Jacobs insegue la storia. Serve un altro scatto per fare il bis di Tokyo e sentirsi come Bolt

Il campione azzurro ha cambiato tutto per trovare nuovi stimoli: è andato negli Stati Uniti ad allenarsi con i migliori ed è tornato al successo negli Europei di Roma. Ma il suo miglior tempo stagionale, 9“92, non basterà.

di LEO TURRINI
24 luglio 2024
Serve un altro scatto per fare il bis di Tokyo e sentirsi come Bolt

Il campione azzurro ha cambiato tutto per trovare nuovi stimoli: è andato negli Stati Uniti ad allenarsi con i migliori ed è tornato al successo negli Europei di Roma. Ma il suo miglior tempo stagionale, 9“92, non basterà.

Parigi, 24 luglio 2024 – La verità rende liberi. Dunque, ecco qua: se a Parigi Jacobs ripetesse i suoi migliori tempi del 2024 manco entrerebbe in finale. E lo sa perfettamente, perché almeno una decina di sprinter sono in grado di correre i 100 metri in meno di 9”90 e nella stagione il detentore del titolo olimpico si è fermato a 9”92. Dipenderà tutto dalla uscita dai blocchi e dalla fluidità della esplosiva progressione. Fin qui, Marcellino pane e vino non è stato in grado di tenere insieme i due elementi.

La chiave è ripetersi

Dopo di che, calma e gesso. I Giochi sono qualcosa di unico, ha poco senso paragonarli ai Mondiali, agli Europei, ai meeting di prestigio. È totalmente diverso il contesto, sono completamente differenti le aspettative, le pressioni, le emozioni.

E allora Jacobs ha un vantaggio: ci è già passato. Conosce le atmosfere elettriche di una notte inimitabile. Governare i processi psicofisici che precedono lo scatto che vale una vita: il segreto è tutto lì.

Pochi ne hanno memoria, eppure a Tokyo Jacobs entrò in finale per il rotto della cuffia. Nella sua semifinale aveva chiuso terzo, passavano in automatico i primi due delle tre sfide più i due migliori tempi. Marcellino pane e vino venne ripescato e poi nel momento decisivo fu perfetto. Start. Progressione. La potenza è nulla senza controllo.

Ripetersi, ecco la chiave. Ma qui andiamo su sentieri tortuosi, perché l’ultimo a fare il bis olimpico (anzi, il tris) sui 100 olimpico è stato Usain Bolt, il fulmine giamaicano. Absit iniuria verbis: qui siamo a cospetto di una delle poche leggende agonistiche del nuovo Millennio, mica pizza e fichi.

Per sperimentarsi in una dimensione rarissima, Marcell ha cambiato vita, staff, criteri di preparazione. Non ha rinnegato, ma è andato in cerca di stimoli nuovi. Ha fatto base in America, si è allenato con altri campioni. In mezzo ha conquistato un alloro europeo a Roma, davanti al delfino Ali. Ed è stato irresistibile nella staffetta veloce, a sua volta chiamata a difendere l’oro di Tokyo conquistato insieme a Patta, Desalu e Tortu.

Al netto di equivoci e a prescindere da strumentalizzazioni che non mancano mai, essendo lo sport una materia che per sua natura si presta non di rado a penose facilonerie, qui sarà detto e scritto che Marcell Jacobs è già il più grande centometrista italiano di tutti i tempi. Lo resterà anche qualora Parigi gli negasse l’onore di una replica.

Intanto, è importante provarci ancora.

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