Napoli, a tutto Rrahmani: prima il gol allo scadere e poi le scintille con Mazzarri

Il kosovaro completa all'ultimo istante la rimonta sulla Salernitana, ma poi entra in parziale polemica con il tecnico toscano sul tasto ritiro

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
14 gennaio 2024
Napoli-Salernitana, l'esultanza di Rrahmani (Ansa)

Napoli-Salernitana, l'esultanza di Rrahmani (Ansa)

Napoli, 14 gennaio 2024 - Vittoria episodica o primo germoglio di una rinascita possibilmente stavolta completa? Il successo ottenuto all'ultimo secondo nel derby con la Salernitana, porta in dote con sé i soliti quesiti che stanno accompagnando il Napoli fin dall'alba di questa tribolata stagione ma anche 3 punti preziosi e quasi insperati per restare agganciati, ovviamente in attesa delle altre partite, alla zona Champions League. Il tutto con un occhio ormai lanciato alla Supercoppa, al momento l'unica competizione che potrebber raddrizzare in parte quest'annata maledetta.  

Una vittoria col giallo

  Di maledetto, a ben vedere, non c'è stato il match con la Salernitana nonostante per larghi tratti dello stesso, a maggior ragione dopo la gemma confezionata da Antonio Candreva, il copione sembrava poter condurre proprio a un esito infausto: l'ennesimo in stagione, a maggior ragione in un Maradona non amico né per i risultati né per il clima. La clemenza post scudetto di un'intera piazza si è infatti esaurita dopo la clamorosa scoppola rimediata a Torino, quella che ha scoperto tutte le criticità di una squadra che, nelle precedenti frenate, si era nascosta dietro i soliti alibi del calcio: arbitri ed episodi, un po' il cavallo di battaglia della carriera di Walter Mazzarri. Ieri, curiosamente, entrambe le variabili hanno sorriso al Napoli, che batte la Salernitana ultima in classifica sostanzialmente grazie a due piazzati: un rigore (analogo a quello, ancora discusso e giudicato soltanto figlio dell'era VAR, che ha poi deciso il derby Lazio-Roma di Coppa Italia) trasformato da Matteo Politano e una punizione dalla trequarti che genera il match point messo nel sacco da Amir Rrahmani non prima di un contatto al limite (per usare un eufemismo) tra Diego Demme e Loum Tchaouna. Non a caso, dalla sponda Salernitana arrivano fulmini e saette che però non guastano il ritrovato squarcio di sereno in casa Napoli che arriva forse proprio nel momento migliore: all'alba del girone di ritorno, quello in cui notoriamente le gerarchie e i valori possono rimescolarsi e alla vigilia della partenza per l'avventura in Supercoppa di Riyad, un obiettivo poco ambito in estate ma, a meno ovviamente di exploit in Champions League dopo aver superato lo scoglio Barcellona, diventato di colpo il paracadute di un'intera stagione. A tal riguardo, l'elenco dei convocati diramato da Mazzarri riserva qualche sorpresa: ci sono, forse più per presenza a maggior ragione in caso di vittoria, gli infortunati Alex Meret, Mathias Olivera e Jens Cajuste, mentre curiosamente rimane fuori l'altro lungodegente Natan, oltre a Victor Osimhen e André-Frank Zambo Anguissa, impegnati in Coppa d'Africa.

Scintille Rrahmani-Mazzarri

  Tra i convocati naturalmente c'è anche Rrahmani, il difensore della provvidenza forse più nell'area di rigore avversaria che nella propria. Il kosovaro alla fine si prende la scena totalmente: con il gol che stende la Salernitana, con un'esultanza dénudé nonostante i rigori di gennaio ma soprattutto con un'indiretta (ma nemmeno tanto) a Mazzarri, sempre più calato nel ruolo del traghettatore aziendalista per cui, probabilmente, è stato preferito agli altri allenatori in lizza nel casting condotto per settimane dal club partenopeo. Vincere, si sa, aiuta a cancellare qualsiasi malumore e polemica: non nel caso del kosovaro, che ribatte a tono al 'yes man' Mazzarri, che si era mostrato in linea con la scelta dei piani alti di Castel Volturno di mandare la squadra in ritiro dopo la disfatta di Torino. Le parole del difensore, che aveva parlato di una decisione ingiusta e vissuta con sofferenza da diversi suoi compagni di squadra, oltre che non corretta neanche a fronte del rendimento deludente degli azzurri, hanno a loro volta fatto discutere, regalando nuovo materiale a coloro che, in perfetto bilico tra saggezza e aderenza al paese reale e banale populismo, hanno tirato in ballo ben ingiustizie contro le quali recriminare: a maggior ragione da parte di una categoria di privilegiati, come appunto i calciatori. Un dibattito etico che riguarda relativamente poco il Napoli, che invece si interroga sulla bontà del rapporto tra l'attuale allenatore e lo spogliatoio, un po' come era successo già durante la gestione di Rudi Garcia. Qualsiasi eventuale malumore interno è stato (momentaneamente?) sanato dalla zampata finale di Rrahmani, che mette tutti d'accordo: Mazzarri e la società, che possono vantarsi dell'utilità della settimana di 'castigo' e i giocatori, che seppur tra mille sbavature, incertezze e lampi più occasionali che frutto di un'idea tattica precisa hanno portato a casa una vittoria brutta, sporca e cattiva, in questa fase la massima ambizione dei campioni d'Italia. Per il resto ci sarà tempo. Già, ma quanto? Tanto si è detto e scritto del cattivo approccio fin dall'estate con il nuovo mondo di Garcia, ma il bilancio di Mazzarri, a 2 mesi esatti dall'insediamento, non è migliore né per i risultati (nonostante la vittoria nel derby) né per quanto riguarda i rapporti con la rosa. Il problema però, ammesso che esista e che sia reale, non è effettivamente tale perché tutti a Castel Volturno conoscono una verità non scritta: in estate sarà rivoluzione in panchina ma anche in seno al roster, con diversi big dello scudetto che saluteranno così come qualche attuale comprimario. Proprio le seconde linee, paradossalmente, in questo momento rappresentano coloro che hanno maggiormente da perdere agli occhi della piazza, non essendo stati i protagonisti dello scudetto (chi per scarso impiego e chi perché addirittura arrivato in seguito) e non godendo quindi di quell'immunità che si sta comunque dissolvendo. Allo stesso tempo, potrebbero rivelarsi le soluzioni low cost ideali per la società, chiamata da qui a fine maggio a tenere a galla una nave che finora in stagione ha imbarcato parecchia acqua. La medicina Mazzarri non sta funzionando a dovere, ma intanto è tornata una delle più grandi peculiarità del suo precedente ciclo in azzurro, quello vincente: i gol allo scadere, utili ovviamente a portare fieno in cascina ma anche a irradiare di una luce diversa il risultato finale, portando entusiasmo fondamentale all'ambiente.Leggi anche - Lazio-Lecce 1-0  

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