Olimpiadi, la Senna imbarazza Parigi: spesi due miliardi per pulirla. Ma l’acqua è ancora inquinata

Olimpiadi 2024, il governo aveva promesso la balneazione del fiume e la sindaca Hidalgo si era tuffata (bardata fino al collo). Dopo 100 anni di divieto, sembrava essere arrivata la svolta. Gare a rischio, gli atleti: noi presi in giro

di LEO TURRINI -
29 luglio 2024

Parigi, 30 luglio 2024 – Forse ci vorrebbe la penna di Victor Hugo per raccontare la storia di un fiume che è Storia a sua volta. Forse il papà letterario dei Miserabili saprebbe cogliere benissimo i tratti, appunto miserabili, di una vicenda che sta spaccando la pubblica opinione, alimentando comprensibili perplessità tra i tanti stranieri accorsi nella Ville Lumiere per L’Olimpiade. Parigi. La Senna. I Giochi. Tutto si tiene e tutto inesorabilmente si sfarina. In sintesi: le autorità di governo e i poteri locali hanno speso quasi 1,5 miliardi di euro (ma alcune stime portano l’esborso a quota 2 miliardi, mica bruscolini) per rendere di nuovo balneabile il fiume della capitale. Hanno costruito invasi, creato bacini, ripulito alvei e fondali. E qui casca l’asino, oppure torna indietro il boomerang oppure ancora qualcuno ha fatto il passo più lungo della gamba, si chiami Macron il presidente o Hidalgo la sindaca.

In breve. Da oltre cento anni è vietato fare il bagno (balneabili questo significa) nella Senna. Addio alle suggestioni dei quadri degli impressionisti, addio ai picnic con cestino da merenda sulle sponde del maestoso corso d’acqua. Troppo inquinato per accogliere bambini e nonni. Ora, per decenni i parigini si sono lamentati della limitazione. E, come in Italia per il Ponte sullo Stretto di Messina, non c’era governo che non promettesse il miracolo della Senna risanata, ripulita, restituita al popolo.

Ma poi di tempo ne è passato. Quanti parigini oggi sognano di calarsi in mutande nel fiume? Adesso con un TGV (salvo sabotaggi) o un volo low cost arrivi in fretta in Costa Azzurra. Ma la realizzazione del sontuoso e costoso progetto è andata avanti. A prescindere. Se non altro, spiegavano i sostenitori, con la bonifica verrà tutelata e moltiplicata la biodiversità. Un fiume pulito val bene una Messa (pagana).

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Non solo. In omaggio alla ’Grandeur’ che tanto irrita noi italiani, i francesi hanno voluto stravincere. Come? Proclamando che la Senna, sempre lei, avrebbe addirittura ospitato gare olimpiche! Oro sul fiume! Se le acque sono risanate, ci si tuffino gli atleti (e sì che di mare, da Marsiglia a Mentone, il presidente Macron ne avrebbe avuto a disposizione, per le prove di triathlon e nuoto di fondo)! A oggi, stiamo messi così. La prima cittadina di Parigi, la socialista Hidalgo, un bagnetto l’ha fatto. Ma era bardata come un ingegnere a Chernobyl…

Non solo. La Senna ha ospitato la galattica cerimonia inaugurale, tra successi (mai in Francia un programma tv aveva fatto un ascolto simile, quasi ventitré milioni di telespettatori) e polemiche (di stampo religioso). Ma sono bastati due giorni di pioggia per toglierle il bollino, blu o verde come preferite. Cioè è di nuovo non balneabile, persino per la sindaca. E i parigini sogghignano. Di più. Gli atleti dei Giochi non possono allenarsi nel fiume e sono inferociti. Per tutti ha parlato il nostro campione Gregorio Paltrinieri, tra i favoriti nella 10 chilometri di fondo: "Non sappiamo quando gareggeremo, dipende dalla pulizia delle acque. Non conosciamo le correnti, le temperature, niente. È assurdo assegnare medaglie in una location che non hai mai testato. Probabilmente è freddo, probabilmente c’è corrente perché è un fiume. Molto probabilmente è sporco perché non ci sono le condizioni per nuotare. Sono quasi sicuro che la faranno comunque lì perché ci hanno investito troppo. Quindi mi sembra un po’ una presa in giro. La fanno perché ci hanno speso soldi, ma non ci danno la possibilità di provarla". Tutto il mondo è paese, forse. Oppure aveva ragione il generale De Gaulle. A un sostenitore che lo esortava a cacciare gli amministratori incapaci, mestamente rispose: "È un programma troppo vasto, mon ami…".

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