Incidente Gino Mader: le ipotesi sulla caduta che ha portato alla morte. Si aspetta la testimonianza di Sheffield

Il medico del Giro di Svizzera: “Siamo arrivati uno-due minuti dopo l'incidente, dall’alto non riuscivamo a vederlo a causa della profondità del burrone. Gino giaceva immobile in una sorgente d’acqua tra le rocce”

di ANGELO COSTA
18 giugno 2023
I cartelli in ricordo di Gino Mader al Giro di Svizzera (Alive)

I cartelli in ricordo di Gino Mader al Giro di Svizzera (Alive)

Roma, 18 giugno 2023 - Per chiarire la dinamica dell’incidente che ha provocato la morte di Gino Mader al Giro di Svizzera potrebbe esser decisiva la testimonianza di Magnus Sheffield, ciclista americano della Ineos caduto nello stesso punto fatale allo svizzero. Al momento lo statunitense è ancora sotto choc dopo il volo nel burrone che per lui ha avuto conseguenze più leggere: oltre a contusioni e escoriazioni in vari punti del corpo, ha riportato una commozione cerebrale che lo ha costretto a trascorrere tre notti in osservazione all’ospedale.

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Secondo la stampa svizzera, a complicare le indagini è l’assenza di immagini televisive dell’accaduto: la polizia cantonale dei Grigioni sta cercando testimoni che abbiano visto o filmato la caduta. Da accertare anche se gli incidenti di Mader e Sheffield, che sarebbe caduto per primo rispetto allo svizzero, siano collegati fra loro. Non si esclude neppure che i due siano finiti fuori strada in momenti differenti. “Giovedì ero in corsa con la mia moto poco dietro a Gino Mader. Sheffield era più avanti in un gruppo con Evenepoel e il leader Skjelmose. I due a fine tappa hanno riferito della caduta di Sheffield, non sapevano nulla di Mader”, racconta Marco Felder, commentatore della tv svizzera di lingua tedesca.

Sulla tragedia avvenuta lungo la discesa dell’Albula Pass si fanno diverse supposizioni: la velocità eccessiva (in quel punto i ciclisti toccano i cento orari, come testimoniato anche dal computerino di bordo ritrovato sul luogo dell’incidente), una frenata ritardata o un guasto meccanico sono fra le ipotesi al vaglio degli investigatori. “Siamo stati fermati da un commissario di gara e da alcuni spettatori e siamo subito scesi sul luogo dell'incidente – il racconto di Roland Kretsch, medico del giro di Svizzera – Siamo arrivati uno-due minuti dopo l'incidente. Mi sono subito fermato per vedere dove fossero i feriti. Dall’alto non riuscivamo a vederli a causa della profondità del burrone e ho subito detto al mio autista: per favore, organizza subito il Rega (il trasporto sanitario in elicottero, ndr) perché è successo qualcosa di grave”.

“Sono sceso con gli stivali e ho trovato due feriti. Da una parte c’era Magnus, che era già seduto e tremava in tutto il corpo. E Gino, che giaceva immobile in una sorgente d’acqua, tra le rocce. Era privo di sensi ed era senza polso. L'ho tirato fuori dall'acqua con un fisioterapista del team Bahrain e l'ho rianimato sul posto”, aggiunge il medico. Manovre di rianimazione durate 25 minuti: quando il battito è ripreso, Mader è stato trasferito sull’eliambulanza per raggiungere l’ospedale di Coira. Purtroppo la situazione, apparsa subito grave, non è migliorata: Mader è morto nella mattinata di venerdì in seguito ai traumi riportati.

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