Agostini e la bandiera del mondiale: “Pecco e Ducati, orgoglio italiano”
"Bezzecchi mi piace, ma Bagnaia è su un’autostrada. Borgo Panigale ha fatto una moto stupenda"
La lunga sosta della MotoGp per mettere a fuoco pregi e difetti della stagione. Dei piloti. Dallo strapotere Ducati alle paure di Marquez, dalle perplessità sul futuro della Yamaha alla freddezza-vincente di Bagnaia: Giacomo Agostini fa volentieri il punto su tutto. E su tutti.
Cominciamo proprio da Pecco?
"Mi sembra giusto e doveroso. Bagnaia sta facendo di nuovo molto bene. E’ campione del Mondo, è in testa alla classifica. Sa come si dice in questi casi?".
Ce lo dica lei…
"Pecco è sull’autostrada. Ovvero va veloce ed è nella direzione giusta".
Dove Bagnaia le sembra il più forte di tutti?
"Guida con la testa. E per un pilota, oltre la velocità, la potenza della moto e i sorpassi, guidare con la testa significa essere davvero al massimo".
Azzardiamo: può davvero essere Bezzecchi il suo primo avversario?
"Bez mi piace molto. Ed è forte. Diciamo che ha iniziato a pungere. E’ lì che si affaccia alla finestra giusta. Ci ha fatto capire che sa vincere e che ha tentazioni importanti, ma non deve avere fretta".
In che senso?
"Ha già vinto in gara, è vero, ma deve ancora fare esperienza. Viva questa stagione così, come sta facendo e poi sono sicuro arriverà".
Lo stesso vale per Martin?
"Anche lui è un gran ragazzo. E ha già capito che può puntare a traguardi molto ambiziosi. È motivato e tranquillo e sta facendo tesoro del fatto di poter lavorare e provare a vincere in un team, come Pramac, dove si vive come in una bella famiglia".
Agostini, la carriera di Marquez sta diventato un film horror: perché?
"E’ caduto molto. Troppo. E si è fatto male. Molto male. Poi ha iniziato a cercare il 110 per cento per sopperire alle carenze della sua Honda e questo lo ha fatto ‘saltare’ e cadere ancora di più. C’ho parlato poco tempo fa e ho capito che ha… capito".
Che cosa?
"Che continuare a mettersi addosso da solo tutta questa pressione gli creerà soltanto danni. Meglio che lavori con maggiore tranquillità e aspetti che Honda rimetta in pista una moto forte e vincente. E lui tornerà ad essere un re".
L’altro re scivolato giù dal trono è Quartararo: lui e Morbidelli sono le vittime delle scelte di Yamaha?
"Yamaha è come Honda, deve studiare qualcosa per tornare lassù. Ad Assen, Fabio ha dato qualche segnale di ripartenza, poi non è stato fortunato. Vediamo cosa accade quando ripartirà la stagione".
E Ducati continua a comandare…
"Ducati ha fatto una moto stupenda. E soprattutto vincente. Ogni domenica, con questo o quel pilota sono sul podio. I risultati della Desmosedici sono un orgoglio per l’Italia, per tutti noi italiani. Battere questa Ducati non è e non sarà facile per chiunque".
Intanto si studiano format, cambiamenti e soluzioni per un futuro più equilibrato e spettacolare. A proposito: dopo una bella fetta di calendario, che giudizio dà sulla Sprint Race?
"Sono sincero: a me piace. La mini-gara del sabato è una buona cosa. Lo spettacolo della MotoGp ne ha guadagnato anche se per i team, i piloti, gli ingegneri il week end è diventato faticosissimo. Il sabato è una giornata infinita: prove libere, qualifiche, Sprint… tensione e concentrazione sono sempre al massimo. E il giorno dopo c’è il Gp. Provate voi a mettervi nei panni di un pilota e capire se esiste un attimo, solo un attimo, di relax".
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