Mondiali di ciclocross 2024, sesto titolo iridato per Van Der Poel

L'olandese senza rivali a Tabor, dove tra gli juniores si impone l'azzurro Viezzi: "Un sogno che si realizza"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
4 febbraio 2024
Mathieu Van Der Poel (Ansa)

Mathieu Van Der Poel (Ansa)

Roma, 4 febbraio 2024 - E sono 6: a Tabor, dove era cominciata e dove potrebbe anche finire la sua lunga e straordinaria epopea nel ciclocross, Mathieu Van Der Poel conquista il suo sesto titolo iridato dopo quelli raccolti nel 2015, 2019, 2020, 2021 e 2023 e lo fa al termine di una prova che ben fotografa il suo dominio stagionale nel fango.  

I dettagli

  Il copione è ormai fisso: l'olandese, al via senza gli acerrimi rivali Wout Van Aert e Tom Pidcock, parte fin dal primo giro e saluta il resto della compagnia, chiamata a quel punto solo a spartirsi le posizioni di rincalzo. In Repubblica Ceca, a completare il podio sono Joris Nieuwenhuis e Michael Vanthourenhout, due specialisti della disciplina che al cospetto del re assoluto sembrano quasi dei dilettanti. Re che porta a 13 su 14 uscite in stagione i successi e a quota 162 quelli complessivi nel ciclocross, con Eric De Vlaeminck che continua a guardare tutti dall'alto a livello di Mondiali grazie ai suoi 7 titoli in carniere. In teoria Van Der Poel, che curiosamente dopo la ricognizione fatta in mattinata si era dichiarato preoccupato del percorso da affrontare, avrebbe spazio e tempo per scalzare il compianto fuoriclasse belga, ma nella pratica le intenzioni sembrano condurre a una svolta nella carriera. Il figlio e nipote d'arte ha infatti recentemente dichiarato di pensare di voler salutare il fango dopo l'appuntamento iridato di Tabor, località dove nel 2015 era cominciata questa epopea vincente, con lo scopo di vivere inverni più rilassati e di concentrarsi quindi sulla strada. Sarà proprio così? Per ora Van Der Poel, che curiosamente oggi si è anche concesso il lusso di cambiare bici a ogni passaggio ai box per non rischiare guai meccanici, può godersi i meritati allori in entrambe le discipline, con la speciale statistica che, tra fango e strada, lo vede vincitore di ben 10 titoli iridati contando anche quelli messi in carniere nella categoria juniores, quella che oggi ha regalato un sorriso all'Italia grazie all'acuto di Stefano Viezzi.

Le dichiarazioni di Viezzi

  Insomma, piccoli Van Der Poel crescono magari in una squadra, quella azzurra, non proprio avvezza ai successi in una disciplina storicamente dominata da Belgio e Olanda. "Sono felicissimo, non ho ancora realizzato bene quello che ho fatto. So solo che volevo questo risultato e che l'ho raggiunto: l'emozione che sto provando è enorme": parole e musica del classe 2006, che riporta in Italia un titolo che mancava dal 2005, a firma di Davide Malacarne. Nonostante la giovane età, il friulano ha già le idee chiare sulla disamina della prova che l'ha portato sul tetto del mondo. "Ho giocato tutte le mie carte e sono stato aiutato dalla fortuna, ingredienti fondamentale per vincere. Era il mio obiettivo fin dall'inizio della stagione e se l'ho raggiunto devo ringraziare anche il mio staff e tutti coloro che lavorano dietro le quinte, oltre al ct Daniele Pontoni, che ha creduto in me".

 

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