Ciclismo, Madiot contro Djokovic: "Ha rifiutato un test antidoping: andrebbe squalificato"

Il direttore sportivo della Groupama-FDJ attacca il fuoriclasse del tennis: "Nel ciclismo se dici no a un controllo sei ritenuto subito positivo e sospeso"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
2 dicembre 2023
Novak Djokovic (Ansa)

Novak Djokovic (Ansa)

Roma, 2 dicembre 2023 - Il ciclismo e il tennis sono due mondi lontani accomunati dalla lotta al doping e dalle conseguenti polemiche che spesso nascono. L'ultima l'ha accesa, sua malgrado, Novak Djokovic, un fuoriclasse abituato a essere spesso nell'occhio del ciclone. Il nastro va riavvolto fino alla recente Coppa Davis e in particolare ai quarti di finale della competizione tornata in Italia dopo 47 anni di assenza: il serbo si era lamentato di un controllo antidoping chiesto prima della sfida contro il britannico Cameron Norrie, scatenando un dibattito che si è allargato a macchia d'olio.  

"Djokovic dovrebbe essere squalificato"

  L'ultimo a esprimere la sua opinione è stato Marc Madiot, ex corridore, nonché general manager della Groupama-FDJ, che ha avuto da ridire sul fatto che alla fine il numero 1 del ranking ATP il controllo antidoping della discordia non lo abbia sostenuto. "Se un ciclista rifiuta di sottoporsi a un test viene ritenuto automaticamente positivo e in quel caso scatta subito la squalifica. Non si ha il diritto di dire di no a un controllo, anche perché ci sono prodotti che possono essere rilevati soltanto dopo poche ore dalla somministrazione. Se non si effettua il test prima della gara - continua il dirigente sportivo - la suddetta sostanza ha il tempo di sparire dal corpo: è proprio per questo che vengono effettuati prima e non dopo". Insomma, il discorso di Madiot non fa una piega a livello generale: il francese si addentra poi nel caso specifico, alzando un ulteriore polverone intorno al sempre discusso Nole. "Il test antidoping può essere fatto sempre: anche prima di una gara. Il signor Djokovic, se l'organismo competente fa bene il suo lavoro, dovrebbe essere sospeso perché ha rifiutato il controllo prima e lo ha fatto dopo la partita: una scelta che nel ciclismo avrebbe implicato la squalifica automatica".

Prudhomme 'corteggia' Evenepoel

  Da un direttore sportivo al direttore del Tour de France, Christian Prudhomme, che prova a fare 'campagna acquisti' in una fase in cui diversi corridori sono ancora nel pensatoio sul Grande Giro da disputare per il 2024: tra essi c'è Remco Evenepoel, prontamente corteggiato ma di fatto già notoriamente in lizza per il via della prossima Grande Boucle. "Non vediamo l'ora di vederlo in azione sulle nostre strade: abbiamo pensato a lui anche quando è stata disegnata l'ultima tappa, che eccezionalmente è una cronometro". L'elogio di Prudhomme si fa più specifico. "Di lui mi ha colpito la caparbietà, che ho notato anche alla Vuelta 2023: è crollato sul Tourmalet e lì temevo si sarebbe arreso. Invece ha continuato a lottare per vincere, attaccando da lontano e dando spettacolo". Il direttore del Tour fa le carte alla prossima edizione, continuando ovviamente ad ammiccare al belga. "Vedo Evenepoel tra i favoriti: forse solo Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar lo precedono sulla griglia di partenza. Eppure, Remco ha la capacità di far esplodere la corsa e di sparigliare le carte in qualche modo: di certo lascerà un segno importante".

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