Napoli, paradosso Osimhen: ritrova il gol ma perde il sorriso

Dopo il rigore fallito a Bologna il nigeriano non si ferma più: reti a Udinese e Lecce ma niente esultanze, lasciando così la porta aperta a qualsiasi scenario

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
1 ottobre 2023
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 1 ottobre 2023 - Due indizi fanno una prova: figurarsi 8. E' questo il computo complessivo delle reti realizzate dal Napoli contro Udinese e Lecce: un doppio poker che spazza definitivamente la crisi sul campo, mentre all'esterno del terreno di gioco qualche criticità resta.

Il comune denominatore

Il riferimento va proprio al solito Victor Osimhen, che ha ripreso a segnare a raffica. Fin qui niente di nuovo: a partire dal 2020 e al netto di qualche pausa piuttosto lunghezza dovuta più che altro a guai fisici, ammirare il numero 9 azzurro andare in rete non è affatto una notizia. La notizia è invece vedere l'attaccante mascherato, notoriamente un bomber che, in quanto tale, vive per il gol, segnare quasi senza festeggiare. Il tutto nonostante le 'coccole' del club partenopeo. La prima: un comunicato atto a smentire qualsiasi volontà di deridere a mezzo social il proprio giocatore più rappresentativo. Men che meno, ovviamente, l'intenzione di cadere nel dileggio a sfondo razziale. La seconda, tra l'altro fresca di giornata: l'addio di Alessio Fortino, il precedente social media executive della società. I piani altissimi del Napoli relegano l'avvicendamento a un fatto fisiologico e già preventivato. Chi non crede nelle coincidenze ovviamente sarà libero di maturare un'altra convinzione. Fatto sta che è la spia di un terremoto ancora alle prese con qualcosa di più di semplici scosse di assestamento che, curiosamente, riguardano l'unico comune denominatore delle due recenti goleade, quelle in cui gli azzurri hanno vinto senza alcuna marcatura multipla. La prima buona notizia per il Napoli non è da poco: la nuova squadra che nascendo sempre più a immagine e somiglianza di Rudi Garcia non ha alcuna pericolosa dipendenza da Osimhen. La seconda è che quest'ultimo resta però un punto cardine del reparto avanzato azzurro, quello che lentamente sta ritrovando tutti i suoi protagonisti. Insomma, un ipotetico alieno sceso sulla terra oggi farebbe fatica a distinguere questo Napoli da quello che un anno fa cominciava la scalata verso lo scudetto. Eppure, qualcosa è cambiato. Banalmente, si potrebbe tirare in ballo soltanto il rendimento delle altre rivali per il titolo, che quest'anno sembrano più costanti e determinate: anche se, va detto, il crollo generale alle spalle degli azzurri nello scorso torneo si sarebbe verificato a cavallo della sosta per lasciare spazio ai Mondiali 2022. Insomma, sulla carta il Napoli è ancora in tempo per accelerare la propria andatura, salutare tutti e andarsene. A tal riguardo, le prime risposte probabilmente arriveranno soltanto allorché il calendario proporrà i primi scontri diretti: finora gli azzurri ne hanno vissuto uno solo, quello interno contro la Lazio e i ricordi non sono dei migliori. Proprio la partita contro i biancocelesti aveva segnato il primo strappo tra la piazza e un Garcia che oggi sta invece recuperando punti: sia in classifica sia nel rapporto proprio con gran parte della tifoseria.

La difesa di Osimhen

Si accennava alle differenze tra il Napoli attuale e quello di un anno fa e si tirava in ballo Osimhen, che segna oggi come allora. Anzi: in realtà nell'autunno 2022 per il nigeriano cominciava un lungo calvario fisico a causa di un grave infortunio muscolare. Non proprio un inedito nella sua lunga epopea in azzurro. Attualmente il numero 9, già a quota 5 gol in campionato, sta vivendo invece una fase di estrema brillantezza sotto ogni aspetto relativo al rettangolo verde di gioco. Ciò che manca è quell'armonia che forse si è spezzata già in estate sotto il fuoco di due eventi: l'addio alla panchina azzurra di Luciano Spalletti, il primo allenatore ad aver creduto con fermezza nelle doti straordinarie del capocannoniere dello scorso campionato e la lunga querelle legata a un rinnovo che prima sembrava vicino e che oggi pare invece una chimera. La ciliegina su una torta rancida è arrivata con i fatti dei giorni scorsi: dal rigore fallito di Bologna alla seguente furia dopo la sostituzione della discordia, fino ad arrivare al caos generato dall'ormai famigerato caso TikTok. Nella giornata di domenica proprio Osimhen è sceso in campo in prima persona, provando a smorzare le polemiche a distanza tra i suoi due mondi: il Napoli e la Nigeria, allontanati dalla fastidiosa ombra del razzismo. Uno degli attaccanti più forti in circolazione per una volta gioca in difesa e, tramite in accorato comunicato, spegne uno dei tanti focolai accesi nei giorni scorsi: probabilmente il più increscioso. E il resto? Per il momento tutto tace sul fronte rinnovo, con qualcuno che addirittura ipotizza un clamoroso addio già a gennaio. La destinazione? Proprio quel Real Madrid che, in bilico tra fantamercato e realtà, tra pochi giorni verrà al Maradona per ammirare il proprio oggetto del desiderio e, nel caso, prendere appunti. Improbabile, per non dire impossibile, che un presidente sempre attento alla propria creatura come Aurelio De Laurentiis decida di privare il Napoli campione d'Italia del suo giocatore più rappresentativo di fatto a metà stagione. L'altro assioma altrettanto vero è che difficilmente il patron potrebbe essere disposto a salutare a zero nell'estate 2025 il giocatore più costoso della storia del club partenopeo. Tra questi due scenari oscilla un rinnovo che al momento difficilmente arriverà. Lo dice la tempistica, lo dice la forbice ancora piuttosto ampia tra domanda e offerta e, soprattutto, lo dice la faccia di Osimhen, che segna e segnerà di nuovo ma forse senza più quel sorriso dei giorni d'oro. Insomma, il matrimonio andrà avanti (almeno) fino al prossimo giugno, ma al momento il rapporto non sta vivendo la sua fase più felice. Naturalmente, in un mondo frenetico come quello del calcio, tutto potrebbe cambiare nel giro di pochissimo: magari già martedì grazie a un gol a quel Real Madrid che nei prossimi mesi potrebbe diventare il terzo incomodo di un legame meno solido del passato. Anzi no: segnare non basta più per scacciare i venti di crisi. Nella lunga e delicata partita a scacchi tra il Napoli e Osimhen anche i dettagli stanno cominciando ad assumere il proprio peso. Uno su tutti? Le (non) esultanze del bomber che ha perso il sorriso.

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