Agostini e la bandiera del mondiale: “Pecco e Ducati, orgoglio italiano”

"Bezzecchi mi piace, ma Bagnaia è su un’autostrada. Borgo Panigale ha fatto una moto stupenda"

di RICCARDO GALLI
8 luglio 2023
Pecco Bagnaia campione del mondo in carica, nel tondo Giacomo Agostini

Pecco Bagnaia campione del mondo in carica, nel tondo Giacomo Agostini

La lunga sosta della MotoGp per mettere a fuoco pregi e difetti della stagione. Dei piloti. Dallo strapotere Ducati alle paure di Marquez, dalle perplessità sul futuro della Yamaha alla freddezza-vincente di Bagnaia: Giacomo Agostini fa volentieri il punto su tutto. E su tutti.

Cominciamo proprio da Pecco?

"Mi sembra giusto e doveroso. Bagnaia sta facendo di nuovo molto bene. E’ campione del Mondo, è in testa alla classifica. Sa come si dice in questi casi?".

Ce lo dica lei…

"Pecco è sull’autostrada. Ovvero va veloce ed è nella direzione giusta".

Dove Bagnaia le sembra il più forte di tutti?

"Guida con la testa. E per un pilota, oltre la velocità, la potenza della moto e i sorpassi, guidare con la testa significa essere davvero al massimo".

Azzardiamo: può davvero essere Bezzecchi il suo primo avversario?

"Bez mi piace molto. Ed è forte. Diciamo che ha iniziato a pungere. E’ lì che si affaccia alla finestra giusta. Ci ha fatto capire che sa vincere e che ha tentazioni importanti, ma non deve avere fretta".

In che senso?

"Ha già vinto in gara, è vero, ma deve ancora fare esperienza. Viva questa stagione così, come sta facendo e poi sono sicuro arriverà".

Lo stesso vale per Martin?

"Anche lui è un gran ragazzo. E ha già capito che può puntare a traguardi molto ambiziosi. È motivato e tranquillo e sta facendo tesoro del fatto di poter lavorare e provare a vincere in un team, come Pramac, dove si vive come in una bella famiglia".

Agostini, la carriera di Marquez sta diventato un film horror: perché?

"E’ caduto molto. Troppo. E si è fatto male. Molto male. Poi ha iniziato a cercare il 110 per cento per sopperire alle carenze della sua Honda e questo lo ha fatto ‘saltare’ e cadere ancora di più. C’ho parlato poco tempo fa e ho capito che ha… capito".

Che cosa?

"Che continuare a mettersi addosso da solo tutta questa pressione gli creerà soltanto danni. Meglio che lavori con maggiore tranquillità e aspetti che Honda rimetta in pista una moto forte e vincente. E lui tornerà ad essere un re".

L’altro re scivolato giù dal trono è Quartararo: lui e Morbidelli sono le vittime delle scelte di Yamaha?

"Yamaha è come Honda, deve studiare qualcosa per tornare lassù. Ad Assen, Fabio ha dato qualche segnale di ripartenza, poi non è stato fortunato. Vediamo cosa accade quando ripartirà la stagione".

E Ducati continua a comandare…

"Ducati ha fatto una moto stupenda. E soprattutto vincente. Ogni domenica, con questo o quel pilota sono sul podio. I risultati della Desmosedici sono un orgoglio per l’Italia, per tutti noi italiani. Battere questa Ducati non è e non sarà facile per chiunque".

Intanto si studiano format, cambiamenti e soluzioni per un futuro più equilibrato e spettacolare. A proposito: dopo una bella fetta di calendario, che giudizio dà sulla Sprint Race?

"Sono sincero: a me piace. La mini-gara del sabato è una buona cosa. Lo spettacolo della MotoGp ne ha guadagnato anche se per i team, i piloti, gli ingegneri il week end è diventato faticosissimo. Il sabato è una giornata infinita: prove libere, qualifiche, Sprint… tensione e concentrazione sono sempre al massimo. E il giorno dopo c’è il Gp. Provate voi a mettervi nei panni di un pilota e capire se esiste un attimo, solo un attimo, di relax".

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