MotoGp, Agostini dopo l’incidente a Bagnaia: “Lo spettacolo lo fanno i piloti, non i 300 cavalli di una moto”

La Leggenda del motociclismo: “Se sbagli quando freni mentre vai a 300 all’ora, schizzi via dove non sai e può essere una tragedia”

di RICCARDO GALLI -
5 settembre 2023
Incidenti a catena al via del Gran Premio di Catalogna classe MotopGp (Ansa)

Incidenti a catena al via del Gran Premio di Catalogna classe MotopGp (Ansa)

Roma, 5 settembre 2023 – L’incidente, la grande paura, lo scampato pericolo e il mondo della MotoGp che prova a riflettere. Se poi il messaggio arriva da Giacomo Agostini, 15 volte campione del Mondo, e Leggenda unica del motociclismo, la questione è realisticamente da prendere di petto.

“E’ stato terribile quando ho visto Bagnaia cadere e tutto quello che è successo un istante dopo. Poi - sono parole di Agostini - bisogna essere obiettivi e dire che Pecco a suo modo è stato addirittura fortunato. E’ caduto dalla moto e ha finito per ruzzolare e girarsi in quel modo e non nel senso opposto… altrimenti la Ktm di Binder gli sarebbe passata sul collo sulla testa e sarebbe stato un dramma”.

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Agostini, ma si può fare ancora qualcosa per evitare incidenti così rischiosi, oppure si deve solo pregare che non accadano più?

“Io dico questo. Amiamo il motociclismo perché cerchiamo e vogliamo lo spettacolo, no? Bene, lo spettacolo lo diamo noi piloti, non i cavalli di una moto. Quando correvo io, Edwards, Saarinen, ma anche lo stesso Valentino Rossi che aveva una moto da 150 cavalli, lo spettacolo c’era o no? Bene allora a cosa serve aver spinto le moto a portare 300 cavalli”.

Troppa potenza e margine di rischio aumentato al massimo: vuole dire questo?

“Ma certo. E poi con tutti questi cavalli si finisce per avere problemi a gestire le gomme, l’elettronica, le frenate…Insomma, una gara per un bravo pilota non può dipendere solo da come riesce a portare in fondo la gestione delle gomme. Il nostro obiettivo è la velocità, non la regolarità”.

I 300 cavalli rendono più pericoloso il lavoro di un pilota, come e dove nello specifico?

“Primo: le frenate e le staccate. Con questa potenza e con questi impianti frenanti eccellenti è cambiato tutto: prima un pilota poteva staccare e impostare una piega un centinaio di metri prima della curva. Adesso arriva a farlo a 50 metri, ma a questo punto è già praticamente dentro la curva. E quando mette fuori la testa dal cupolino, ha la bava alla bocca e gli occhi sbarrati, e se dovesse avere la necessità di correggere qualcosa… no, non farebbe più a tempo”.

Secondo rischio?

“Frenare quando vai a 300 all’ora e provare a rallentare una moto che pesa 160 chili è una manovra che devi fare senza permetterti di sbagliare. Se succede, con quella velocità e con quel peso, una moto che si sblocca diventa un proiettile senza controllo. Schizza via dove non sai e può essere una tragedia”.

Agostini finisce qui e da’ appuntamento a Misano. Magari con un abbraccio in pit-lane a Pecco e un messaggio da consegnare al mondo della MotoGp: 300 cavalli non significano spettacolo.

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