In bici da professionista. Biagini: "Il lavoro dei sogni"

Federico, 20 anni, da questa stagione è in forza alla Bardiani Csf di Reverberi "È dura, ma è tutto bellissimo. Il mio esempio dimostra che devi sempre crederci".

di MASSIMO TASSI -
14 febbraio 2024
In bici da professionista. Biagini: "Il lavoro dei sogni"

In bici da professionista. Biagini: "Il lavoro dei sogni"

"Uno su mille ce la fa", canta Gianni Morandi. La sua voce ci fa incontrare il protagonista di questa storia: il reggiano Federico Biagini, che corre con la Vf Group Bardiani Csf Faizanè.

Ha 20 anni e pedala tra i professionisti. Il suo è un percorso fatto di passione e sacrifici nel segno dello sport. E quella che era una passione, è diventata un lavoro: anzi, il lavoro dei sogni. "Finita la scuola correvo a casa per fare ciclismo con la Cooperatori, poi di corsa di nuovo a casa per studiare. Sì, i sacrifici ci sono stati, magari a discapito di altre cose. Ma se sono arrivato a fare il lavoro che mi piace, ne è valsa la pena. E quando ti piace, gli impegni non pesano. Ho avuto un’opportunità, devo coglierla e ripagare la squadra che mi ha dato questa possibilità", spiega Federico Biagini con entusiasmo.

La formazione che l’ha tesserato è la Vf Group Bardiani Csf Faizanè, squadra del nostro territorio che ha per riferimento la famiglia Reverberi. E’ un gruppo storico che vanta un’esperienza lunga 40 anni, con un incredibile numero di partecipazioni al Giro d’Italia. E come sempre sarà alla prossima edizione della corsa rosa.

Nel frattempo Biagini si sta preparando sulle strade di casa. "La mia stagione di gare inizierà in Croazia il 28 febbraio con il Trofeo Umag, poi il 3 marzo sarò al via del Trofeo Porec e dopo ci saranno altri impegni in Italia e all’estero. Tra gli obiettivi c’è il Giro d’Italia Under. Sono un passista e scalatore, so farmi valere nei gruppi ristretti. Spero di potermi togliere qualche soddisfazione, di essere utile al gruppo", spiega il giovane atleta. "Devo ancora lavorare tanto, i ritmi sono cambiati, mi sto abituando e devo raggiungere la preparazione che hanno i compagni che da tempo corrono nei professionisti".

L’approccio con il nuovo ambiente è avvenuto in Spagna, a partire da gennaio. "Il ritiro è stata una bella esperienza condivisa con la squadra, dove ho potuto toccare con mano la differenza rispetto al contesto giovanile da cui arrivo. Nella preparazione si è lavorato meglio grazie alle condizioni climatiche favorevoli, con ritmi più intensi che permettono di essere in forma già nella prima parte della stagione. Ci sono uscite più lunghe, mi devo abituare. E’ stato molto bello che là ci fossero tante altre squadre professionistiche, sembrava di essere alla partenza del Giro d’Italia".

L’impegnativa attività quotidiana non scalfisce l’entusiasmo e i pensieri di gloria; anzi, li rafforza. "Me ne rendo conto solo ora che sono tra i professionisti. Prima vedevo questi corridori in tv e alle presentazioni, ora pedalo con loro. E’ un sogno che si è realizzato, è diventato un lavoro. Il lavoro che sognavo da ragazzino. Il mio esempio dimostra che è possibile arrivare, è per questo che dico ai giovani di crederci, di essere decisi". "Ma quanto è dura la salita, devi contare su di te, c’è in gioco la vita", aggiungerebbe Morandi tra musica e sport.

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