Tour de France 2023, le pagelle della tappa 15: Poels merita 10. Ciccone orgoglio italiano

Van Aert sfiora l'impresa nella frazione con arrivo a Saint Gervais Mont Blanc. Neilands, un errore che poteva costare caro

di ANGELO COSTA
16 luglio 2023
Poels trionda nella 15esima tappa del Tour

Poels trionda nella 15esima tappa del Tour

Saint Gervais Mont Blanc, 16 luglio 2023 – L'olandese Wouter Poels (Bahrain Victorious) ha vinto per distacco la 15esima tappa del Tour de France, la Les Gets-Saint Gervais Mont Blanc, di 179 chilometri. Si è classificato al secondo posto il belga Wout Van Aert, arrivato a sua volta da solo ma con un ritardo di quasi due minuti. La maglia gialla Vingegaard mantiene 10 secondi di vantaggio in classifica su Pogacar.

Le pagelle

10 a WOUT POELS. Meglio tardi che mai, è il commento dello stesso Tour per questo olandese che a 35 anni centra il primo successo in un grande giro, dopo aver già messo in bacheca una Liegi. Arriva da due settimane anonime, dove non si fa notare né per iniziative individuali né per il lavoro di squadra, e fa tutto benissimo: appena capisce di avere più spinta rispetto a Van Aert, lo lascia per strada.

9,5 a WOUT VAN AERT. Nel derby dei Wout, paga la maggior fatica delle prime due settimane rispetto al concorrente. Ma ancora una volta conferma di essere un campione extralarge, portando il suo peso massimo sul monte Bianco con la leggerezza di una ballerina: purtroppo non gli basta per rendere memorabile anche questa giornata.

8 a GIULIO CICCONE. Va a caccia della maglia a pois e torna con la preda, pur non facendo il pieno di punti: terzo sul primo gpm, vince il secondo e vede sfuggirgli il terzo perché Soler e Van Aert vanno all’attacco. Riesce a eguagliare Powless a 58 punti, ma la maglia è sua per aver conquistato più colli di prima categoria. E’ una piccola luce nel buio italiano, che allunga il suo record negativo: le tappe del Tour senza un nostro successo adesso sono 79.

7 a JONAS VINGEGAARD. Raccontato in fase calante e meno brillante rispetto a Pogacar, ha invece l’aria di essere più reattivo: non si smarrisce quando da solo deve vedersela con i fedelissimi del rivale, tiene sotto controllo lo sloveno nel finale dando l’impressione persino di poter affondare il colpo, e sul traguardo lo affianca pure, quasi a ricordargli che in questo duello a portare la maglia gialla è sempre lui.

6 a TADEJ POGACAR. Togliendosi i guanti prima della salita finale lascia intuire che tira aria di battaglia. Il problema è che si toglie solo quelli, perché Vingegaard gli resta incollato addosso, con apparente facilità, per quanto isolato dai compagni. Al riposo lo sloveno va con dieci secondi di ritardo dalla maglia gialla, ma per quanto risicato questo svantaggio sta diventando una montagna in più da superare.

5 a JAI HINDLEY. Va in sofferenza a sette chilometri dalla vetta, su un’accelerazione di Rodriguez, e paga ancora dazio. Al termine della seconda settimana arriva dando segni di difficoltà, come se il meglio fosse già arrivato: nella corsa al terzo posto, mentre Rodriguez (voto 7) si mantiene stabile e salgono le quotazioni di Adam Yates (voto 8), è in forte calo.

4 a KRISTS NEILANDS. Con un errore gravissimo, regala un brivido a se stesso e a tutto il Tour: in piena discesa, mentre è nel quartetto di testa, il lettone decide in piena curva di prendere una borraccia da una moto, urtandola: cade rovinosamente e deve ringraziare il muretto che gli evita di finire nella scarpata e il casco che lo protegge. Riesce a rialzarsi, ma deve dire addio alla possibilità di ottenere un ottimo risultato. Ne ottiene uno migliore: portare a casa la pelle.

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