Napoli, la notte della rinascita nel segno di un poker non casuale
Gli azzurri travolgono l'Udinese grazie a Zielinski, Osimhen, Kvaratskhelia e Simeone: uomini che per motivi diversi hanno un peso specifico importante nel progetto
Napoli, 28 settembre 2023 - Il paziente sta meglio, è in via di recupero, ma forse è ancora presto per parlare di guarigione completa e di dimissioni: il Napoli vince e convince contro l'Udinese, ma per emettere verdetti più chiari e definitivi sul lavoro di un Rudi Garcia che non a caso resta sotto osservazione serviranno altre partite e test più probanti.
Poker di marcatori non casuali
In effetti, soltanto chi rema contro il tecnico francese e gli stessi azzurri nella loro totalità può archiviare già ora le difficoltà affrontate in questa prima parte di stagione: praticamente, significherebbe tornare al punto di partenza, cioè ai venti che soffiano in direzione esonero, alla prima difficoltà, da inquadrare addirittura anche in un pareggio. Il discorso vale per l'allenatore ma forse ancora di più per i giocatori, che in questo scorcio iniziale di stagione avevano spesso mostrato la copia pallida di sé. Ieri però, nella cornice di un Maradona che alla lettura delle formazioni qualche fischio al capo del vapore lo aveva riservato, tutti (ma proprio tutti) si sono scrollati la polvere di dosso sfoderando una prova sublime. Quasi come un manifesto di un nuovo corso che, per citare Aurelio De Laurentiis, potrebbe avere realmente preso il via, l'elenco dei marcatori non sembra casuale. Si parte da Piotr Zielinski, che si presenta sul dischetto per gentile (o forse no) concessione di Victor Osimhen: al contrario di quanto accaduto appena pochi giorni prima al Dall'Ara di Bologna, stavolta il rigore va a segno e il merito è di un giocatore che quest'estate è stato più volte a un passo dall'addio.
L'Arabia Saudita chiamava e Zielinski rispondeva picche per amore della famiglia e probabilmente dello stesso Napoli, che si ritrova in casa un centrocampista (ancora) moderno ed efficace come pochi. Tutto molto bello, ma da qui al prossimo giugno le parti dovranno riaggiornarsi per suggellare l'attuale ritorno di fiamma con un rinnovo di contratto: pena la separazione rimandata di appena pochi mesi rispetto a quello che poteva succedere nella stagione calda appena alle spalle. Intanto però Garcia può godersi il nuovo perno del suo gioco, che 'strappa' il rigore a Osimhen prima che quest'ultimo si metta in proprio con il più classico dei gol 'scacciapolemiche'. Peccato che tutte le varie questioni aperte intorno al nigeriano restino tali. Lo sanno tutti: a cominciare dal diretto interessato, non a caso insolitamente freddo nell'esultanza. Eppure, per qualche minuto tutto viene ridimensionato: le polemiche con la società per la nota questione legata a TikTok, il nervosismo con Garcia per qualche sostituzione non gradita, l'ombra del sospetto calata sull'operazione che nel 2020 l'ha trasferito dal Lille al Napoli e perfino forse il primo vero attrito con parte della piazza. Poteri di una 'semplice' partita di calcio.
Se questa è la storia di un primo tempo, quello contro l'Udinese, totalmente a tinte azzurre, la seconda frazione parla di un copione analogo e della rinascita di Khvicha Kvaratskhelia, che chiude il proprio digiuno in fase realizzativa dopo 192 giorni e due pali colpiti proprio in una serata che sembrava maledetta come gli ultimi mesi. Per il georgiano arrivano una rete e un assist per Giovanni Simeone. E qui si torna al discorso della non casualità dei marcatori di una serata che potrebbe davvero fungere da nuovo inizio. La rete dell'argentino, che si conferma uno dei migliori attaccanti dal punto di vista del rapporto tra minuti giocati e gol realizzati, mette in risalto la panchina lunga del Napoli in ogni reparto: anche in quello avanzato, dove però il Cholito continua a essere visto principalmente come un'alternativa di Osimhen e non come un possibile compagno di reparto in un tandem da usare non necessariamente in situazioni disperate.
La verità di Kvaratskhelia
Il dogma è abbastanza chiaro per Garcia, che rispetto al suo predecessore dà molto più peso all'equilibrio tattico della sua creatura. La vittoria ottenuta contro un'Udinese in caduta libera e di fatto finora tenuta a galla solo dalla stella di Lazar Samardzic, il grande rimpianto dell'Inter, nonché un vecchio pallino di mercato di De Laurentiis, consegna al tecnico francese una squadra che segue le sue direttive, pur non nascondendo una certa nostalgia per il recente passato. Il passaggio dal piano delle ipotesi e delle speculazioni a quello della realtà l'ha effettuato Kvaratskhelia, uno che di assist vincenti ne capisce. Nelle consuete interviste del dopopartita, quelle passate un po' in secondo piano alla luce del roboante risultato messo a referto dal Napoli, il georgiano non ha sconfessato del tutto il credo tattico di Garcia, limitandosi tuttavia a tirare in ballo una teoria molto in voga negli ultimi anni nel capoluogo campano: quella del risultato da raggiungere attraverso il gioco. Per la precisione, attraverso un determinato gioco. Insomma, parlare di autogestione dello spogliatoio azzurro sarebbe eccessivo, ma accennare a una leggera sfasatura tra ciò a cui erano abituati i protagonisti dello scudetto e quello che invece viene richiesto dal nuovo tecnico non sembra un azzardo.
La soluzione a questo problema (ammesso che sia tale) esiste: parlarsi e venirsi incontro per plasmare un Napoli che sia a immagine e somiglianza sia dei giocatori sia dell'allenatore. Il tutto senza rischiare di creare un ibrido depotenziato, quello che in parte è stato 'ammirato' in alcune delle prime uscite stagionali. Il tempo e la prossima sosta del campionato remano dalla parte di Garcia, che da qui alla suddetta pausa dovrà però continuare a macinare gioco e risultati per evitare il ritorno di quei malumori affondati ieri dal poker rifilato all'Udinese. Poker tra l'altro con firme non casuali, quasi a voler puntellare in una sera sola i punti di forza del 'nuovo' Napoli che, paradossalmente, sono gli stessi della cavalcata scudetto. Insomma, tanto rumore per (quasi) nulla: gli azzurri vincono, convincono e, complice la brusca frenata dell'Inter contro il Sassuolo, tornano a candidarsi con prepotenza alla conquista delle posizioni nobili della graduatoria. Esattamente (quasi) come un anno fa di questi tempi.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su