Il percorso del Giro d'Italia 2024, occasione per Pogacar. L’analisi di Angelo Costa

Il percorso del prossimo anno abbassa il dislivello e propone due crono lunghe: lo sloveno potrebbe tentare l'accoppiata col Tour

di ANGELO COSTA -
13 ottobre 2023
Tadej Pogacar  (Alive)

Tadej Pogacar (Alive)

Milano, 13 ottobre 2023 – Bello o brutto, duro o morbido, equilibrato o meno che sia, un Giro d’Italia quando nasce si porta dietro un interrogativo: quali saranno i suoi interpreti? Non sfugge alla regola nemmeno il percorso del 2024, svelato ufficialmente a Trento e già in cerca di primattori. Pur presente in sala, non ci sarà l’ultimo vincitore Primoz Roglic, allungando così la tradizione negativa che da sei edizioni non vede al via chi si è imposto l’anno precedente. Non ci saranno nemmeno Jonas Vingegaard, concentrato sul tris consecutivo al Tour, e l’ex iridato Remco Evenepoel, che invece in Francia andrà per la prima volta. Quanto a Tadej Pogacar, chissà che non cambi idea: lui pure ha nel mirino la maglia gialla, ma questo percorso più morbido rispetto agli ultimi anni e con un paio di crono lunghe potrebbe spingerlo a tentare la doppietta Giro-Tour riuscita per l’ultima volta a Marco Pantani 25 anni fa, vale a dire nel secolo scorso. Senza uno di questi quattro, non resterà che accontentarsi: l’ex vincitore Hindley, i gemelli Yates e il portoghese Almeida i nomi ai quali si chiederà di reggere il cartellone, mentre da Sua Velocità Pippo Ganna, dal debuttante Van Aert e dallo scalatore Giulio Ciccone, se confermeranno la loro partecipazione, ci si potrà aspettare qualche giornata di gloria.

In attesa dei suonatori c’è uno spartito che rispetto all’ultima edizione è decisamente light: meno dislivello da affrontare (42.900 metri contro i 51.400 dello scorso maggio, a fronte di un Tour arrivato a superare i 56 mila) e tappe più corte (la media delle 21 in programma è 158 chilometri, soltanto quattro superano i 200). E’ un Giro che può accendersi subito, fin dal secondo giorno a Oropa, che non si nega le montagne (sei gli arrivi in quota), ma neppure le crono: ce ne sono due, in Umbria e sul Garda, 68 chilometri in totale destinati a segnare la corsa. Perché è vero che bisogna andar forte ovunque, ma chi riesce a farlo contro il tempo si mette avanti coi lavori. Da come è concepito, è un Giro in cui bisogna esser pronti fin dal primo giorno, senza aspettare la popolarissima terza settimana, quella che concentra il maggior numero di montagne. Di trappole ce ne sono fin dalla prima: Oropa subito, poi lo sterrato toscano e la prima delle due crono da Foligno a Perugia, ma pure l’esame di Prati di Tivo dopo una giornata che non conosce pianura. Non meno insidiosa la seconda settimana, con l’arrampicata a Bocca della Selva partendo da Pompei, il punto più a sud della corsa, i muri marchigiani prima di Fano, infine, dopo lo sprint di Cento, un weekend che farà da spartiacque in classifica, con la piatta crono fra Castiglione delle Stiviere e Desenzano e il tappone di Livigno che assomma chilometri (220) e dislivello (5200 metri). Se in classifica ci sarà ancora qualche nodo da sciogliere, provvederà l’ultima settimana, che di sei tappe ne presenta tre severissime: quella di Santa Cristina con lo Stelvio subito in partenza, la successiva col doppio passo del Brocon e quella del sabato a Bassano con la doppia scalata del monte Grappa, prima del trasferimento a Roma per la passerella conclusiva. In sintesi: menu completo, che non si nega nulla. Bello o brutto, duro o equilibrato che sia, inutile stabilirlo adesso: siccome son sempre i corridori a fare la corsa, toccherà a loro dirlo. Le dichiarazioni dei protagonisti

Primož Roglič, vincitore del Giro d'Italia 2023: "La vittoria sul Monte Lussari rappresenta uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Ho rivisto più volte le immagini di quella tappa nei mesi a seguire, è stato splendido festeggiare con i miei tifosi. Guardando al 2024, la frazione che mi piace di più è la 20, penso che la doppia scalata al Monte Grappa sarà decisiva per la Maglia Rosa".

Filippo Ganna, vincitore di sei tappe al Giro d'Italia: "Sarà un Giro molto impegnativo, chiaramente il mio focus sarà sulle due cronometro. Delle due la più adatta a me è quella di Desenzano. Voglio togliermi qualche soddisfazione perchè vincere tappe al Giro è sempre speciale".

Jai Hindley, vincitore del Giro d'Italia 2022: "La seconda settimana sarà durissima, la tappa 15 è forse la più impegnativa. L'arrivo in altura di Livigno sarà da non perdere. L'arrivo in squadra di Roglič darà tanto alla mia squadra, sarà sicuramente un upgrade per i Grandi Giri dove saremo molto competitivi".

Peter Sagan, vincitore di due tappe al Giro d'Italia e Maglia Ciclamino nel 2021: "Mi sono ritirato dalla carriera su strada ma ho ancora un sogno a cinque cerchi, la prova olimpica di Mountain Bike a Parigi. So che sarà difficile qualificarsi ma voglio divertirmi".

Vincenzo Nibali, due volte vincitore del Giro d'Italia (2013, 2016): "E' bello essere sempre all'interno del ciclismo e seguire le gare da un punto di vista differente come ho fatto al Giro di quest'anno. Sarà una partenza atipica, bisogna arrivare subito pronti perchè le prime tappe sono impegnative. Oropa al secondo giorno sarà un test importante e sarà bello ricordare l'impresa di Marco Pantani 25 anni dopo. La cronometro di Perugia sarà un bel banco di prova per chi punta alla Maglia Rosa. Tante salite nella seconda e nella terza settimana, sono convinto che la corsa sarà aperta fino alla fine, come l'anno scorso, e che il Monte Grappa possa essere decisivo".

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