Favoriti Giro dell’Emilia 2023: la griglia. Roglic davanti a Pogacar

Cast stellare per la classica del San Luca: Primoz corre in casa, Tadej ha un conto in sospeso con la corsa

di ANGELO COSTA
28 settembre 2023
Primoz Roglic (Omaggio)

Primoz Roglic (Omaggio)

Bologna, 28 settembre 2023 –  Prova generale in vista del Lombardia, il giro dell’Emilia 2023 brilla comunque di luce propria: per luminosa tradizione (a parte poche eccezioni, chi ha fatto la storia del ciclismo è nell’albo d’oro) e per la fama di corsa dura e vera, che difficilmente si concede a un vincitore a caso. Classica centenaria, con la Freccia Vallone è l’unica importante a concludersi in salita: non è un caso che il Tour 2024 abbia scelto di transitare due volte sull’iconica ascesa di San Luca prima di concludere in città la tappa di Bologna. Nè è casuale che la Rai abbia scelto di trasmettere in diretta la corsa emiliana sulla seconda rete (dalle 14), come succede soltanto a Sanremo e Lombardia.

Da Tour è anche la partecipazione: esclusi Vingegaard e Evenepoel, i migliori specialisti di corse a tappe ci sono tutti, distribuiti in 16 formazioni di World Tour. Classico è anche il percorso, che in 204 chilometri assomma quasi tremila metri di dislivello. Da Carpi si pedala subito in pianura, poi si comincia presto a salire: Samone, Tolè e l’inedita scalata di Gavignano - Monte Nonascoso poco dopo metà gara. Il clou nel finale, col primo passaggio a San Luca e i successivi quattro giri, uno spettacolo di 37 chilometri nello straordinario scenario dei portici bolognesi, patrimonio Unesco. Ecco la griglia di partenza con i favoriti dell’edizione numero 106.

In pole

Primoz Roglic

Arriva da una Vuelta chiusa sul podio e forse limitata dalle ragioni di squadra, viene da una stagione in cui ha conquistato tutte le altre corse a tappe disputate, Giro compreso. Ritrova San Luca, la sua salita prediletta, dove ha vestito la prima maglia rosa e vinto due giri dell’Emilia: in pratica, corre in casa.

Prima fila

Tadej Pogacar

Riposatosi dopo il Tour e rimesso a posto il polso dopo i guai primaverili, si è ripresentato subito da corsa, secondo sua abitudine. E’ vero che punta al terzo Lombardia, ma non è tipo da correre le altre gare per allenarsi: secondo lo scorso anno, è anche quello che non ama lasciare conti in sospeso.

Enric Mas

Sempre davanti alla Vuelta, ma senza la forza per restare col magico trio della Jumbo, punta a un risultato importante per chiudere una stagione fin qui inferiore alle sue attese e senza successi. Il sogno è il Lombardia, ma anche l’Emilia resta un bersaglio: centrato un anno fa davanti a Pogacar, non gli dispiacerebbe ripeterlo.

Seconda fila

Pavel Sivakov

Dopo il mancato rinnovo con la Ineos, ha trasformato la delusione in rabbia, inventandosi un settembre da vincente. Vorrebbe chiuderlo alla grande, lasciandosi dietro grandi firme, dimostrando alla sua squadra che nelle classiche anche lui può dire la sua.

I gemelli Yates

Sia Adam che Simon sulle pendenze più cattive sono brutti clienti. Uno potrebbe sacrificarsi per Pogacar come già al Tour, l’altro è di quelli da tener d’occhio per la capacità di accendersi sugli strappi dove conta l’esplosività.

Terza fila

Michael Woods

Vincitore sul Puy de Dome al Tour, è un altro di quelli che ama le classiche più dure. In attesa di riprovare l’assalto al Lombardia, ripassa da una corsa già sfiorata un paio di volte con altrettanti podi: ha qualità ed esperienza, contro i più forti a volte bastano per fare la differenza.

Romain Bardet

È un altro che quando c’è aria di salita si illumina, come ha ben mostrato all’ultima Vuelta. Non è uno specialista di classiche, ma questa gli piace e l’ha pure accarezzata sette anni fa, giungendo in scia a Chaves: in vista del Lombardia, far bene sul San Luca potrebbe dargli una spinta maggiore.

Partenza dalla piazza di Carpi e arrivo a San Luca a Bologna

Outsiders

Lorenzo Fortunato Da bolognese, è la classica che sente di più. Come il concittadino Velasco, tricolore in carica, conosce a memoria percorso e San Luca. A motivarlo è anche il sesto posto di un anno fa, quando è rimasto fino all’ultimo con i più titolati avversari. Richard Carapaz

Punta sulle ultime corse per raddrizzare una stagione che gli ha voltato le spalle, spedendolo a casa dal Tour il primo giorno e negandogli la Vuelta. Si è rialzato dai guai fisici con grande volontà e una discreta forma, subito mostrata nelle corse italiane: per uno scalatore come lui, l’Emilia è una benedizione. Alexandr Vlasov

Vincitore dell’edizione del covid tre anni fa, resta il più enigmatico dei favoriti: vince quando non te l’aspetti, se lo aspetti c’è il fondato rischio di restar delusi. Si presenta con una spalla d’eccezione come Hindley, più adatto a salite lunghe: il resto dovrà mettercelo lui. Juan Ayuso Quarto alla Vuelta dietro il trio galattico della Jumbo dopo esser salito sul podio un anno prima al debutto, rientra appieno nella categoria predestinati. Ha ventun anni, va forte in salita e a cronometro e all’Emilia potrebbe avere un ruolo importante se a lasciargli strada sarà il suo leader nonché modello Pogacar.  

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