Bautista, il Mondiale del sorriso. “Bello fare il bis e io ci credevo. La Sbk? Difficile quanto la MotoGp”

Campione del Mondo nel 2022, ha centrato il titolo anche nel 2023. "Aruba è una famiglia, facile vincere qui" "Dedico il titolo a mia moglie e alle mie figlie". Forza Ducati: "E non è finita. Ora mi aspetta Pecco a Sepang"

di RICCARDO GALLI -
1 novembre 2023
"Bello fare il bis e io ci credevo. La Sbk? Difficile quanto la MotoGp"

"Bello fare il bis e io ci credevo. La Sbk? Difficile quanto la MotoGp"

Roma, 1 novembre 2023 – Ci sono la sua firma e i suoi sorrisi su quell’uno-due mondiale che ha segnato le ultime due stagioni della Superbike. Campione nel 2022 e campione nel 2023.

E’ questa la storia bella e perfetta di Alvaro Bautista, pilota Ducati e numero uno del team Aruba.it Racing.

A proposito di numero uno: portarlo sul cupolino è stata una responsabilità in più, oppure una maxi-spinta all’orgoglio?

"Riconfermarsi è sempre più complicato che vincere la prima volta. No, non ho sentito la pressione nel portare l’uno di campione del Mondo sulla carena. Per me è stato uno stimolo".

Sincero: immaginava di concedersi subito il bis mondiale?

"Io sono sempre stato fiducioso sul fatto di potermi confermare campione".

La definizione più giusta per la sua stagione?

"E’ stata perfetta. Abbiamo conquistato tutti i titoli in palio e sono molto felice per il team. Campione del Mondo io, campione del Mondo costruttori Ducati e campione del Mondo il team Aruba.it. Tutto questo rappresenta un’emozione grandissima".

Rivediamo la fotostoria dei due titoli: più facile vincere nel 2022 o nel 2023?

"Quest’anno è stato più difficile. Nello scorso campionato era stata una lotta a tre, mentre quest’anno, specie nella seconda parte del Mondiale, è stato un duello con Toprak. Bravissimo, lui, a non commettere mai errori e questo mi ha costretto a dare sempre il massimo".

E se ripensa oggi al primo giorno in cui si è legato al team Aruba ed è salito sulla sua Ducati, avrebbe immaginato di vincere due Mondiali così, uno via l’altro?

"Sinceramente non me lo aspettavo. Avevo fatto questa scelta soprattutto perché volevo continuare a correre. Volevo essere in pista, lottare per qualcosa. Poi... poi, dopo il primo colloquio con Stefano Cecconi ho capito che io, il team e Ducati avevamo tutti la stessa mentalità. Che tutti pensavamo prima di tutto alla vittoria, a vincere, essere i migliori. Siamo andati subito fortissimo".

Grinta, sorrisi, ambizione e...: Ducati e Aruba, hanno fatto il resto per portarla su tutto del mondo?

"Per me Aruba, questa squadra, questo gruppo è una famiglia. No, non sono semplicemente il grande sponsor che sta accanto a una grande moto, la Ducati. Qui io mi sento e mi sono sentito subito a casa. E’ tutto bello, familiare e questo aiuta a ottenere il massimo, a vincere. Stefano (il team principal, ndr) l’ho conosciuto nel 2018 e la cosa che mi ha colpito d’impatto è il suo amore per le moto, per questo sport. Siamo... identici".

Vogliamo dedicare a chi il Mondiale appena portato a casa?

"Quando ho tagliato il traguardo a Jerez ho pensato subito a mia moglie e alle mie figlie. E’ stupendo poter condividere una gioia così grande con la tua famiglia".

Diamo un’occhiata alla MotoGp? Alla prossima tappa, in Malesia sarà in pista anche lei, come wild card...

"Beh... come dire che la stagione non è ancora finita e che è sempre una gran cosa tornare in sella anche a quella Ducati".

Ducati che in ogni caso, o con Bagnaia o con Martin, vincerà il titolo: bello no?

"Ducati sta facendo un lavoro fantastico. Semmai c’è una differenza: in MotoGp, dietro a Pecco, ci sono altre Ducati, mentre dietro a me ci sono piloti e moto di altre case. Questo significa che in Superbike è più difficile per la Ducati che non nella MotoGp".

Usciamo un attimo dalla pista?

"E dove andiamo?".

Corre per un team toscano: le è mai venuta voglia di fare un po’ il turista?

"Devo essere sincero, sono stato tante volte al... Mugello, sì. Ma mi piacerebbe poter visitare tranquillamente Firenze e magari anche altre città della Toscana. Mi affascinano, c’è tanta storia e mi prenderò un po’ di tempo, anche perché...".

Perché?

"So che si mangia bene da quelle parti e io amo la pasta...".

E poi subito dopo, di nuovo in pista. Per continuare a sognare.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su