Europei di ciclismo 2024, vince Merlier. Beffa per l'Italia

Il belga fa festa in casa nonostante una scia prolungata dietro l'ammiraglia. Gli azzurri lavorano bene ma nel finale restano chiusi: Milan è solo 13esimo

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
15 settembre 2024
Tim Merlier (Ansa)

Tim Merlier (Ansa)

Hasselt (Belgio), 15 settembre 2024 - La prova in linea maschile élite chiude gli Europei di ciclismo 2024 e a far festa è proprio il Belgio padrone di casa, che chiude con il botto grazie alla grande volata di Tim Merlier, uno che nel corso della lunga giornata in Limburgo si è visto molto poco. Anzi, l'unico frame del velocista della Soudal Quick-Step lo vede protagonista di una scia prolungata dietro la sua ammiraglia dopo una foratura: il beniamino di casa, co-capitano insieme a Jasper Philipsen, non solo non viene squalificato ma addirittura, come da copione in questi casi controversi, va a vincere davanti a Olav Kooij e alla sorpresa Madis Mihkels, che si consolano con argento e bronzo.

E l'Italia? La Nazionale protagonista (insieme all'Olanda) non centra neanche la top 10 dopo aver condotto interamente la gara, curando ogni inseguimento prima di commettere un errore simile a quello di ieri della squadra femminile: troppa generosità nell'ultimo chilometro, con Jonathan Milan che poi paradossalmente si ritrova chiuso da una muraglia di rivali senza avere la chance di sprintare. Il friulano, 'tradito' dal mancato lavoro da apripista di Simone Consonni come curiosamente ieri era successo alla sorella Chiara con Elisa Balsamo, deve accontentarsi di un modesto 13esimo posto dopo un mese costellato di successi che faceva presagire ben altro esito in Limburgo e dopo il grande lavoro dei compagni di squadra, con uno strepitoso Edoardo Affini a brillare su tutti. Niente da fare anche per Mathieu Van Der Poel, che si era visto nel corso della giornata con diversi attacchi dalla distanza forse volti più che altro a lavorare per i compagni e ad affinare la condizione in vista dell'appuntamento iridato di Zurigo, seppur nel contesto di un percorso forse troppo duro per le qualità del campione in carica, apparso visibilmente dimagrito per scelta propria.

La cronaca

I 220 km da Heusden-Zolder ad Hasselt, com da previsioni, si aprono all'insegna di scatti e controscatti: dopo diversi attacchi che non vanno a buon fine, riescono a evadere Mathis Le Berre (Francia), Jonas Rutsch (Germania), Nils Brun (Svizzera), Ivo Oliveira (Portogallo) e Felix Ritzinger (Austria). Olanda e Italia, manco a dirlo, si incaricano delle prime fasi dell'inseguimento: curiosamente, a tirare c'è anche la Francia nonostante la presenze nella fuga di una propria unità, Le Berre, mentre per il momento il Belgio gioca al risparmio. Rémi Cavagna (Francia) continua a spingere anche a fronte dell'invito a rallentare del compagno di squadra Christophe Laporte (Francia): a farne le spese è Ritzinger. Quest'ultimo però trova l'aiuto insperato di Mads Wurtz Schmidt (Danimarca) e Arthur Kluckers (Lussemburgo) e proprio questo terzetto, sul tratto in pavé di Op de Kriezel, si riaggancia ai battistrada: l'eccezione è il solito Ritzinger, che si stacca ancora. A sorpresa si forma un drappello di contrattaccanti molto interessante in cui figurano Mathieu Van Der Poel, Mike Teunissen (Olanda), Mads Pedersen, Soren Kragh Andersen (Danimarca), Matteo Trentin (Italia), Jordi Meeus (Belgio), Michal Paluta (Polonia) ed Erik Fetter (Ungheria): un tentativo che non va bene alla Germania e alla stessa Italia, che tirano a tutta per chiudere. E così è: il gruppo si ricompatta prima che la Francia riaccenda la bagarre sullo Zammelenberg. Anche l'Olanda, con il solito Teunissen, prova ad alzare il ritmo a ripetizione: l'Italia si affida a Trentin per il ruolo di stopper. Il duo Teunissen-Van Der Poel scatena i cavalli sul tratto in pavé di Manshoven: l'Italia è sorpresa, ma per sua fortuna l'iniziativa ha vita corta, con Tim Merlier (Belgio) che fora e prova a rientrare sfruttando (fin troppo) la scia della propria ammiraglia. Sul settore in pavé di Op de Kriezel scatta ancora Van Der Poel, sempre rintuzzato da Trentin: a loro si unisce Mikkel Bjerg (Danimarca). Le carte si sparigliano per l'ennesima volta sul Kolmontberg (600 metri con una pendenza media del 4,5%): l'ennesimo allungo di un drappello di una ventina di unità dura poco. Ci riprovano poi i soliti Van Der Poel, Laporte, Pedersen, Rutsch e Kluckers: a loro si accoda Danny Van Poppel (Olanda). All'Italia e al Belgio, rimaste fuori da uno degli attacchi più pericolosi del giorno, il compito di tirare l'inseguimento. Sull'ultimo passaggio sul Kolmontberg (600 metri con una pendenza media del 4,5%) Pavel Bittner (Repubblica Ceca) prova a evadere dal plotone, salvo poi desistere dopo pochi chilometri: troppo poderosa l'azione del sestetto, che continua a guadagnare: la trenata di Edoardo Affini e Mirco Maestri (Italia) dimezza il gap. A 25 km dal traguardo l'inseguimento ha fine e stavolta sembra che davvero nessuna squadra abbia più la voglia né la forza di azzardare attacchi, pensando già alla volata. La Danimarca non ci sta e prova a infiammare il finale con qualche sparata: quella di Kasper Asgreen (Danimarca) è la migliore e a spegnerla è ancora l'Italia. Stavolta veramente è tutto pronto per la volata, con i due treni principali che sono quello azzurro e l'orange, inframezzati da qualche maglia celeste del Belgio: a far festa sono proprio i padroni di casa con Merlier, che dalle retrovie beffa tutti lasciando un retrogusto amaro per quella scia prolungata dietro la propria ammiraglia che non ha portato ad alcuna sanzione.

Ordine d'arrivo prova in linea maschile Europei 2024 

1) Tim Merlier (BEL) in 4h37'09'' 2) Olav Kooij (NED) st 3) Madis Mihkels (EST) st 4) Jasper Philipsen (BEL) st 5) Alexander Kristoff (NOR) st 6) Mads Pedersen (DEN) st 7) Pavel Bittner (CZE) st 8) Stanislaw Aniolkowski (POL) st 9) Christophe Laporte (FRA) st 10) Alex Kirsch (LUX) st  

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