Ha battuto Miguel Indurain alla granfondo: "Un’impresa, perché lui è ancora in forma"

Franco Righi da Guastalla è arrivato davanti all’ex campionissimo nella categoria 60-64 anni alla durissima ’Maratona dles Dolomites’

di CLAUDIO LAVAGGI -
15 luglio 2024
Ha battuto Miguel Indurain alla granfondo: "Un’impresa, perché lui è ancora in forma"

Ha battuto Miguel Indurain alla granfondo: "Un’impresa, perché lui è ancora in forma"

Categoria M8, 1° Franco Righi, 1960, Guastalla in 4:08.39, 2° Miguel Indurain, 1964, Spagna in 4:13.02. Qualcuno penserà a un errore giornalistico, qualcuno si stropiccerà gli occhi, ma questa è la pura verità ed è la classifica per i primi due posti della Maratona dles Dolomites, percorso medio, categoria M8. In una delle granfondo più importanti del mondo, il "nostro" Franco Righi ha battuto il campione spagnolo. Sì proprio quello che in carriera ha vinto tutto quello che si poteva vincere. "Già, è andata proprio così – dice Righi – per me è davvero una bella soddisfazione guardare questa classifica. Indurain, tra l’altro, non è che ha tolto la bicicletta dal chiodo in occasione di questa gara, perché anche se sei stato un campione fenomenale, per fare questi tempi ti devi comunque allenare. La sera prima della gara, c’è stato un gala e l’ho visto tirato. So che l’anno scorso ha fatto pure la Nove Colli a Cesenatico. Inoltre Indurain è rimasto nel mondo del ciclismo, collabora ancora con Pinarello ed Enervit".

Ma sapeva di averlo battuto? "No, pensavo di aver vinto, ma per certo l’ho saputo solo in albergo. Lui è della mia categoria, ma quelli sono uomini-immagine, a volte fanno pochi chilometri, a volte arrivano".

E lei gli ha inflitto quasi cinque minuti di distacco, primo e secondo nella categoria che va dai nati nel 1960 a quelli del 1964.

"Io credo di aver fatto un’ottima gara, anche se le condizioni erano pessime. Nella notte aveva piovuto, molti tratti erano ancora bagnati. Il tempo è stato sempre incerto e ha pure piovuto durante la corsa. Quelli arrivati nel percorso lungo battevano i denti dal freddo, a noi del medio è andata un po’ meglio". Pioggia significa discese pericolose?

"Sì tanto pericolose e io ho comunque cercato di non rischiare più di tanto; con tante curve l’importante era non cadere. Tenga presente che, oltre alla distanza di 106 chilometri, c’è anche un dislivello di 3200 metri". Lei per quale società gareggia?

"La Argon 18 Hicary Team Max di Castelfranco Emilia ed è per questo che non risulto nelle classifiche dei reggiani. Ma sono di Guastalla; nella vita facevo il camionista, ma ora sono pensionato e il mio sponsor… è l’Inps. Comunque la pensione me la sono guadagnata tutta, fare il camionista non è un mestiere leggero".

E’ la prima vittoria alla gara delle Dolomiti?

"No, no, nel ’98 vinsi la gara assoluta, ma nel 2000, vinta la Gran Fondo Cooperatori, smisi di correre. Dal 2019, quando ho ripreso, ho fatto un quarto posto, due secondi e due primi. Ma di gare, negli anni d’oro, ne ho vinte tantissime e la settimana precedente avevo vinto a Livigno. La gara faceva parte di un circuito di sei prove e nella mia categoria ho vinto anche la classifica complessiva. Però mi è rimasto un sassolino che oramai non potrò più togliermi".

E cioè?

"Io ho iniziato tardissimo a fare ciclismo, circa a 34 anni. Dove andavo, nella mia categoria, vincevo. Se avessi provato da ragazzino, facendo il dilettante, chissà, forse dopo avrei potuto fare anche il professionista. Ho iniziato per restare in forma e per fare un’attività fisica che mi piaceva. Avevo il cronometro in testa e tutti dicevano tante doti da ciclista".

Con quali caratteristiche?

"Anche adesso sono leggero, 62 chili. Quindi sicuramente scalatore, ma anche in volata non me la cavo male. Però ho fatto anche gare di mountain bike e sempre con ottimi risultati". Quindi adesso un po’ di riposo?

"Riposo? No di certo, sto partendo per lo Stelvio… ma lo farò in compagnia".

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