La Ferrari SF-24 secondo Leo Turrini. Tre modifiche non fanno una rivoluzione

Ci vuole coraggio a immaginare che possa sorpassare in fretta la Red Bull. Ma di sicuro lo sforzo c’è

di LEO TURRINI -
13 febbraio 2024

Maranello, 13 febbraio 2024 – Purché non sia un anno di transizione! Perché il sentimento popolare che accompagna la nascita della nuova Ferrari merita, ovviamente, molto di più.

La nuova Ferrari SF-24
La nuova Ferrari SF-24

Purché non sia un anno di transizione? Qui ci metto il punto interrogativo, perché ci vuole un coraggio da leoni per immaginare che la SF24 possa sorpassare in fretta la dominante Red Bull…

Vista per la prima volta, in uno show in streaming che è stato un inno alla sobrietà, l’ultima nata nelle officine di Maranello non è una vettura rivoluzionaria. Ci sono, ad occhio, un muso più corto, una revisione delle fiancate, un intervento non marginale sulle sospensioni.

Ma non per caso a colpire di più sono i tratti cromatici: i cerchioni delle ruote dipinti di Rosso fanno pensare alla armocromista cara ad Elly Schlein, la segretaria del Pd. Comunque per questa macchina farà il tifo anche Giorgia Meloni, eh.

La SF24 è andata subito in pista a Fiorano, giusto per assaggiare l’asfalto. C’era Sainz al volante: un gesto di riguardo al separato in casa, all’uomo che tra meno di dodici mesi cederà il posto a Lewis Hamilton, il Mito promesso sposo della Leggenda.

A commuovere non poteva essere la prestazione, oggettivamente indecifrabile fino al Gp del Bahrain. No: a colpire è stato quel muro di gente aggrappata alle reti del circuito, persino issata sugli alberi. Quasi a voler rendere testimonianza di quella che è la essenza vera della Ferrari: un sentimento popolare, senza se e senza ma.

Insomma, tutto questo per scrivere una banalità assoluta: è presto, è troppo presto per capire. Di sicuro lo sforzo c’è e John Elkann, il presidente del Cavallino, si è dato come obiettivo creare le condizioni che permettano alla Ferrari di tornare competitiva da subito, per essere poi attraente e seducente per i top driver e gli ingegneri che fanno la differenza. E qualunque allusione a Lewis Hamilton è puramente voluta.

Adesso, però, tocca a Carletto Leclerc e Carlitos Sainz. Il presente appartiene a loro. Auguri (mi sa che ne avranno bisogno).

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