"Su Luna Rossa parliamo in dialetto». Crotti è ingegnere del software: "Sono convinto che possiamo toglierci grandi soddisfazioni»
Michele, 41enne di Rivalta, fa parte del Team Prada che sta gareggiando nell’America’s Cup
Michele Crotti, come si arriva da Rivalta a Luna Rossa?
"Mi sono laureato a Reggio in Ingegneria meccatronica. Da lì ho trascorso un periodo di tempo lavorando per l’Elettric 80, dove Denis Corti, anche lui nel team di Prada, era uno dei miei colleghi. Lui, poi, è entrato a far parte di Luna Rossa, mente io sono andato alla Omso (azienda reggiana, ndr). Dopo un po’ di tempo, Denis si è messo in contatto con me per chiedermi se ero interessato a partecipare a una selezione per un posto di ingegnere all’interno del design team di Luna Rossa. Il profilo che cercavano era perfettamente in linea con le mie competenze. Ed eccomi qua".
Da quanto è nelle file del Team Prada?
"Sei anni. E’ dal 2018 che faccio parte della squadra e questa è la mia seconda America’s Cup. La prima cui ho partecipato è stata nel 2021 ad Auckland, in Nuova Zelanda".
Nel mentre ha preso la patente nautica…
"L’ho presa tra la rassegna neozelandese e quella attuale, in un periodo di meritato riposo. Un po’ l’ho fatto per sfizio, perché, in fondo, andare in barca mi piace e sono un appassionato. Un po’ anche per completare il mio bagaglio di nozioni legate al mondo del mare, visto che sulla parte nautica, diciamo, non avevo sviluppato una conoscenza totalmente approfondita. Poi è chiaro che, oggi, le imbarcazioni che partecipano all’America’s Cup sono talmente avanzate dal punto di vista tecnologico e della strumentazione che siamo su un livello completamente differente rispetto a ciò a cui siamo abituati".
Parliamo di questa piccola enclave reggiana, all’interno di un team internazionale...
"E’ un’eccellente rappresentanza, all’interno di un gruppo, quello dei ragazzi provenienti dall’Emilia Romagna che è il più numeroso del team".
Tra voi si parlerà in dialetto…
"(Sorride, ndr) Assolutamente! Poi siamo tutti colleghi dello stesso dipartimento e tutti ingegneri meccatronici, a dimostrazione che sia a livello di percorsi universitari che a livello industriale, questa branca dell’ingegneria rappresenta una vera eccellenza del nostro territorio".
A proposito di eccellenze del territorio, l’erbazzone chi lo porta di voi tre?
"Magari ne avessimo di più! Il fatto è che a Cagliari, di Barcellona non parlo nemmeno, è veramente difficile andarlo a scovare. La nostra salvezza sono i nostri famigliari e amici che ci vengono a trovare ogni tanto e ce ne portano un po’".
Tornando seri, in Luna Rossa, di che cosa si occupa?
"Di automazione. Scrivo, assieme a un mio collega, tutto il software che fa funzionare la parte idraulica dell’imbarcazione, dei flap e del timone. E’ un lavoro molto complesso ma anche estremamente stimolante, soprattutto in questa edizione dove le maglie del regolamento sono molto più ampie, permettendoci, quindi, di sperimentare e spingere molto su soluzioni innovative. E’ un ruolo che mi impegna a livello di ufficio, di cantiere e pure in mare al seguito dell’imbarcazione in gara".
Come sta andando la ‘campagna’ di Barcellona?
"Ce la possiamo giocare se manteniamo grande umiltà. Ma vi confesso che finora siamo molto soddisfatti della performance della barca. Rispetto all’edizione di tre anni fa, abbiamo fatto un salto di qualità. New Zealand è quella da battere, ma abbiamo le carte in regola per poter toglierci delle soddisfazioni"
Lei è volontario della Croce Rossa.
"Lo sono stato per 15 anni, prima che il Team Prada mi assorbisse completamente. Oggi do un po’ di consulenza informatica, anche per poter stare a contatto col mondo reale. Una volta chiusa questa esperienza, conto di tornare a dare una mano".
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