Tour Down Under Women 2024, vince Gigante: la favola dell'australiana sfortunata

La classe 2000 si prende una bella rivincita su un destino finora molto avverso

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
14 gennaio 2024
Sarah Gigante (Ansa)

Sarah Gigante (Ansa)

Roma, 14 gennaio 2024 – Dal gelo europeo all'afa australiana, dove sta muovendo i primi passi la nuova stagione ciclistica. Ad aprire le danze era stato il Down Under Classic Criterium, vinto da Jhanatan Narvaez davanti a Natnael Tesfatsion e Isaac Del Toro, uno dei neo professionisti più interessanti, nonché un ottimo colpo di mercato battuto dall'UAE Team Emirates. I riflettori si sono poi spostati sulle donne, protagoniste del Tour Down Under Women, vinto da Sarah Gigante.

I dettagli

L'atleta di casa, in forza all'AG Insurance-Soudal-Quick-Step, corona il successo nella classifica generale con un grande assolo partito sull'ascesa di Willunga Hill, ormai un classico della corsa australiana, lasciandosi alle spalle anche coloro che curiosamente completeranno il podio conclusivo: l'olandese Nienke Vinke e l'australiana Neve Bradbury, capace di beffare per appena 4'' la ben più famosa connazionale Amanda Spratt, una delle grandi favorite della viglia. La migliore delle italiane è invece Francesca Barale, 11esima, mentre a Katia Ragusa va la classifica dedicata alle scalatrici. Insomma, come sempre nel ciclismo, alla fine è festa grande per tutte: soprattutto per Gigante, che nella sua giovane carriera ha dovuto superare diversi ostacoli di portata non banale. Dall'esordio boom del 2019, battendo una certa Spratt nel titolo nazionale, all'exploit del 2020 con l'acuto a cronometro prima dell'interruzione della stagione per Covid, seguita dal tris proprio nelle corse contro il tempo: tutto è comunque destinato a cambiare presto prima a causa di una caduta nella Freccia Vallone che causa una triplice frattura a clavicola, gomito e perone, tra l'altro la ripetizione di quanto già accaduto nella categoria juniores, con un altro mestro tris a referto (gomito, spalla e polso). Il declino di Gigante prosegue alle Olimpiadi: un gettone di presenza e poco più, prima dell'insorgere addirittura di una miopericardite che richiederà un lungo periodo lontano dalla bici e un'altrettanto complicata convalescenza, con l'obbligo di non superare mai i 100 battiti al minuto. Curioso, a tal riguardo, l'aneddoto raccontato dalla classe 2000, con banali rampe di scale ultimate in oltre 10' proprio per non affaticare il cuore. La fortuna avrebbe comunque presto ridato alla nativa di Melbourne un'altra chance con l'insperato (in quella fase storica) ingaggio triennale alla Movistar. Quella che sembrava una grande chance di carriera diventa invece presto una gabbia dorata alle dipendenze di sua maestà Annemiek Van Vleuten: da un lato una bella palestra per crescere e imparare dalla più forte di sempre, ma dall'altro un tappo per una giovane in rampa di lancio. Non a caso, la Gigante (delle sfortune) finisce presto ai margini del progetto prima della rescissione consensuale dello scorso dicembre e del conseguente approdo all'AG Insurance-Soudal-Quick-Step. Un'operazione che appena poche settimane fa era sembrata illuminata per la Movistar, che invece oggi rischia seriamente di mangiarsi le mani: sua maestà Van Vleuten è ormai fuori dai giochi e la giovane Gigante, colei che apre la stagione ciclistica beffando rivali ben più accreditate, si prende la sua meritata rivincita.

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