Tamberi, la nostra bandiera. Gimbo a caccia del bis olimpico mai riuscito a un azzurro: "Mi manca solo quello”
Fenomenologia di un fuoriclasse unico nel suo genere, tra trovate istrioniche e concentrazione massima: piace ai tifosi perché tutti si riconoscono nelle sue imperfezioni, eppure non tradisce mai nei grandi appuntamenti
Dicono di lui: è matto come un cavallo. C’è del vero, ma in senso buono. Dicono di lui: è capace di tutto, nel bene come nel male, infatti all’ultimo Europeo stava per essere eliminato su una misura ridicola, ma poi si è messo a volare come un’aquila. Ed è vero anche questo. Dicono di lui: tra barba rasata solo a metà, scarpe con molle finte all’interno e bla bla bla, ecco, Gimbo Tamberi non sarà mai e poi mai un tipo qualunque. Facciamo che un tizio del genere è escluso possa lasciare indifferente chi lo osserva.
Io aggiungerei una cosa, definitiva. Tamberi è italiano doc. Punto. Cioè è un soggetto intriso di emozioni, passioni, turbamenti. Cioè è un artista della pedana, è un estroso, è creativo nella sua vena di genuina follia. Ti spezza, anzi, ti spacca il cuore perché non sai mai cosa aspettarti da lui. O meglio. Sappiamo tutti cosa abbia in mente, quale sia il suo obiettivo sin dalla notte stupefacente di Tokyo 2021, quando si issò sul gradino più alto del podio nel salto in alto.
Dall’istante immediatamente successivo, Gimbo ha in mente una cosa sola. Riuscire dove si arresero figure iconiche come Pietro Mennea e Sara Simeoni. Concedere il bis dorato ai Giochi.
Può farcela? Sì, perché è un Campionissimo e lo ha ribadito nel frattempo, collezionando titoli mondiali ed europei. Gimbo vola altissimo perché il balzo verso le stelle appartiene alla natura di questo marchigiano sghembo, testardo, irriducibile.
Non gli mancheranno gli avversari, s’intende. E nemmeno è il caso di elencarli: in una Olimpiade la concorrenza non conosce limiti. Ma presumibilmente il rivale più pericoloso per Tamberi è Tamberi stesso. Si nasconde tra le pieghe di un’ansia divorante, vedi recenti allarmi su incertezze fisiche a quanto pare fortunatamente risolte. Gimbo è Gimbo perché con lui non corri il rischio di annoiarti. Mai.
A Parigi, dove sventolerà il tricolore alla cerimonia inaugurale insieme ad Arianna Errigo, ci farà trattenere il respiro sin dal suo ingresso in pedana. In fondo, siamo tutti un po’ Tamberi, nella vita.
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