Gerald sulle orme delle stelle. Da Howard a Johnson e Middleton. Rimini è abituata a trovare campioni tra cambi in corsa e colpi last minute

La storia biancorossa è lastricata di giocatori statunitensi di alto livello: il 35enne può entrare tra i grandi

6 settembre 2024
Da Howard a Johnson e Middleton. Rimini è abituata a trovare campioni tra cambi in corsa e colpi last minute

Gerald Robinson, in maglia Dinamo Sassari

di Loriano Zannoni

L’aura da leggenda, da immortale del Basket Rimini, è ancora lontana. Gerald Robinson è però già un grande americano e ha un piccolo particolare che lo accomuna agli altri grandi passati sotto l’Arco d’Augusto: non erano prime scelte. O meglio, sono stati contattati in sostituzione di qualcun altro. Già, perché sul podio dei più grandi atleti a stelle e strisce che hanno vestito il biancorosso, campeggiano tre nomi, quelli sì, da leggenda. Tre ragazzi che sono arrivati a Rimini per strade traverse. Dopo tagli, rinunce o eventi tragici.

Otis Howard, Reggie Johnson e Larry Middleton. Tra i più grandi. I più grandi, per Rimini, al netto di un dibattito aperto che però attraversa generazioni, più 40 anni di basket. Otis Howard, ad esempio, sostenne un provino nell’estate del 1978, ma la squadra, la Sarila, cominciò la stagione di A2 con Mark Crow e Steve Mitchell. La tragica scomparsa di quest’ultimo, morto in dicembre, portò la società alla scelta di Howard. E il grande "Otello" si rivelò per quel gigante che era, con una stagione da 26.8 punti e 13.5 rimbalzi, oltre che tabelloni spaccati in amichevole per le tonanti schiacciate. Un sogno, amplificato dalla fame di pallacanestro dell’epoca. Qualche anno più tardi, nell’estate 1984, con la "Marr Superstar" che aveva appena conquistato la A1, venne il momento della scelta sugli americani.

Salutato Sims e confermato Wansley, la società andò su Michal Cage, scelto al numero 14 dell’ultimo draft Nba. Qualche giorno in città, foto di rito e poi via, ritorno repentino negli Stati Uniti per una carriera di 15 anni in Nba. Un colpo sfumato, ma chi venne a sostituirlo, Reggie Johnson, entrò di prepotenza nel cuore degli appassionati riminesi. Già con una carriera americana più che buona, Johnson dimostrò anche in Romagna il suo livello di gioco, altissimo. Premuto il fast forward in direzione anni ’90, ecco che anche il terzo americano di questa mini-lista, Larry Middleton, arrivò con premesse simili.

La Marr dell’estate del 1992, promossa in A1 qualche mese prima, decise di sostituire i quadricipiti di Darnell Valentine con JJ Eubanks, che peraltro cominciò la stagione centrando il canestro da qualsiasi posizione. 130 punti in 4 partite. Tutte perse, ma con 32.5 di media. Eppure, arrivò il taglio. Da stropicciarsi gli occhi, ma al suo posto ecco Middleton, che partita dopo partita cominciò a scrivere una storia che ben presto si trasformò in leggenda. E ora, come nel giorno della marmotta, ecco Gerald Robinson dopo il gran rifiuto di Robert Johnson. Le premesse sono quelle di un grande americano, non sui livelli di quei "Big three" ma in grado di essere il miglior giocatore di questa A2. Per entrare nella leggenda del Flaminio servono una grande stagione e la A1. Poco?

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