cartellino giallo, una sanzione mite ma forse più grave per i corridori delle multe, che di solito paga la squadra. L'idea non mi dispiace ma andrà valutata bene la composizione delle giurie. L'idea di rimuovere le radioline la trovo invece ridicola: in questo caso - conclude Lefevere - il primo cartellino giallo deve andare proprio all'Uci".

Leggi anche - Napoli, botta e risposta tra il club e l'entourage di Kvaratskhelia  

Continua a leggere tutte le notizie di sport su