Mondiali di Gravel 2024, l'accusa di Stuyven: "Il Belgio correva per Van Der Poel"

L'invettiva del corridore della Lidl-Trek trova conferme tra i portacolori dell'Alpecin-Deceuninck: "Il materiale lo forniva completamente la squadra. A questo punto meglio far vincere Mathieu"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
8 ottobre 2024
Jasper Stuyven (Ansa)

Jasper Stuyven (Ansa)

Roma, 8 ottobre 2024 –  Il ciclismo è uno sport singolo, ma anche di squadra e tra esse ci sono le Nazionali, a loro volta spesso legate a doppia mandata, inconsapevolmente o meno, ai giochi di club: è ciò che in queste ore sta pensando Jasper Stuyven, reduce da un'avventura ai Mondiali di gravel 2024 tutt'altro che indimenticabile.

I dettagli

Il rammarico del belga è soltanto personale, perché alle spalle del vincitore Mathieu Van Der Poel si sono piazzati in sequenza i connazionali Florian Vermeersch e Quinten Hermans, che hanno quindi completato il podio di Lovanio. Podio dal quale è rimasto fuori il campione europeo della disciplina del 2023, che a quanto pare non ha gradito la condotta di gara degli altri membri del Belgio. "Avremmo potuto correre in maniera diversa, ma non voglio dire altro". Questo è il commento di Stuyven affidato ai microfoni di DH Les Sports+: a quelli di Sporza invece il corridore della Lidl-Trek ci andrà giù decisamente duro. "Era chiaro che tutti i corridori dell'Alpecin-Deceuninck fossero qui per aiutare Van Der Poel. Io invece mi aspettavo una gara che si svolgesse per nazioni". Accuse pesantissime che aprono crepe in seno a un Belgio non nuovo, anche su strada, a vivere di tante 'primedonne' piuttosto incompatibili tra loro negli eventi per Nazionali. Quasi come una beffa, neanche tanto velatamente Hermans, terzo a Lovanio, conferma il sospetto di Stuyven.

"Avevamo gli uomini perfetti per dettare il ritmo fin dall'inizio. Questa in teoria era una gara tra nazioni ma, diciamocelo, si correva più che altro per squadra, anche se in teoria il nostro ruolo era provare a rendere la vita quanto più complicata possibile a Van Der Poel". Spoiler: le cose non sarebbero andate proprio così e per una ragione che attiene a quanto temuto da Stuyven. "La squadra (appunto l'Alpecin-Deceuninck, ndr) pagava tutto a livello di materiali: alcuni corridori hanno persino dovuto comprare da soli la maglia del Belgio. Anche per questo, non ci si può aspettare che poi corriamo come una Nazionale". Insomma, il movimento gravel è in netta ascesa negli ultimi anni, ma forse a livello logistico la strada da percorrere è ancora tanta.

Lo stesso Gianni Vermeersch, altro belga portacolori dell'Alpecin-Deceuninck, ha confermato il trend. "E' sempre un bene quando vince qualcuno della nostra squadra: non spettava a noi chiudere il gap su Van Der Poel". Dunque, una sorta di 'complotto' tramato dagli uomini dell'Alpecin-Deceuninck esisteva e a farne le spese, a suo dire, è stato Stuyven, comunque bravo a questo punto a piazzarsi in scia al podio. La scia, quella più pericolosa, potrebbe esistere in seno al Belgio nei prossimi eventi tra Nazionali. E dire che, ironia del destino, anche in casa Olanda, forse più che altro a livello femminile, esistono problematiche simili che purtroppo per l'Italia, oggi poco competitiva in tutti gli ambiti, non ci sono affatto.

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