MotoGp, il pagellone del 2023 di Riccardo Galli

Bagnaia voto 10: non era facile portare a casa il bis mondiale. Non ha mai mollato, si è gestito e ha fatto il calcolatore. Tornando a essere il numero uno. Meritatamente

di RICCARDO GALLI -
26 novembre 2023
Pecco Bagnaia (Ansa)

Pecco Bagnaia (Ansa)

Pecco Bagnaia 10. Mica era facile portare a casa il bis mondiale. Primo, perché (ri)diventare campioni del Mondo non riporta a formule matematiche o teoremi infallibili; secondo, perché Pecco ha vissuto un 2023 non facile. Con il botto di Barcellona come momento chiave di un’annata che da quel momento in poi è diventata una lotteria. E poi ecco spuntare la luna di Martin. Pilota e quindi avversario fortissimo. Bagnaia ha combattuto contro tutto questo, non ha mai mollato, si è gestito e ha fatto il calcolatore. Tornando ad essere il numero uno. Meritatamente.

Jorge Martin 9,5. Se il 2023 è diventato un Mondiale spettacolare lo si deve soprattutto a lui. Scatenato, impulsivo, spregiudicato e vincente. E’ stato il re delle Sprint e fino all’ultimo ha dato sportellate a Bagnaia. Ci farà divertire. L’errore di Valencia? Un’overdose di pressione psicologica.

Marco Bezzecchi 8. Se non fosse stato per il ko al Ranch (mannaggia alle gare a casa di Vale), Bez avrebbe lottato per il titolo. E chissà come si sarebbe inserito nel testa a testa Bagnaia-Martin. Cavallo di razza e prepotente si porta dietro prospettive enormi.

Aleix Espargaro 7,5. Punto di riferimento e di forza di un’Aprilia attesa all’ultimo step per giocarsi il Mondiale. La sua stagione non è stata perfetta ma a prevalere sono state le sensazioni positive. Porta a casa risultati da incorniciare. Bravo.

Luca Marini 7. E’ cresciuto. Ha combattuto cercando sempre di superarsi. Di sicuro non è un ruolo facile quello del fratello di Valentino Rossi, ma lui ha puntato sulla sua stoffa e sulle sue qualità. A testa bassa. Fino a conquistare la fiducia della Honda. Applausi.

Enea Bastianini 7. Perché un voto così alto? Per ricordargli che è forte e che se il suo 2023 è stato un anno da buttare non è per colpa sua, ma perché fin dalla prima Sprint Race, in Portogallo, la sfortuna aveva deciso di puntare (tutto) contro di lui. Dai, Enea.

Brad Binder 6,5. Ha sorpreso tanti. Ma non la Ktm, più che mai convinta che quel ragazzo arrivato dal Sudafrica può portare grandi risultati. Cattivo e spericolato, qualche volta ha osato anche più del dovuto per inserirsi nel gruppo dei migliori. Tanto talento.

Maverick Vinales 6,5. Gli è mancata la continuità e questo a un big come lui non si può concedere. Ha alternato prestazioni da numero uno con un’Aprilia da numeri uno a errori e delusioni cocenti. Il 2024 sarà il suo anno da dentro o fuori. E sinceramente puntiamo sul dentro.

Franco Morbidelli 5. Diciamo la verità, lo score del suo Mondiale meriterebbe una votazione ancora più bassa. Ma bisogna essere obiettivi. Se il Morbido ha sbagliato qualcosa di suo (ed è così) è in una percentuale molto più bassa di tutto quello che non gli ha dato la Yamaha. In Ducati (Pramac) sarà diverso.

Marc Marquez 4,5. Tutto troppo brutto per essere vero. Quasi svogliato per il poco feeling con la sua vecchia Honda, Marc dopo un’overdose di rischi presi ha deciso di tirare i remi in barca e aspettare la chiamata giusta. Riparte da Gresini dopo aver gettato nel fuoco un anno orribile.

Fabio Quartararo 3. Eppure è stato campione del Mondo e nemmeno un secolo fa ma l’altro ieri. Giovane, ambizioso e soprattutto gran pilota il francese ha rischiato (se non lo ha fatto davvero) di dover ricorrere allo psicologo per capire come mai la Yamaha anziché puntare a nuovi risultati, migliorarsi e sfruttare la luce di un numero uno, ha quasi deciso di mollare Fabio e spingerlo all’inferno. Il risultato? Quartararo è sparito. Niente emozioni, niente risultati e… niente di niente. Incredule, ma assolutamente vero.

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