Batticuore Italvolley col Giappone, quel bivio tra lacrime e leggenda. De Giorgi: “Siate orgogliosi di noi”
Partita epica e crudele. L’allenatore azzurro: “Non abbiamo sbagliato tanto noi, sono stati molto bravi loro”. I nipponici alla fine si sono chiusi in cerchio per lunghi minuti: in panchina la foto Naonobu Fuji, giocatore scomparso a 31 anni nel 2023
Parigi, 5 agosto 2024 – Come Italia-Germania 4-3 a Messico ’70? Per il livello delle emozioni, sicuramente: il 3-2 in rimonta con cui l’Italia di De Giorgi ha ribaltato il Giappone centrando la semifinale olimpica è qualcosa che somiglia molto a una partita destinata a essere ricordata per sempre, anche se non dà ancora la certezza di nessuna medaglia. E avendo il volley già colto argenti e bronzi, è chiaro che la missione degli azzurri è solo quella di colmare il vuoto rimasto sul podio. Per farlo c’è voluta una battaglia da poema epico, alla fine mancavano solo Achille, Sansone e tutti i supereroi, ma quelli in campo non li hanno mica fatti rimpiangere. Come raccontava Fefè De Giorgi alla fine, “questa era una partita da vincere alla distanza e lo sapevamo, loro difendevano tutto e anche questo ce lo aspettavamo, ma per due set hanno avuto la grande capacità di contrattaccare anche molto bene”.
De Giorgi in panchina è sempre apparso molto calmo, nonostante la grande tensione che si respirava: "Perché mi arrabbio durante gli allenamenti, quando siamo in partita non servirebbe, mica giocherebbero meglio perché urlo. E comunque non è stata una partita in cui stavamo sbagliando tanto noi, loro sono stati molto bravi, l’abbiamo girata quando siamo riusciti a limitarli un po’. È stata una partita bellissima, si sono viste due squadre che hanno lottato. Noi sappiamo che siamo compatti e che quando arrivano i momenti difficili non molliamo. Spero che gli italiani siano stati orgogliosi di noi”, ha detto il ct che non aveva vissuto con la Generazione dei Fenomeni le brucianti eliminazioni contro l’Olanda nel ’92 e in finale nel ’96, perché ai Giochi lui non c’era.
Tra il pubblico c’era anche Joop Alberda, allenatore dell’Olanda che ci sconfisse in finale ad Atlanta. Vicino alla panchina dei giapponesi invece c’era una figurina speciale, nulla di commerciale per una volta: era la foto di Naonobu Fuji, giocatore nipponico scomparso a 31 anni nel 2023. Forse avrebbe fatto parte della squadra che ha incontrato gli azzurri, di sicuro il team giapponese che per lunghi minuti si è fermato in cerchio tra le lacrime di molti, soprattutto quelle del capitano Ishikawa, pensava anche a lui mentre viveva in gruppo il proprio dolore. La fotografia del campo dopo l’ultimo pallone messo giù da Russo era la sintesi perfetta della bellezza e della crudeltà dello sport.
Da una parte un gruppo che saltava di felicità per aver evitato uno scivolone che avrebbe aperto processi e per essere rimasto in corsa per una medaglia, dall’altra un drappello di ragazzi che stavano per diventare eroi per il loro paese, che sono arrivati quattro volte a giocarsi il match point (tre nel terzo set e uno nel tie-break) e poi si sono arresi alla seconda occasione per gli azzurri. Il bivio tra la leggenda e il pianto è sempre molto stretto.
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