Imane Khelif non passò il gender test ai Mondiali, perché alle Olimpiadi le regole sono diverse

In molti l’hanno definita transgender, ma l’atleta algerina non ha mai parlato della sua identità sessuale e di genere. Non ha potuto prendere parte alla finale dei campionati Iba, ma per il Cio rispetta gli standard per l’adesione. Poca chiarezza sui parametri da rispettare

di LORENZO LONGHI
1 agosto 2024

Parigi, 1 agosto –  C’è molto non detto nel caso che, da alcuni giorni, infiamma il pugilato alle Olimpiadi di Parigi, prima e dopo la sfida che ha messo di fronte l’italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif, durata appena 46 secondi per il ritiro di Carini a seguito di alcuni colpi particolarmente violenti dell’avversaria, dopo i quali l’azzurra ha chiesto la sospensione dell’incontro.

Imane Khelif sul ring di Parigi (Ansa)
Imane Khelif of Algeria ( Red) Angela Carini of Italy ( Bleu) in action during their women's 66kg preliminar round of 16 bout of the Boxing competitions in the Paris 2024 Olympic Games, at the North Paris Arena in Villepinte, France, 1 August 2024 . ANSA / CIRO FUSCO

Se ne parlerà a lungo e, allora, è il caso di mettere alcuni punti fermi in una vicenda nella quale diversi aspetti non sono chiari. Di certo c’è un dato: Khelif non rispetta i criteri per la partecipazione alle gare femminili organizzate dall’Iba, la federazione internazionale del pugilato ma è al contrario eleggibile per quelle organizzate dal Cio, come appunto le Olimpiadi. Khelif viene definita da molti atleta transgender, ma lei non ha mai parlato della sua identità sessuale né di genere (appare più adeguato il termine ‘intersex’, usato quando c’è ambiguità dei caratteri sessuali). Quello che sappiamo è che ha sempre gareggiato nelle competizioni femminili. Lo scorso anno è stata esclusa dalla finale dei Mondiali dopo un “gender test” non superato. 

Il gender test

Ora, proprio sul funzionamento di questo ‘gender test’ c’è parecchia confusione. Una prima versione parlava di un test riguardante il livello di testosterone, giudicato troppo alto, e proprio questa a lungo è stata la ragione ufficiale. L’Iba, però, ha smentito che si sia trattato di un test ormonale, ma non ha voluto precisare a quale tipo di test sia stata sottoposta Khelif, adducendo motivi di privacy per spiegare questa mancanza di chiarezza. In questo momento però, dopo le polemiche, sportive e politiche, e dopo quanto avvenuto sul ring parigino contro Carini, sarebbe fondamentale conoscere da parte di Iba la verità sul test fallito dall’atleta intersex, se cioè si sia trattato di un test cromosomico (e, per definizione, incontrovertibile) o di altro tipo. I test del Cio controllano il livello di testosterone e, in base a quello, valutano l’ammissione delle atlete.

Perché Olimpiadi e Mondiali hanno regole diverse

In tutto questo, c’è un altro aspetto da sottolineare, ed è di natura politico-istituzionale: a differenza di quanto accade per gli altri sport, il torneo di pugilato alle Olimpiadi non è organizzato dalla federazione internazionale – all’Iba era stata vietata la gestione delle gare olimpiche dopo alcuni scandali giudiziari e a seguito di critiche alla governance – ma direttamente dal Cio, attraverso un’unità dedicata alla disciplina (la Boxing Unit), ed è per questo che le regole sono diverse (non a caso Khelif aveva partecipato anche a Tokyo 2020, dov’era giunta ai quarti, senza particolari polemiche). E proprio questo, probabilmente, è anche uno dei motivi per i quali tra Iba e Cio, oltre a diverse regole di accesso alle competizioni, manca la collaborazione su situazioni delicate come queste.  

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