Gloria della Romagna. "Quella cena con Tamberi. Vorrei i tricolori al ‘Gotti’»

Il presidente Fidal Stefano Mei vive a Forlì da 21 anni: "Non si litighi per il campo". Era agente a Cesena: "Sono in pensione, ma fiero di essere stato poliziotto".

21 luglio 2024
"Quella cena con Tamberi. Vorrei i tricolori al ‘Gotti’"

"Quella cena con Tamberi. Vorrei i tricolori al ‘Gotti’"

Stefano Mei, presidente Fidal, quando partirà per Parigi?

"Martedì 30 luglio, rientrerò il 12 agosto, ma questa volta rispetto a Tokyo non alloggerò al villaggio olimpico, un luogo che mi ha fatto vivere ancor più ansie, speranze, gioie e dolori di tutti i nostri ragazzi. Andrò in hotel come tutti i presidenti di federazione".

Come sarà la sua giornata parigina?

"Sempre allo stadio quando ci saranno le gare, poi ci saranno le conferenze stampa a Casa Italia e ovviamente le riunioni con la squadra".

Spera di poter vedere dal vivo, per distrarsi, qualche altro sport?

"Impossibile. Se potessi, vedrei volentieri basket, ginnastica ritmica, scherma e arrampicata sportiva".

Quale sarà il suo compito più importante?

"Dovrò cercare di comunicare agli atleti tranquillità e positività, senza nessun assillo ed alcuna pressione".

Lei è nato a La Spezia il 3 febbraio 1963 ma vive a Forlì da 21 anni. Tamberi, il nostro portabandiera, si fa vedere ogni tanto anche in città, dove è seguito da uno staff medico.

"Due anni fa è venuto anche a cena a casa mia. Ammiro il suo modo di essere perché, contrariamente a quando gareggiavo io, ora gli atleti sono sottoposti a mille pressioni. Noi avevamo solo l’atletica".

In consiglio federale con lei siedono la forlivese Anna Rita Balzani e la cesenate Margherita Magnani.

"Direi che la provincia di Forlì-Cesena è ben rappresentata!".

Altro lato della medaglia: fra gli 82 olimpici dell’atletica mancano atleti romagnoli.

"È solo un caso. Tutti gli sport vanno un po’ ad annate e a momenti. In Romagna abbiamo perso l’impianto di Cesenatico che è stato il fulcro per diversi anni e questo a livello di giovani e praticanti ha inciso, perché senza un impianto centrale è tutto più difficile. Però so che a Imola, a Lugo e a Forlì stanno facendo bene, infatti ci sono molti ragazzi forlivesi qualificati per i nazionali e questo non è poco".

Nell’atletica forlivese c’è qualche nome interessante?

"Non mi piace fare nomi. Dico che ci sono due società che lavorano bene, che diversi atleti si affacciano alla ribalta e questo è positivo. Poi per creare un campione ci vuole anche fortuna".

All’atletica manca un Sinner?

"Ne abbiamo 5-6".

Ha appena citato il principale impianto forlivese, il campo Gotti: è stato al centro di una disputa legale tra le due società cittadine, Edera e Libertas. Lei che idea si è fatto?

"Non conosco la situazione nei particolari. Dico solo che quando ci sono due società forti è facile che possano nascere delle tensioni. Spero si possa arrivare a un accordo perché il campo è bellissimo: quando sono a casa vado anch’io a correrci una mezz’oretta. E merita di essere sfruttato senza litigi. Posso fare una promessa".

Quale?

"Domenica 8 settembre ci saranno le elezioni federali. Se dovessi essere riconfermato parlerò con sindaco e assessore di Forlì: mi piacerebbe poter portare qui un campionato italiano".

Come si trova in città?

"Benissimo. Mi ci sono trasferito che avevo 40 anni, ma la città che sento mia è quella dove sono nato, La Spezia".

Non ha la sensazione, girando per Forlì, di essere poco conosciuto nonostante il suo ruolo?

"Ci può stare anche perché resto comunque un ‘forestiero’ e anche perché sono uno che non rinuncia alle sue origini. Però la gente è cordiale e disponibile e poi comunque non mi devo mica candidare a sindaco... E non amo le celebrazioni".

Suo figlio Leo ha appena compiuto 21 anni: non ha seguito le sue orme?

"Fino a tre anni fa, prima del Covid, faceva le campestri ed era anche un buon atleta, poi ha avuto una frattura da stress. Ora studia storia".

Cosa le piace di più e cosa meno di Forlì?

"Mi piace l’apertura delle persone, la loro simpatia e giovialità. Quello che non mi piace è che non ha il mare. Quando apro la finestra vedo il mio giardino e sono felice, ma volete mettere il mare? Per fortuna è a pochi chilometri, anche se non è quello della Liguria".

Lei è legato anche a Cesena tramite la sua divisa, quella della Polizia di Stato.

"Sono in pensione dal 2023. Sono stato poliziotto per 35 anni, ne vado fiero".

Stefano Benzoni

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