Pierluigi Martini: "Fidatevi, l’uomo da mondiale è Leclerc"
L’ex pilota: “Io Hamilton non lo avrei preso, anche se capisco l’operazione commerciale. Ma a me piaceva molto Sainz”

Pierluigi Martini discute il futuro di Kimi Antonelli in F1 e il potenziale della Ferrari con Leclerc e Hamilton.
Roma, 15 marzo 2025 – "Risentire l’accento emiliano sulla griglia di partenza è una gran bella cosa. Dopo di che, Antonelli deve fare parlare il cronometro…". Pierluigi Martini a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta ha disputato 118 Gran Premi in F1. Ha anche vinto una 24 Ore di Le Mans. Romagnolo originario di Lugo, ha incarnato la favola della Minardi. La passione per le corse gli è rimasta dentro. "Pensi che ho anche una mia collezione di monoposto – racconta –. Sono riuscito a recuperare due esemplari della mitica Tyrrell a sei ruote, ne vado molto orgoglioso".
Ci renderà orgogliosi anche Antonelli?
"Beh, quella di Kimi è una storia che sa di romanzo – spiega Martini –. Così giovane e subito in un top team!".
Ma è una opportunità o un rischio?
"Dico che il ragazzo ha una gran bella chance".
Cosa si aspetta da lui?
"Che faccia apprendistato mostrando sprazzi da vincente. Non si può pretendere troppo, per ovvi motivi. Ma a determinare il giudizio sarà un’altra cosa".
Quale?
"Il rapporto con Russell, il suo compagno di squadra. George è un tipo tosto. Se Antonelli sta sullo stesso livello, la scommessa è vinta. Se invece la differenza di prestazioni fosse troppo netta a favore del britannico, eh, allora…"
Insomma, dipende dal collega di lavoro?
"Sì, nella F1 di oggi è così. Una volta il margine tra compagni doveva essere di un secondo al giro per determinare un verdetto diciamo in famiglia. Oggi tutto è più compresso. Se becchi tre decimi dal compagno, sei fuori. O quasi…"
Dura la vita del top driver.
"È la realtà delle cose, amico mio".
Passiamo alla Ferrari. Hamilton lo avrebbe preso?
"No, proprio no".
Andiamo bene. E come mai?
"A me piace molto Sainz. È un pilota solido, costante nel rendimento. Non ho capito perché non l’abbiano tenuto. O meglio: comprendo l’operazione Hamilton sul piano commerciale, è un colpo fantastico. Ma in pista potrebbe rivelarsi un boomerang".
Non ci resta che Leclerc?
"Carletto forse ha un solo difetto: l’emotività. Ma se riesce a controllare l’istinto, beh, è più veloce di Lewis. E se la Ferrari tira fuori una macchina da mondiale, beh, l’uomo per il titolo è Charles, mica Hamilton, si fidi".
Martini, chi tra i drivers di oggi merita di essere accostato ai grandi della sua epoca, sì, insomma, a Senna e Prost?
"Un nome su tutti: Verstappen. L’olandese è un fenomeno assoluto, ha fatto vedere cose straordinarie. E credo ne farà vedere ancora tante".
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