Suzuki apre alla MotoGp: “Un giorno torneremo in pista”
La casa giapponese – che ha lasciato il Motomondiale nel 2022 – potrebbe rientrare, soprattutto con la crisi di Ktm. Nel 2020 l’ultimo titolo con Mir
Bologna, 6 dicembre 2024 – Ktm in crisi, ma chissà che Suzuki non possa tornare. Periodo agitato in MotoGp. La casa austriaca è alle prese con enormi debiti e stipendi ancora non saldati ai dipendenti, piano di insolvenza, necessità di un aiuto finanziario, forse Red Bull, e gli occhi del Governo molto attenti, il tutto con un monte debitorio da quasi 3 miliardi di euro. Dall’altro, Suzuki, che si sta riorganizzando e apre timidamente a un ritorno alle gare. Il rischio per il Motomondiale è perdere il quinto costruttore, così i giapponesi potrebbero diventare un aiuto importante. Il presidente Toshihiro Suzuki non si nasconde.
Suzuki: “Torneremo”
La situazione in casa Ktm è drammatica, con anche il rischio di non riuscire a schierare le quattro moto in griglia previste per il 2025. Il contratto con Dorna scade nel 2026, ma i debiti finanziari sono ingenti e per ora è stato bloccato lo sviluppo delle quattro Ktm che dovrebbero essere in pista da febbraio, con enorme preoccupazione per Enea Bastianini, fresco di passaggio da Ducati. Il suo manager Carlo Pernat è stato più ottimista ‘al 90% si corre’, ma sullo sviluppo non ci sono certezze, perché gli investimenti rischiano di essere decurtati a causa del buco nei bilanci dell’azienda. E senza aggiornamenti come si può tenere il passo di Ducati, Aprilia, Yamaha e Honda? Insomma, in Dorna c’è preoccupazione che Ktm non sia in grado di schierare le sue moto e per la MotoGp, fresca di passaggio a Liberty Media, perdere un costruttore rappresenterebbe una brutta notizia, anche perché non è alle viste l’ingresso di Bmw come era stato ipotizzato mesi fa. Non che ci sia una disperata ricerca di un nuovo marchio, Ktm fa sapere che i debiti non riguardano la parte sportiva, tuttavia Dorna non vuole farsi trovare impreparata e sonda il terreno. In soccorso potrebbe arrivare Suzuki, che invece nel 2022 ha chiuso in anticipo il contratto con gli organizzatori del mondiale decidendo di ritirarsi anzi tempo. E’ stata la seconda volta in epoca Moto gp dopo il primo ritiro nel 2011. Eppure, Suzuki era riuscita a vincere il mondiale nel 2020 con Joan Mir e sembrava lanciata, anche con l’innesto di Livio Suppo, a rimanere in pianta stabile ai vertici. Dopo due anni, però, una certa voglia di tornare nel mondo delle corse è riemersa ai vertici dell’azienda e recentemente il presidente Toshihiro Suzuki ha lasciato la porta aperta: “Vincere in MotoGp è stato molto importante per noi e vogliamo offrire una gamma completa di moto per soddisfare i nostri utenti. Se tutto va bene torneremo alle corse e torneremo a vincere”. Suzuki è da sempre colonna portante storica del mondiale con il primo titolo vinto nel 1962 in classe 50 e il primo vinto in classe regina con Barry Sheene nel 1976. A Suzuki è anche legato il grande binomio, oltremodo spettacolare, con Kevin Schwantz, iridato nel 1993. Chissà che non possano esserci belle sorprese.
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