Strade Bianche 2024, impresa di Pogacar. L'ordine d'arrivo

Lo sloveno fa il vuoto a 81 km dal traguardo e bissa il successo del 2022: completano il podio Skujins e Van Gils. La gara femminile premia Kopecky, che batte Longo Borghini e Vollering

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
2 marzo 2024
Tadej Pogacar (Ansa)

Tadej Pogacar (Ansa)

Siena, 2 marzo 2024 - La Strade Bianche 2024 si divide in due parti: la prima, riservata ai comuni mortali tra scatti e tentativi di fuga termina a 81 km dal traguardo, quando sulle rampe del Monte Sante Marie comincia la seconda, quella che incorona il genio e il talento di Tadej Pogacar. Lo sloveno fa il vuoto e va a bissare il successo ottenuto nel 2022 con un'azione analoga nel segno di tanto istinto e pochi calcoli: anche a costo di rischiare un clamoroso fuorigiri. Ciò non succede e, anzi, alle sue spalle, a distanza di oltre 3', si consuma una magra lotta per completare il podio: la spuntano rispettivamente Toms Skujins e Maxim Van Gils, con il primo in particolare meritevole di encomi per aver dovuto fare i conti anche con una caduta. Ancora più distaccato c'è Tom Pidcock, il vincitore uscente che alza subito bandiera bianca così come gli altri big e in particolare quelli della Visma-Lease a Bike, oggi mai competitivi. Intanto, la precedente gara femminile ha premiato Lotte Kopecky, che si libera della coraggiosa compagnia di Elisa Longo Borghini solo sulla strappo finale di Via Santa Caterina: terza Demi Vollering, che vinse un anno fa battendo le rivali e anche un cavallo imbizzarrito incontrato sul percorso. Stavolta la campionessa iridata non si è fatta beffare, diventando così la seconda atleta a riuscire a vincere due edizioni della Strade Bianche dopo Annemiek Van Vleuten. Il tutto dopo una corsa quasi totalmente senza sussulti fino a 55 km dal traguardo, quando parte il primo tentativo di fuga. Sul secondo passaggio sulla salita delle Tolfe esplode la corsa tra le big, con Katarzyna Niewiadoma ad accendere la miccia prima di vedere il sogno del podio scivolare via proprio al fotofinish. Niente da fare: a svettare a Siena sono la maglia iridata di Kopecky e quella tricolore di Longo Borghini, con la prima a precedere in rimonta la seconda grazie a uno scatto di rara potenza. Pogacar: “Vinto una gara con un fascino unico”

La cronaca

  Fin dai primi tratti in sterrato partono i primi tentativi di fuga, ma il gruppo si oppone mantenendo un'andatura molto alta che, non a caso, crea le prime scremature. Poco prima del tratto in sterrato di La Piana si forma il primo vero attacco duraturo: a evadere dal plotone sono Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team), Lawson Craddock (Team Jayco AlUla), Nils Brun (Tudor Pro Cycling Team) e Dion Smith (Intermarché-Wanty), che vanno a comporre un drappello che ben fotografa le squadre più attive fino a quel momento di gara. Durante il tratto di sterrato più lungo di giornata, quello di Lucignano d'Assa (11,9 km) Brun fora e perde contatto dai battistrada a causa del cambio di bici: la stessa disavventura tocca ad Andrea Bagioli (Lidl-Trek), che si fa scortare nelle operazioni di rientro in gruppo da Toms Skujins (Lidl-Trek). Anche Craddock si stacca per un guaio meccanico dai fuggitivi, che perdono unità e vantaggio: il gruppo resta a 30'' di bagnomaria anche a causa di una caduta che coinvolge Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers). Sul tratto di sterrato di San Martino in Grania termina l'azione dei fuggitivi: a scattare sono Quinn Simmons (Lidl-Trek) e Magnus Cort Nielsen (Uno-X Mobility), il cui tentativo ha vita breve. Come spesso succede, l'intera corsa si decide sul Monte Sante Marie, il tratto in sterrato in assoluto più duro: Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), l'uomo più atteso, fa il vuoto dopo che ancora lo statunitense della Lidl-Trek si era portato al comando per una manciata di chilometri. Niente da fare per lui e per Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), che si ritira e conferma così le voci che lo vedono poco competitivo, fuori forma e anche poco fortunato, perché coinvolto in una caduta. A 81 km dal traguardo comincia così un'altra corsa: quella che vede Pogacar salutare presto la compagnia, che dal suo canto non riesce a organizzare un inseguimento valido anche a causa delle azioni di disturbo dell'UAE Team Emirates. Alle spalle dello sloveno si susseguono gli scatti: si fanno vedere Ilan Van Wilder (Soudal Quick-Step), Ben Healy (EF Education-EasyPost) e soprattutto Maxim Van Gils (Lotto Dstny), l'ultimo a mollare prima che il drappello degli inseguitori si ricompatti. Il vantaggio di Pogacar, dopo aver toccato un punto massimo di 2'40'', si stabilizza intorno ai 2'30'': l'ultimo a volersi rassegnare sembra Healy, che scatta a ripetizione quasi come a voler risvegliare un gruppo nel quale fanno insolitamente da comprimari i big della Visma-Lease a Bike. Tutto fa il gioco di Pogacar, il cui vantaggio sfora i 3'30'' al punto da avere anche il tempo di sorridere ai propri tifosi. A scattare è poi Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny), fresco vincitore dell'UAE Tour 2024: alla fine il vuoto lo fa il suo compagno di squadra Van Gils, al secondo tentativo di giornata. Alle sue spalle attacca Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers), che mostra almeno quel pizzico di intraprendenza totalmente svanita in seno agli inseguitori, stroncati anche da un Tim Wellens (UAE Team Emirates) in versione 'stopper'. Un coraggioso Skujins rientra su Van Gils: i due rosicchiano qualche secondo a Pogacar, che comincia anche a gestire il suo vantaggio. E Tom Pidcock (Ineos Grenadiers)? Il vincitore in carica scatta a 17 km dal traguardo forse più per un moto di orgoglio che per provare a insidiare i tre che lo precedono. Pogacar si presenta sullo strappo delle Tolfe, dove la pendenza massima arriva al 18%, con un margine di oltre 3': per lui c'è l'ennesimo bagno di folla prima del trionfale arrivo a Via Santa Caterina, mentre alle sue spalle il podio si completa con Skujins e Van Gils.

Ordine d'arrivo Strade Bianche 2024

  1) Tadej Pogacar (UAD) in 5h19'45'' 2) Toms Skujins (LTK) +2'44'' 3) Maxim Van Gils (LTD) +2'47'' 4) Tom Pidcock (IGD) +3'50'' 5) Matej Mohoric (TBV) +4'26'' 6) Benoit Cosnefroy (DAT) +4'39'' 7) Davide Formolo (MOV) +4'41'' 8) Lenny Martinez (GFC) +4'48'' 9) Filippo Zana (JAY) +4'49'' 10) Christophe Laporte (TVL) +5'17''  

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