Ciclismo, termina la carriera su strada di Sagan
Lo slovacco appende parzialmente la bici al chiodo prima di passare alla mountain bike: "Non ho rimpianti e punto alle Olimpiadi"
Roma, 1 ottobre 2023 - Amato, odiato, sempre al limite ma, di fatto, mai indifferente: il protagonista è Peter Sagan, che domenica 1 ottobre ha chiuso la sua trionfale carriera su strada.
La carriera
Difficile riassumere in poche parole un'epopea nata nel 2009 e chiusa al Tour de Vendée 2023, per la cronaca vinto da Arnaud Démare. Meglio affidarsi ai numeri e a uno in particolare: 121, come le vittorie complessivamente ottenute dall'estroso slovacco. In carniere ci sono, tra gli altri, i trionfi ottenuti ai Mondiali (3 di fila, nel 2015, nel 2016 e nel 2017, evento mai accaduto prima), agli Europei (nel 2016), al Giro delle Fiandre (nel 2016), alla Parigi-Roubaix (nel 2018), alla Gand-Wevelgem (nel 2013, nel 2016 e nel 2018) e nei Grandi Giri, con un computo totale di 18 tappe vinte. Insomma, numeri sommari e incompleti ma già di per sé fantasmagorici per un corridore che negli anni d'oro era quasi imbattibile nelle corse di un giorno grazie a un eccellente spunto veloce al quale si abbinavano delle ottime doti da finisseur, oltre a una discreta resistenza sulle pendenze meno dure. Insomma, il prototipo ideale dell'interprete della bicicletta a dispetto di una condotta di vita non sempre impeccabile, con diversi eccessi che probabilmente hanno limitato le potenzialità di Sagan, che chiude la sua carriera su strada con un grande cruccio: quella Milano-Sanremo accarezzata varie volte ma mai vinta nonostante sulla carta fosse forse la corsa più congeniale al classe '90. Anomalie che solo il ciclismo, con le sue regole non scritte dettate dall'imprevedibilità, sa regalare. Se questo è il verdetto della strada, quello del vecchio amore chiamato mountain bike è tutto da scrivere. Da oggi in poi infatti Sagan concentrerà i suoi sforzi sulle ruote grasse, con l'obiettivo di fare la voce grossa alle Olimpiadi di Parigi 2024: lui che nella capitale francese si è presentato ben per 7 volte con la maglia verde del Tour de France.
Le dichiarazioni di Sagan
Non c'è ritiro senza parole di addio: anche un corridore estroso e trasgressivo (anche nei vari look sfoggiati negli anni) come Sagan non fa eccezione. "La mia carriera non è finita: lascio la strada e mi dedico alla mountain bike. Insomma, si chiude un capitolo e se ne apre un altro". La prima precisione dello slovacco è un chiaro manifesto di un corridore mai domo, pur con la consapevolezza che la nuova avventura alle porte sarà piuttosto complicata. "Rispetto a quando ho iniziato, 15 anni fa, le corse in mountain bike sono diventate più lunghe e più dure. Si tratta di uno sport quasi totalmente rivoluzionato: volendo fare un paragone, per me sarà come passare dalla Formula 1 al rally". Insomma, un bel salto nel buio, ma senza rimpianti. "La cosa più importante sarà divertirmi. Entrerò in un mondo più rilassato e più vicino alla natura. Ho tante cose da fare, come cercare di raggiungere le Olimpiadi tramite le varie tappe di Coppa del Mondo e, soprattutto, non ho rimpianti".
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