Mondiali di ciclismo 2023, Van Der Poel campione: cade, si rialza e stravince. Bettiol ci prova, poi esplode

L'olandese scatta a 16 km dal traguardo, beffando Bettiol e il resto degli inseguitori, prima di involarsi verso un successo reso ancora più epico da una caduta in discesa

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
6 agosto 2023
Mathieu van der Poel campione del mondo di ciclismo (Ansa)

Mathieu van der Poel campione del mondo di ciclismo (Ansa)

Glasgow (Scozia), 6 agosto 2023 - La prova in linea maschile dei Mondiali di ciclismo 2023 incorona la stella di Mathieu Van Der Poel, che scatta a 22 km dal traguardo e fa il vuoto: non prima di aver 'sverniciato' un Alberto Bettiol fino a quel momento maestoso. La presenza di un italiano nelle primissime posizioni di uno degli appuntamenti più attesi dell'anno è di fatto l'unica sorpresa di giornata. Anzi no: il primo highlight della rassegna iridata lo regala la sospensione di 52' causata dall'occupazione della carreggiata da parte di alcuni manifestanti. Il secondo lo confeziona proprio il figlio e nipote d'arte, cha scivola in una curva a 16 km dal traguardo, rompendo anche una scarpa: nonostante questo grosso inconveniente, Van Der Poel riesce a centrare il terzo obiettivo stagionale che si era prefissato dopo aver raggiunto gli altri due (Milano-Sanremo 2023 e Parigi-Roubaix 2023). Il tutto dopo aver vissuto un Tour de France 2023 da gregario di Jasper Philipsen, una delle delusioni di giornata: con tanto di ruolo da ultimo uomo nelle volate. Alle spalle di colui che ormai non è più soltanto il figlio di Adrie Van Der Poel e, soprattutto, il nipote di Raymond Poulidor si piazzano i rappresentanti delle altre Nazionali favorite alla vigilia: nell'ordine Wout Van Aert (Belgio), Tadej Pogacar (Slovenia) e Mads Pedersen (Danimarca). Oggi tutti messi in fila dal più forte, che curiosamente fu tagliato fuori dalla scorsa edizione, quella di Wollongong, a causa di una nottata turbolenta in albergo, chiusa addirittura dall'arresto: roba di un anno fa, ormai archiviata dalla maglia iridata strappata dalle spalle di Remco Evenepoel.  

La cronaca

  Già durante il tratto di trasferimento Joao Almeida (Portogallo) cade su un tratto in pavé: nelle retrovie di un gruppo già agitato dai primi scatti viene presto raggiunto da Tom Wirtgen (Lussemburgo), vittima invece di una foratura così come in seguito lo è Marc Hirschi (Svizzera). Intanto Patrick Gamper (Austria) e Rory Townsend (Irlanda) provano a scattare e a creare la fuga buona: la missione riesce, con i due che vengono presto raggiunti da Owain Doull (Gran Bretagna), Matthew Dinham (Australia), Harold Tejada (Colombia), Kevin Vermaerke (Stati Uniti), Ryan Christensen (Nuova Zelanda), Krists Neilands (Lettonia) e Petr Kelemen (Repubblica Ceca). Alle loro spalle, a distanza di oltre 1', restano a 'bagnomaria' Antonio Eric Fagundez (Uruguay), Rien Schuurhuis (Città del Vaticano) e George Bennett (Nuova Zelanda), mentre ancora più indietro ci sono José Alarcon (Venezuela) e Hasani Hennis (Anguilla). Quest'ultima coppia deve presto alzare bandiera bianca anche grazie all'accelerata inferta da Slovenia e Belgio, che provano a riprendere in mano la situazione dopo l'eccessiva rilassatezza del gruppo nella prima ora di gara. Intanto una caduta coinvolge Nelson Oliveira (Portogallo), Eliezer Soares (Capo Verde) e Natnael Berhane (Eritrea): quest'ultimo ha la peggio ed è costretto al ritiro a 'coronamento' di una spedizione, quella del suo Paese, già piuttosto maledetta a causa di problemi burocratici. Il primo vero colpo di scena del Mondiale è di quelli clamorosi: quando mancano 191 km al traguardo un gruppo di manifestanti occupa la carreggiata, costringendo la corsa a fermarsi nei vari tronconi in cui è già divisa, con il grande pericolo rappresentato dalla mancanza delle radioline che potrebbero avvertire i corridori. Dopo 52' di interruzione, la corsa riparte cercando di mantenere intatti i distacchi antecedenti la lunga interruzione. Alla ripresa della gara si palesa uno scenario diverso dal precedente: al comando resta il drappello di fuggitivi della prima ora, mentre alle loro spalle sparisce quello degli inseguitori, che si fa subito riassorbire. Poco prima della salita di Crow Road (5,6 km con una pendenza media del 4%) in seno al gruppo si crea un buco che coinvolge tra gli altri Mathieu Van Der Poel (Olanda) e Matteo Trentin (Italia), mentre Nils Politt (Germania) deve fare i conti con una foratura, così come Andreas Leknessund (Norvegia): per tutti il ricongiungimento non tarda ad arrivare. Una caduta taglia fuori dai giochi Fernando Gaviria (Colombia), mentre all'ingresso nel circuito, come da previsioni, la corsa si accende. La prima accelerata la sferra la Danimarca: poi Julian Alaphilippe (Francia) attacca in prima persona, raggiunto e superato da Lorenzo Rota (Italia), Mattias Skjelmose (Danimarca) e Tobias Halland Johannessen (Norvegia). Su uno strappo questo terzetto viene ripreso: è il preludio agli scatti di Neilson Powless (Stati Uniti) e Alberto Bettiol (Italia), che spezzettano ciò che resta del gruppo. Si tratta di una mossa che inizialmente lascia attardati diversi big, che a fatica rientrano in uno dei rari momenti di stasi della corsa: non se la passa invece bene Christophe Laporte (Francia), che fora e perde diverso tempo nel cambio della bici. Un altro colpo di scena riguarda Jasper Philipsen (Belgio) e Kasper Asgreen (Danimarca), due tra i potenziali favoriti di giornata che si staccano su uno strappo. Niente da fare anche per Alaphilippe, vittima del nuovo forcing della Danimarca che sembra mandare in crisi anche il Belgio e i suoi tanti capitani: uno scenario tattico che, paradossalmente, danneggia la squadra sulla carta più forte. Poi si scatena l'Italia, tra le formazioni più numerose sul piano numerico, ma una delle rasoiate più violente la sferra Van Der Poel a 90 km dal traguardo: ci prova poi Tadej Pogacar (Slovenia) proprio nel momento in cui Trentin cade a causa di un contatto con il piedino di una transenna e va fuori dai giochi. Gli scatti si susseguono ma davanti resta Vermaerke: al suo inseguimento, oltre a Dinham, Pogacar, Van Der Poel e Bettiol, ci sono Wout Van Aert (Belgio) e Mads Pedersen (Danimarca). Quest'ultimo si mette in proprio a 69 km dal traguardo: alle sue spalle si ricompattano i due drappelli degli inseguitori, tra i quali c'è un Remco Evenepoel (Belgio) in sofferenza appena la strada sale. Il campione in carica prova a smentire tutti con uno scatto piuttosto estemporaneo, come lo sono un po' tutti. Si fa vedere poi Bettiol, che guadagna 40'' quando ormai la pioggia si fa sentire: alle spalle dell'azzurro si crea un buco quando Jhonatan Narvaez (Ecuador) scivola in una curva. I primi (e forse unici) inseguitori di Bettiol sono Van Aert, Van Der Poel, Pogacar e Pedersen: un poker micidiale che comincia a collaborare, dimezzando presto il vantaggio dell'azzurro. Il gap tra la testa della corsa e i fenomeni a caccia del titolo iridata si stabilizza intorno ai 15'' prima della brusca rimonta dalle retrovie che frutta la rimonta a 22 km dal traguardo a opera di Van Der Poel. L'olandese fa il vuoto prima di scivolare in una curva, rompendo anche la scarpa: il figlio e nipote d'arte, complice il grande vantaggio accumulato, quando si rialza è ancora al comando. E resta al comando fino al traguardo di Glasgow, quello che lo incorona il nuovo campione iridato davanti a Van Aert, Pogacar e Pedersen.

Ordine d'arrivo prova in linea Mondiali di ciclismo 2023

  1) Mathieu Van Der Poel (NED) in 6h27'07'' 2) Wout Van Aert (BEL) +1'37'' 3) Tadej Pogacar (SLO) +1'45'' 4) Mads Pedersen (DEN) +1'45'' 5) Stefan Kung (SUI) +3'48'' 6) Jasper Stuyven (BEL) +3'48'' 7) Matthew Dinham (AUS) +3'48'' 8) Toms Skujins (LAT) +3'48'' 9) Tiesj Benoot (BEL) +3'48'' 10) Alberto Bettiol (ITA) +4'03''

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